Ojétti, Ugo. -
Vita. Esordì nel 1894 nella Tribuna e nella Nuova Rassegna; dal 1904 al 1908, con lo pseudonimo «Il conte
OpereRaccolte di articoli sono Alla scoperta dei letterati (1895) e I capricci del conte Ottavio (1908-09). Più che in romanzi e novelle, di un genere un po' frivolo, fra psicologico e mondano (Il vecchio, 1898; Donne, uomini e burattini, 1912; Mio figlio ferroviere, 1922; ecc.), O. trovò la sua giusta misura/">misura e il suo tono con Cose viste (apparse per la prima volta sul Corriere della sera, con lo pseudonimo Tantalo, poi raccolte in sette tomi, 1923-39, e quindi, col suo nome, in un'ed. postuma in 2 voll., 1951), nelle quali si esprime efficacemente, in una prosa modernamente elegante, la sua natura di memorialista e ritrattista del proprio tempo. Della sua attività di studioso e critico d'arte sono testimonianza parecchi volumi e raccolte di saggi (I nani tra le colonne, 1920; Raffaello e altre leggi, 1921; La pittura italiana dell'Ottocento, 1929; ecc.). Accanto ai numerosi ritratti d'artisti e agli acuti giudizi espressi di frequente in occasione di mostre ed esposizioni, è specialmente da indicare l'Atlante di storia dell'arte italiana dove, sia nelle prefazioni a ogni secolo e a ogni arte, sia nelle brevi note sotto a ogni opera, il criterio, il gusto, la vasta esperienza di O, si rivelano interi, e spesso con epigrammatica evidenza. Postumi sono usciti I taccuini 1914-1943 (1954); D'Annunzio, amico, maestro, soldato (1957).