Tutankhamon

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Tutankhamon

Sergio Parmentola

Un giovane faraone tutto d’oro

Faraone dell’antico Egitto, Tutankhamon fu il successore di Ekhnaton (14° secolo a.C.). Ripristinò la religione tradizionale del dio Amon e riportò la capitale a Tebe. Diventato faraone quando era ancora un bambino, morì giovanissimo, a 18 anni. La sua tomba è stata ritrovata intatta nel 1922

Un sovrano bambino

Forse figlio del faraone Amenofi III e di Satamon, sua figlia e moglie – era tradizione dei faraoni sposare le proprie sorelle e figlie –, Tutankhamon appartenne alla XVIII dinastia del Nuovo Regno egizio. Il suo nome originario era Tutankhaton («immagine vivente di Aton»), poiché il suo fratellastro, Amenofi IV, divenuto faraone alla morte del padre, aveva imposto il culto di Aton, il dio Sole, abolendo la tradizionale religione di Amon. Amenofi, che aveva cambiato il proprio nome in Ekhnaton («servo di Aton»), combatté la casta sacerdotale, legata al culto di Amon, spostò la capitale da Tebe – oggi Luxor – ad Akhetaton («orizzonte di Aton», oggi Tell el-Amarna) e fece educare il fratello al nuovo culto. Alla morte di Ekhnaton, Tutankhaton fu proclamato faraone ad Akhetaton, mentre a Tebe la casta sacerdotale, sostenuta dal popolo, si ribellò e gli oppose come re Semenkhkare, un genero di Ekhnaton. Semenkhkare morì tre anni più tardi e Tutankhaton, ancora bambino, divenne l’unico faraone.

Per essere accettato dai sacerdoti, l’imperatore dodicenne ripristinò il culto di Amon con l’editto detto della restaurazione, riportò la capitale a Tebe, ricostruì i templi distrutti, dedicò statue e barche sacre ad Amon e cambiò il proprio nome in Tutankhamon (che significa «immagine vivente di Amon»). Anche sua moglie, la principessa Ankhesenpaaton («vive per Aton»), figlia di Amenofi IV, cambiò il proprio nome in Ankhesenamon («vive per Amon»). Il ritorno alla religione tradizionale pacificò l’Egitto, che ridiventò prospero dopo la crisi economica degli anni precedenti e riprese la politica espansionistica in Siria sotto il comando del generale Haremhab. Tutankhamon, malato fin dall’infanzia, morì molto giovane, a 18 anni, senza aver avuto il tempo di realizzare altre opere significative. La sua fama è legata soprattutto al destino del suo sepolcro.

Un sarcofago d’oro massiccio

La tomba di Tutankhamon era collocata nella Valle dei Re, nella necropoli dei faraoni, ma in una posizione così nascosta – si trovava sotto quella di Ramses VI – che non fu mai scoperta da nessuno dei tanti ladri che nel corso dei secoli saccheggiarono le tombe dei re. Fu così che giunse pressoché intatta fino al novembre del 1922, quando due archeologi inglesi, Howard Carter e lord George Carnarvon, la scoprirono e riportarono alla luce il suo tesoro. Si trattava di una tomba non grande, strutturata in quattro piccoli locali. Il corredo funebre, ben conservato, consisteva di più di 5.000 pezzi, tra cui preziosissimi gioielli, oggetti ornamentali ricchi di oro e gemme, armi, statue e mobili di alto valore artistico. Ciò dimostra la prosperità dell’Egitto di quel periodo. Il sarcofago era d’oro massiccio e pesava più di due quintali e le casse che lo contenevano erano ricoperte anch’esse d’oro e pietre preziose. Il cadavere imbalsamato era stato adornato di gioielli e amuleti; sul viso era stata posta una maschera mortuaria, anch’essa d’oro e pietre preziose.

Oggi il tesoro di Tutankhamon può essere ammirato nel Museo Egizio del Cairo. Nel Museo Egizio di Torino è conservata una celebre scultura, proveniente da Tebe, che rappresenta Tutankhamon al fianco del dio Amon. Studi recentissimi eseguiti col computer sulla mummia del giovane faraone hanno consentito di ricostruire la sua fisionomia, che è del tutto simile a quella raffigurata sulla maschera mortuaria e su una statua egizia che rappresentava il dio della bellezza. Da una tac eseguita sulla mummia, una scienziata ha ricavato le esatte dimensioni della testa di Tutankhamon, quindi ha ricreato con la creta zigomi, guance e muscoli del collo e col silicone ha completato il volto. Dalle analisi è risultato che il faraone morì di morte naturale e non venne ucciso, come invece in passato qualche studioso aveva sospettato.

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