DE MAURO, Tullio

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)

DE MAURO, Tullio

Stefano Gensini

Linguista e filosofo del linguaggio, nato a Torre Annunziata, Napoli, il 31 marzo 1932. Allievo di A. Pagliaro, ha insegnato nelle università di Napoli, Chieti, Palermo e Salerno. Dal 1974 è ordinario di Filosofia del linguaggio all'università di Roma ''La Sapienza''. Tra i fondatori della Società di linguistica italiana, ne è stato presidente dal 1969 al 1973. Dopo i primi contributi nel campo dell'indoeuropeistica, si è dedicato alla linguistica generale, fra l'altro con un ampio commento storico-interpretativo a F. de Saussure, Cours de linguistique générale, poi tradotto in varie lingue, e con numerosi studi di semantica teorica e storica. In questo settore ha inteso raccordare la ricerca linguistica a presupposti di ordine semiotico, provvedendo una classificazione tipologica dei codici e un'originale concezione delle peculiarità delle lingue storico-naturali.

Per tale aspetto è fra gli studiosi che più hanno contribuito a innovare teorie e metodi della linguistica italiana, movendo dall'impostazione storicistica entro una prospettiva che ha acquisito la lezione saussuriana e hjelmsleviana e, sul versante logico-epistemologico, quella dei ''giochi linguistici'' di L. Wittgenstein. Persuaso che la storia delle idee e delle ricerche linguistiche abbia anche peculiare valenza teorica, ha svolto e promosso analisi della filosofia del linguaggio in epoche diverse, dalla grecità all'Illuminismo, dalla Romantik al nostro secolo. Ha inoltre indagato la storia linguistica d'Italia dopo l'unità, utilizzando dati di storia sociale, demografica, economica, politica per delineare, combinati con dati di ''linguistica interna'', la fisionomia linguistico-culturale della società italiana fino alla metà di questo secolo nel volume Storia linguistica dell'Italia unita (1963).

Attento alla rilevanza del linguaggio nei processi educativi, De M. ha prodotto una serrata critica dell'educazione linguistica tradizionale e ha lavorato (guidando numerose sperimentazioni sul campo, oltre che con un'intensa attività pubblicistica e con la partecipazione all'elaborazione di programmi didattici) alla delineazione di un nuovo metodo dell'insegnamento dell'italiano, sullo sfondo delle differenze determinate dai dialetti e dagli idiomi di minoranza, oltre che dal retaggio di profonde contraddizioni sociali.

Tra le altre sue opere: Introduzione alla semantica (1965); edizione italiana e commento di Saussure, Corso di linguistica generale (1967); Ludwig Wittgenstein: his place in the development of semantics (1967); Senso e significato. Studi di semantica teorica e storica (1971); Scuola e linguaggio (1977); Idee e ricerche linguistiche nella cultura italiana (1980); Guida all'uso delle parole (1980); Minisemantica dei linguaggi non verbali e delle lingue (1982); Ai margini del linguaggio (1984); L'Italia delle Italie (1987).

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