TURISMO

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

TURISMO (XXXIV, p. 556)

Cesare CHIODI

Fenomeno essenzialmente pacifico, il turismo è sensibile a tutti i turbamenti dell'orizzonte economico e politico internazionale. Ne dànno la prova le statistiche che segnano nell'affluenza degli stranieri in Italia variazioni strettamente collegate con gli avvenimenti.

Entità del movimento turistico prebellico. - Nel ventennio che va dalla prima alla seconda Guerra mondiale, il movimento turistico in Italia toccò il vertice con 19.430.000 presenze di stranieri nell'Anno Santo (1925), per declinare negli anni successivi, fino a toccare il fondo con 9.478.095 presenze nel 1932, l'anno più turbato dalla crisi economica internazionale. La ripresa fu pronta negli anni successivi, con un notevole ripiegamento nel 1935, l'anno della guerra etiopica. Se si fossero registrati separatamente i dati relativi al periodo della guerra e delle sanzioni, dall'ottobre 1935 al giugno 1936, si sarebbe potuto constatare una paralisi grave e improvvisa nell'affluenza degli stranieri in Italia. Il vertice del 1925 fu invece quasi nuovamente attinto, con 17.370.496 presenze, nel 1937, l'anno dell'Esposizione Internazionale di Parigi, il che sta a dimostrare la solidarietà del fenomeno turistico europeo. Il 1938 rappresenta il ritorno a una soddisfacente normalità, mentre il 1939 registra una decisa contrazione conseguente dapprima alla minaccia di guerra e quindi allo scoppio del conflitto. Questo gioco di rapporti e di reazioni appare evidente dai dati statistici relativi al periodo 1932-38: 1932: 1.904.570 stranieri entrati con 9.478.095 giornate di presenza; 1933: 2.528.308 stranieri con 11.188.206 giornate; 1934: 3.142.372 e 11.737.634; 1935: 3040.820 e 10.134.104; 1936: 3.392.762 e 12.232.706; 1937: 5.018.706 e 17.370.496; 1938: 3.982.995 e 14.297.931; 1939: 2.481.998 e 8.632.061. Nel 1940 il numero degli stranieri entrati in Italia scende a 419.139 con 1.969.953 giornate di presenza e nel 1941 a 197.270 e 986.350.

Il turismo rappresentava per l'Italia nell'anteguerra una delle maggiori e spesso la principale risorsa economica. Il deficit della bilancia commerciale fu, infatti, coperto dal saldo attivo della bilancia turistica, nella misura del 91% nel 1931; del 65% nel 1932; dell'86% nel 1933; del 47% nel 1934; del 38% nel 1935; del 67% nel 1937; del 151% nel 1938; del 70% nel 1939. Non sono stati pubblicati i dati relativi al 1936. A parte il 1935, anno in cui la bilancia dei pagamenti fu turbata dalle spese per la guerra d'Etiopia e dal diminuito afflusso di stranieri, il saldo attivo della bilancia turistica ha sempre coperto per la metà, e oltre, il saldo passivo della bilancia commerciale. Nel 1931 e nel 1933, anzi, lo portava quasi in pareggio, mentre nel 1938 copriva completamente il deficit emergendo altresì con un cospicuo avanzo attivo.

Altrettanto si è verificato in altri paesi di carattere turistico come la Svizzera e la Francia. In Francia, in sette anni, dal 1932 al 1938, i 16.749 milioni di franchi di disavanzo della bilancia commerciale furono coperti per oltre i tre quarti, cioè per 12.646 milioni, dal saldo attivo del turismo. Negli anni 1933, 1934, 1935, 1938 tale saldo attivo superò anzi il passivo.

Un andamento non molto diverso rispetto al movimento turistico negli anni precedenti al conflitto mostrano le statistiche dei viaggiatori dagli Stati Uniti d'America verso l'Europa e il Mediterraneo, e dei pagamenti degli S. U. all'Europa e ai paesi del Mediterraneo: 1q32: 265.000 viaggiatori con una spesa di 144 milioni di dollari; 1933: 191.000 e 105; 1934: 178.000 e 102; 1935: 185.000 e 114; 1936: 210.000 e 134; 1937: 249.000 e 160; 1938: 196.000 e 131; mancano le cifre per il 1939.

