TRIFOGLIO fibrino

Enciclopedia Italiana (1937)

TRIFOGLIO fibrino (lat. scient. Menyanthes trifoliata L.)

Fabrizio CORTESI

Pianta Dicotiledone della famiglia Genzianacee: ha fusti semistriscianti e radicanti nella melma con foglie alterne munite di un lungo picciolo guainante alla base, trifoliolate all'apice con foglioline sessili, leggermente dentate, obovate, di color verde pallido: i fiori sono disposti in grappoli terminali ciascuno all'ascella di una brattea e muniti di due bratteole. La corolla gamopetala è bianca o rosea con lembo quinquepartito e lobi muniti di lunghe papille filiformi che li fanno sembrare frangiati. Il frutto è una capsula bivalve. Vive nei luoghi palustri talora del piano ma per lo più dei monti: in Italia cresce nelle regioni settentrionali, in Toscana e nella regione del Matese e fiorisce da maggio ad agosto.

La droga è costituita dalle foglie che si raccolgono alla fine dell'estate: sono inodore e di sapore amaro, contengono il glucoside meniantina. Una volta si usava anche il rizoma. Le proprietà medicinali di questa pianta sono note fin dal sec. XVI e gli antichi botanici l'hanno illustrata e descritta col nome di trifoglio castoro.

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