Turchi

Dizionario di Storia (2011)

turchi


Termine con cui oggi si indicano gli abitanti della Turchia o le genti parlanti lingue turche estese in tutta l’Asia centrale dalla periferia cinese (Xinjiang Uyghur) all’Anatolia. Esso trae origine da una tribù nomade della Mongolia che per prima si attribuì questo nome, testimoniato nelle iscrizioni dell’Orqon (türk, kök türk), e tramandato nelle fonti cinesi nella forma t’u-chüeh. Il 4° e 5° sec. furono per l’Asia centrale un periodo di grande turbolenza, le cui conseguenze si sentirono fin nell’Europa orientale e ai confini dell’impero bizantino; molte delle popolazioni di area linguistica altaica si spostarono verso occidente oltre il Caucaso, mentre le steppe a nord del Tian Shan venivano unificate dai e nella Cina settentrionale si insediava la dinastia «barbara» dei Tabgach-Wei. Alla metà del 6° sec. le tribù dei tujue, asservite ai juan-juan e adibite alla metallurgia, si ribellarono prendendo il potere e conquistando tutti i territori dalla Mongolia fino ai confini dei Sasanidi; alleatisi con questi, sbaragliarono gli , inglobandone i possedimenti ed espandendosi fino alla Sogdiana e all’India nordoccidentale. Il loro impero, che durò dal 552 al 740 con un’interruzione dal 650 ca. alla fine del secolo, ebbe un’importanza straordinaria sia dal punto di vista storico che da quello culturale (creazione della prima scrittura, scambi diplomatici e commerciali con Bisanzio, con i Sasanidi e la Cina, cultura turca come fattore unificante dell’Asia centrale). L’estensione stessa dei territori controllati dai tujue portò ben presto a una divisione tra t. orientali e t. occidentali, anche se la composizione delle confederazioni tribali era in continuo mutamento. In Mongolia ai kök türk successero gli , il cui impero era territorialmente più limitato: infatti nella parte occidentale dell’Asia centrale dall’inizio dell’8° sec. crebbero di importanza formazioni turche quali i turgesh, i qarluq, gli oghuz. Prima del 9° sec. erano penetrati tra i t. il buddhismo, il nestorianesimo e il manicheismo; l’islamizzazione dell’Asia centrale, esauritasi la spinta dovuta agli arabi, iniziò nel 10° sec. proprio a opera delle tribù turche. Da questo periodo iniziò la formazione di dinastie e regni turco-musulmani che si spartirono i territori dell’Asia centrale occidentale arrivando fino all’India settentrionale e alla Persia: i Ghaznavidi in Afghanistan e Panjab, i Qarakhanidi dal Balkash alla Transoxiana, i Ghuridi che dall’Afghanistan centrale arrivarono fino al Khorasan, a Ghazna e Delhi, e, soprattutto, i Selgiuchidi che, divenuti sultani e insediatisi a Baghdad, ressero un impero esteso dalla Transoxiana all’Anatolia. L’espansione turca verso occidente subì nel 13° sec. una violenta interruzione a opera di Genghiz Khan, proseguita dai khanati mongoli a lui successivi (Chaghatay, Qipchaq, Orda d’oro) e, nel sec. 14°, dall’impero di Tamerlano. La supremazia mongola non soppiantò, ma divenne piuttosto veicolo dell’elemento turco-islamico, che presto riprese il sopravvento con formazioni politiche importanti come gli uzbeki, i turkmeni e, soprattutto, gli ottomani (➔ ). Con la proclamazione della Repubblica di Turchia (1923), i t. ottomani, liquidato l’impero plurinazionale, rimasero circoscritti alla loro sede nazionale dell’Anatolia e a una parte della Tracia. Ma al di fuori di questo nucleo esistono tuttora importanti gruppi etnici t., incorporati o federati in Stati più vasti (Turkmenistan, Uzbekistan, Georgia, Armenia, Azerbaigian ecc.); inoltre, vi sono gruppi t. più o meno consistenti in Bulgaria, Romania, Turkestan cinese e Cina.

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