Danni e ricostruzione della attrezzatura turistica. - Laguerra ha causato danni ingenti all'attrezzatura turistica ricettiva italiana su 361.962 letti (in 28.628 alberghi e locande) nel 1940, ne furono distrutti o danneggiati 56.780, ma i danni risultano molto più gravi se si considera la diminuita efficienza reale delle aziende alberghiere per l'impossibilità, durante varî anni, di riparare gli edifici e di rinnovare l'equipaggiamento. Enormi furono i danni subìti dai mezzi di comunicazione e di trasporto (ferrovie, strade, parco automobilistico, marina mercantile), ossia dai mezzi indispensabili per la pratica del turismo: v. ferrovia, in questa App.

Anche durante il quasi totale arresto di ogni attività turistica e nei momenti più gravi della guerrra, ogni paese si è preoccupato di conservare le proprie attrezzature ospitali e di mantenere in vita le strutture organizzative che potevano permettere di riprendere, al momento della pace, le attività connesse col movimento turistico. Il turismo interno fu incoraggiato specialmente nei paesi rimasti fuori della guerra come la Svizzera, ove in molti modi si cercò di mantenere in vita le aziende alberghiere e di trasporti sostituendo le correnti straniere, non del tutto cessate del resto, con la meno ricca clientela nazionale. In Italia si può dire che solo negli anni 1943, 1944 e 1945 sia quasi completamente cessato il movimento turistico nazionale.

A guerra conclusa, gli stati economicamente più progrediti e meglio dotati di risorse turistiche si sono sforzati, pur fra difficoltà spesso enormi, di riattivare, con le reti dei trasporti, anche le attrezzature ricettive e di assicurarsi le prime correnti di turisti, specialmente americani.

La ripresa del movimento turistico dopo la guerra. - I primi turisti che percorsero l'Europa furono appunto i militari alleati in licenza, organizzati in comitive. Svanite rapidamente le speranze di una rapida invasione in massa di turisti statunitensi, trattenuti dall'incerta situazione politica ed economica europea e dalla scarsità dei mezzi di trasporto aerei (ormai l'aereo transatlantico è un mezzo ordinario fra le Americhe e l'Europa) e marittimi, il turismo internazionale ha ripreso con lenta ma continua progressione.

Le prime statistiche disponibili dopo la guerra, per quanto incomplete e non pienamente attendibili, permettono di fare una stima del turismo europeo alla fine del 1947. Nel 1946 100.000 turisti americani risultano arrivati in Europa e nei paesi del Mediterraneo, dove hanno speso complessivamente 90 milioni di dollari; nel 1947 le cifre salgono a 161.000 viaggiatori e a 151 milioni; valutazioni attendibili per il 1948 dànno circa 300.000 viaggiatori e 350 milioni di spesa. L'Italia ebbe nel 1947 1.050.000 visitatori stranieri con 3.700.000 giornate di presenza, circa un quinto del massimo toccato nel 1937. La "bilancia turistica" dell'Italia registra nel 1947 un saldo attivo di 17,5 miliardi, essendo calcolata in 20 miliardi la spesa dei turisti stranieri in Italia e in 2,5 quella degli Italiani all'estero. Il movimento nelle località dichiarate stazioni di cura, soggiorno e turismo è stato nel 1947 di 16.743.000 presenze di Italiani (nel 1939, 20.061.000) e di 2.298.000 presenze di stranieri (contro 8.632.061 nel 1939). Nell'estate 1948 (luglio-agosto-settembre) il movimento turistico nelle stesse località è stato di 12.621.145 presenze giornaliere di Italiani e di 1.740.964 presenze di stranieri. Il numero totale di stranieri affluiti in Italia nel 1948 è stato di 1.590.033.

