UMBERTIDE

Enciclopedia Italiana (1937)

UMBERTIDE (A. T., 24-25-26 bis)

Riccardo RICCARDI
Giustiniano DEGLI AZZI-VITELLESCHI

Città dell'Umbria settentrionale, in provincia di Perugia, situata a 247 m. s. m. sulla riva sinistra del Tevere alla confluenza del torrente Reggia. Il nome di Umbertide le fu imposto il 1° ottobre 1862; anteriormente si chiamava Fratta. La sua popolazione, che era di soli 500 ab. circa alla metà del sec. XVII ed era salita a un migliaio nel 1782, risultò di 2812 nel 1931. Essa è occupata soprattutto nell'attivo commercio di prodotti agricoli e in alcune industrie: la città possiede infatti uno stabilimento per la lavorazione dei tabacchi, tre fabbriche di laterizî, tre molini e una fabbrica di ceramiche artistiche. Umbertide è toccata dalla ferrovia Fossato di Vico-Arezzo ed è capolinea della Ferrovia Centrale Umbra (Terni-Todi-Umbertide; elettrica). Servizî automobilistici la collegano con Cortona e Montone.

Il comune di Umbertide ha una superficie di 199,99 kmq. ed è in massima parte collinoso e montuoso (quote estreme, 227 e 926 m.). Quasi la metà del territorio (48,4%) è a seminativi (sopra tutto cereali e foraggi; si producono annualmente sui 50.000 q. di frumento, 8-9 mila q. di granoturco e 180-200 mila q. di fieno); i boschi occupano il 41% della superficie del comune. Il resto è a pascoli (1,9%) o improduttivo. La maggior parte dei seminativi è arborata con loppi e olmi, che sostengono ciascuno una vite; la produzione dell'uva è di circa 100.000 q. annui. Ragguardevole il numero degli olivi. L'allevamento del bestiame è fiorente (il comune possiede, fra l'altro, 4700 bovini, 10.600 ovini e 6700 suini).

La popolazione (14.653 ab. nel 1931) vive per due terzi in case sparse; oltre al capoluogo, sono da ricordare i centri di Pierantonio (463 ab.) e di Niccone (328 ab.).

Storia. - Fu pago romano, detto Pitulum. Devastato e quasi completamente distrutto dalle invasioni barbariche, fu ricostruito da un Uberto, vissuto circa al 970 e creduto discendente dai marchesi del Monferrato, i figli del quale ebbero dominio feudale su quel castello che da loro si disse Fracta filiorum Uberti. Il ramo dei figli d'Uberto che ebbe la signoria della Fratta e di molte altre terre e castelli dell'Umbria assunse il cognome "Ranieri", con cui fiorisce tuttora in Perugia. Nella rocca di Umbertide, costruita nel 1385 dall'architetto Angelo di Cecco, fu tenuto prigioniero Braccio da Montone (1393), che poi presso Umbertide riportò due vittorie contro Ladislao di Durazzo (1403) e contro i popolari perugini (1406). Durante il secolare dominio teocratico sull'Umbria la Fratta fece parte della Provincia di Perugia, e il 12 settembre 1860 accolse l'esercito nazionale che la riuniva al regno d'Italia.

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