Trivùlzio

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Nobile famiglia milanese, i cui primi ricordi risalgono forse al sec. 11º, e la cui nobiltà fu riconosciuta nella revisione operata dall'arcivescovo Ottone Visconti nel 1277. Quattro suoi membri, Ambrogio, Gabriele, Riccardo e Accomio presero parte alla congiura contro Gian Maria Visconti (1412). La stessa posizione antiviscontea assunse Ambrogio, mentre il fratello Erasmo (m. 1459) si schierò a favore dei Visconti e degli Sforza, e fu maresciallo generale. Con gli Sforza i T., divisi in varî rami, assunsero una posizione importantissima nella vita politica milanese. Tra i membri del ramo T. di Casteltidone (estinto nel 1549) si ricordano Giacomello, che fu tra i negoziatori della pace di Lodi (1454), Giacomo, potente con la dominazione francese, ma spogliato dei suoi feudi col ritorno degli Sforza (1521). Del ramo T. di Borgomanero si ricordano: Antonio (m. 1509), cardinale (1500); Teodoro (v.); Agostino (m. 1548), cardinale (1517), legato a latere per la Francia, ostaggio agli imperiali per la liberazione di Clemente XII (1527). Del ramo dei T. marchesi di Vigevano e conti di Mesocco si ricordano: Antonio (m. 1454), uno dei protagonisti del trapasso di Milano, attraverso la Repubblica Ambrosiana, dai Visconti agli Sforza; suo figlio Gian Giacomo, detto il Magno (v.); e il nipote ed erede di questo Gian Francesco (v.). Del ramo dei signori di Formigara: Ranieri Renato (v.), generale e diplomatico, e il nipote Renato (m. 1543), letterato di qualche merito. Del ramo dei conti di Melzo, si ricorda Scaramuzza (m. 1527), giureconsulto, vescovo di Como (1508) e cardinale (1517), infine, vescovo di Piacenza (1522). Del ramo dei conti di Melzo principi dell'Impero si ricordano: Antonio (m. 1559), cardinale (1557); Alessandro Teodoro (n. 1694 - m. 1763), fondatore della biblioteca e delle altre raccolte trivulziane, alle quali dette preziosa collaborazione il fratello abate Carlo (n. 1715 - m. 1789), che raccolse dipinti e manoscritti, e definitiva importanza il nipote Gian Giacomo (v.); la collezione di quadri e la biblioteca furono cedute nel 1935 alla città di Milano, e sono collocate nel Castello Sforzesco. Allo stesso ramo di Melzo appartenne il generale Alessandro (v.). Da ricordare anche, di un ramo collaterale, ma recante lo stesso predicato, Gian Giacomo Teodoro (v.). n Gian Battista, arciprete del Duomo di Milano dal 1538 al 1540, ha dato il nome dei T. al celebre candelabro di bronzo da lui donato al Duomo nel 1562 (candelabro T.) e ivi custodito, insigne opera d'arte romanica, attribuita allo stesso Nicola di Verdun o, da altri, a scuola inglese o dell'Italia settentrionale.

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