Turismo e ricostruzione economica europea. - Poco affidamento si può fare per alcuni anni avvenire sul movimento intereuropeo, nonostante i progetti di unioni economiche o di federazioni europee, data la lentezza con la quale si potranno smobilitare le barriere esistenti fra le varie economie nazionali, soprattutto le restrizioni al trasferimento delle valute, e l'impoverimento generale dei popoli. Tutte le speranze si appuntano perciò sull'America (anche Meridionale), e sono giustificate, tra l'altro, dal riconoscimento ufficiale dell'importanza dell'apporto dei turisti americani alla ripresa della economia europea. L'ERP contempla infatti (cap. 169, sez. II, tit. I, sez. 117, par. 6) fra i doveri dell'amministratore dell'ECA quello di facilitare o incoraggiare in collaborazione con il ministro del Commercio "mediante viaggi privati e pubblici, trasporti e altri organi, il promovimento e lo sviluppo di viaggi da parte dei cittadini degli Stati Uniti nei paesi partecipanti".

Previsioni autorevoli fanno sperare che il numero dei visitatori americani in Europa salirà gradualmente fino a raggiungere nel 1951 un livello di 500.000 con una spesa di 800 milioni di dollari, incluse le spese di viaggio da e per l'America. Nel periodo 1948-51 è previsto per l'Europa un introito totale da 2,5 a 3 miliardi di dollari apportati da turisti americani. Il turismo si pone con ciò come uno dei principali coefficienti della ricostruzione economica europea. Dipende in parte dagli Italiani se la partecipazione del loro paese a questa risorsa sarà più o meno cospicua.

Prezzi. - I prezzi degli alberghi e dei mezzi di trasporto hanno evidentemente decisiva influenza sull'afflusso di turisti interni ed esteri: in generale tali prezzi sono fortemente aumentati rispetto ai prezzi d'anteguerra espressi in dollari (per quanto i tassi di cambio del dollaro sulle varie monete europee possano essere ritenuti corrispondenti alla realtà economica dei rispettivi paesi). Così, secondo una valutazione pubblicata in un rapporto alla conferenza dell'Unione delle organizzazioni ufficiali di turismo di Oslo (giugno 1948), in Italia i prezzi degli alberghi ragguagliati al dollaro nel 1947 sarebbero aumentati, rispetto al 1938, dell'8 oo in quelli di 1ª classe e del 21% in quelli di 2ª; i prezzi delle ferrovie sarebbero diminuiti da 6,5 nel 1938 a 4,7 per la 1ª classe e da 4,4 a 2,7 per la 2ª classe (rispettivamente a 4,7 e 2,7 se l'aumento delle tariffe del febbraio 1949 viene calcolato, in media, del 30% per la 1ª classe e del 40% per la 2ª classe); i prezzi dei ristoranti sarebbero cresciuti dal 72 al 90%. In Francia le percentuali di aumento sarebbero invece del 28% negli alberghi di 1ª classe, del 47% in quelli di 2ª; le tariffe ferroviarie sarebbero inferiori del 9 e del 20% rispettivamente per la 1ª e la 2ª classe, mentre per i ristoranti i prezzi sarebbero saliti dell'89%. Eccezionali gli aumenti sui prezzi degli alberghi in Grecia (204-353%) e in Belgio (300%); relativamente moderati in Svizzera (39-40%), in Gran Bretagna (43,790, in Svezia (40-60%), in Danimarca (30,4-44,6%), in Austria (da 0 al 38%), in Norvegia (29-58%). Unico paese in cui i prezzi risultano diminuiti è l'Olanda (oltre 10%).

Problemi del turismo. - In generale, la recente guerra e le conseguenti vicende monetarie ed economiche hanno accentuato e accelerato la tendenza già manifestatasi da gran tempo verso una clientela turistica numerosa, ma di scarsa potenzialità economica, verso un turismo organizzato e affrettato. Onde la necessità di creare per i nuovi turisti un'attrezzatura alberghiera economica, che unisca alle più moderne installazioni, semplicità, buon gusto e basso costo di costruzione, arredamento ed esercizio.

Gli sforzi che vanno facendo specialmente Gran Bretagna e Francia per accaparrarsi visitatori che rechino valuta pregiata alla loro bilancia commerciale e le cure che si dedicano ovunque nella Europa Occidentale allo sviluppo delle attrezzature turistiche e del movimento turistico interno dimostrano che sono ormai largamente compresi i benefici materiali del turismo. Ma si afferma anche la convinzione che la diffusione del turismo si converte in uno stimolo al progresso civile: vi sono paesi ove la vita locale, per prevalente influsso del turismo, ha così aggentilito e perfezionato ogni suo aspetto da acquistare la lindura e la cortesia accogliente, la civile ospitalità d'una mostra, senza avere di questa gli aspetti artificiali, conservando anzi con geloso compiacimento i proprî caratteri nativi.

Quest'opera di progresso è non solo promossa o favorita dagli organi ufficiali che ogni stato ha creato per lo sviluppo del turismo, ma riceve ora anche vivo impulso dalle molteplici organizzazioni e iniziative sorte in ogni paese per iniziativa privata per generalizzare la pratica del turismo e metterne i benefici alla portata di tutti, in primo luogo dei giovani. Si è compreso che per l'uomo moderno è indispensabile la conoscenza diretta del proprio paese, completata possibilmente da qualche viaggio all'estero.

Turismo giovanile e popolare. - Nel campo del turismo giovanile è degna di nota la vivace ripresa che hanno avuto nel dopoguerra le organizzazioni dei giovani esploratori nei varî paesi (vedi scoutismo, in questa App.) e la loro pronta collaborazione in campo internazionale.

Anche in Italia è ormai largamente sentita l'importanza del turismo nell'educazione. Fra le altre iniziative tendenti a diffondere fra la gioventù l'esercizio del turismo come mezzo educativo è da ricordare il "turismo scolastico del Touring Club Italiano" che va organizzandosi ed estendedo la sua benefica attività in molte provincie italiane.

Solo dopo la guerra è penetrato in Italia il movimento degli Alberghi per la Gioventù (AG) nato in Germania ma estesosi in quasi tutti i paesi europei, movimento che si propone di rendere possibile ai giovani aderenti, che marciano a piedi o in bicicletta, la pratica del turismo, apprestando per essi alloggi a prezzo ridottissimo. Oltre 1700 AG (senza contare quelli esistenti in Germania prima della guerra) sono ora in funzione in Europa; le varie associazioni nazionali, proprietarie o conduttrici degli alberghi sono riunite in una federazione internazionale che facilita gli scambî di soci fra l'uno e l'altro paese. In Italia è sorta nel 1946 l'Associazione italiana alberghi per la gioventù (AIG, con sede in Roma) che si studia di creare una prima rete di AG che permetta ai giovani stranieri di visitare senza grande spesa i centri turistici italiani.

Altra forma di turismo assai diffusa in Europa e in America, anche come reazione alle costrizioni della vita moderna nelle città e nelle zone fortemente industrializzate e come ritorno a condizioni più primitive di vita a diretto contatto con la natura, è il campeggio, non tanto nelle sue manifestazioni collettive (come i campeggi sociali del TCI, del CAI, dell'ACTI), quanto in quelle individuali o a piccoli gruppi; la tenda può essere trasportata facilmente. L'Associazione campeggiatori turistici italiani (ACTI) corrisponde a numerose fiorenti associazioni federate nella International Federation of Camping Clubs con sede in Londra.

Il problema, poi, del turismo popolare o dei lavoratori si è imposto ormai all'attenzione. I regimi dittatoriali avevano creato, avanti la seconda Guerra mondiale, organi per il turismo allora detto di massa: OND (ora sostituita dall'ENAL), Kraft durch Freude, ecc., ma ormai anche negli altri paesi europei in forme diverse sono sorte potenti organizzazioni che si propongono di facilitare viaggi e soggiorni ai ceti economicamente meno favoriti. Su queste linee operano in Gran Bretagna la Workers' Travel Association, in Francia l'organizzazione Tourisme et Travail, in Belgio Vacances et.; Santé, in Svezia la Svenska Folkereso, in Svizzera la Cassa svizzera di viaggi con l'alleata Popularis, in Olanda la N.V. Nederlandsche Reisvereeniging, ecc. In Italia il TCI, che da molti anni organizzava campeggi ed escursioni sociali e più tardi ha posto a disposizìone dei soci il suo servizio di vacanze estive e invernali, ha recentemente fondato la Cassa viaggi e vacanze, che da un lato si propone di favorire il risparmio a scopo turistico, ossia la raccolta dei mezzi necessarî per il godimento delle ferie, e dall'altro, mediante convenzioni con alberghi e imprese di trasporti, mette a disposizione degli iscritti combinazioni di viaggi e soggiorni a prezzi prefissati.

Organi ufficiali e associazioni turistiche.- Molti stati hanno creato organi ufficiali centrali e periferici destinati a promuovere e coordinare le attività turistiche. In Italia, nel 1947 fu istituito il Commissariato per il turismo, alle dipendenze della Presidenza del consiglio dei ministri, che ha ripreso con maggiore autorità le funzioni svolte in passato dalla direzione generale del turismo. Organo consultivo del commissariato è il Consiglio centrale per il turismo, nel quale sono rappresentati i ministeri, gli enti e le associazioni interessati al turismo. Accanto al commissariato sussiste, per l'azione di studio, rilevamento statistico, propaganda e assistenza ai turisti, l'Ente nazionale per le industrie turistiche (ENIT). La struttura periferica dell'organizzazione turistica nazionale comprende tuttora gli enti provinciali per il turismo (in ogni capoluogo di provincia) e le aziende autonome di cura, soggiorno e turismo e le associazioni pro-loco, nelle singole località turistiche. Le grandi associazioni turistiche nazionali, come il Touring Club Italiano, il Club Alpino Italiano, l'Automobile Club d'Italia, hanno ripreso con rinnovato fervore d'iniziative l'attività nei loro varî settori.

Nella Svizzera presiede alle attività turistiche l'Ufficio nazionale svizzero per il turismo, con sede a Zurigo; in Francia, soppresso il Commissariat général du tourisme, il turismo è affidato a un servizio dipendente dal Ministero dei trasporti; in Belgio funziona invece il Commissariat belge du tourisme; in Gran Bretagna svolge compiti analoghi un ente non ufficiale, la British Travel Association; in Austria una Stelle für den Wiederaufbau der Oesterreichischen Fremdenverkehrswirtschaft; nella Germania Occidentale sono stati istituiti l'Internationales Fremdenverkehrsbüro con sede in Francoforte e il Bund Deutscher Verkehrsverbände und Bäder con sede a Colonia.

Va ricordata l'attività turistica dell'Alliance internationale de tourisme (AIT), con sede a Ginevra, federazione internazionale dei Touring clubs e in genere delle associazioni ed enti turistici; quella della Fédération internationale de l'automobile (FIA), con sede a Parigi, alla quale aderiscono gli Automobile clubs e in genere le associazioni automobilistiche; e quella della Fédération aéronautique internationale, con sede pure a Parigi, che comprende le associazioni aeronautiche nazionali (per l'Italia l'Aero Club d'Italia, con sede in Roma). L'AIT e la FIA hanno recentemente istituito il Bureau Central AIT-FIA, residente a Londra, per il coordinamento dell'attività comune delle due associazioni per lo sviluppo del turismo internazionale. Gli enti ufficiali nazionali preposti al turismo sono raggruppati a loro volta nell'Union internationale des organes officiels de tourisme, che ha tenuto nel 1948 una conferenza a Oslo.

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