TRICHINOSI

Enciclopedia Italiana (1937)

TRICHINOSI (o Trichiniasi)

Nino BABONI
Agostino PALMERINI

Malattia parassitaria causata dalla trichina (v.), caratterizzata da catarro acuto dell'intestino e da miosite. L'infezione è diffusa nei paesi dell'Europa, dell'America Settentrionale e dell'Africa orientale, dove colpisce il maiale, il ratto, il sorcio, il cane, il gatto, la volpe, la martora, l'orso, il tasso, la puzzola, ecc.; colpisce non di rado anche l'uomo. Il suino s'infetta nutrendosi di carne trichinosa di suini morti, o mangiando ratti e sorci (o le loro feci), i quali, dove la malattia domina, essendo sempre largamente infestati, sono i maggiori responsabili nella sua propagazione. La diffusione della trichinosi tanto nei ratti quanto nei sorci è dovuta al fatto che i rappresentanti di queste specie si cibano dei cadaveri dei compagni e dei rifiuti dei macelli. Il parassita risiede di preferenza nei muscoli intercostali, nel diaframma, in quelli del collo, della laringe, della lingua, ove determina una miosite con degenerazione granulosa della fibra muscolare interessata. Attorno alla trichina si sviluppa, nello spazio di due-tre mesi, una capsula a forma di limone, di natura connettivale, della lunghezza di mm. 0,24, della larghezza di mm. 0,4, che nel decorso di cinque-sette mesi si mostra completamente calcificata. Nel suino il periodo d'invasione della trichina è indicato dalla comparsa di catarro intestinale acuto; verso la fine della seconda settimana s'iniziano i sintomi delle localizzazioni muscolari, caratterizzati da senso di prurito e da andatura rigida; in seguito gli ammalati sono costretti al decubito continuo, presentando respirazione superficiale, voce rauca, trisma e disfagia. In generale nello spazio di 4-6 settimane sopravviene la guarigione. I casi di morte sono rari. I sintomi della trichinosi nel cane sono simili a quelli dell'uomo. La trichinosi può confondersi specialmente con il reumatismo muscolare. La diagnosi clinica può essere accertata con l'esame microscopico delle materie fecali e in una parte dei casi mediante la prova della deviazione del complemento. Per il riconoscimento delle trichine al tavolo anatomico, è richiesto l'esame microscopico di muscoli. I macelli dei paesi ove il parassita è diffuso hanno speciali trichinoscopî, che facilitano, in unione a particolari procedimenti d'esame, la dimostrazione del parassita.

I suini e anche i cani macellati a scopo alimentare riconosciuti infestati, vanno distrutti. Per la profilassi giova la lotta contro i ratti e i sorci e la loro distruzione quando sono trovati morti.

Trichinosi nell'uomo. - Si devono a B. Rupprecht (Die Trichinenkrankheit im Spiegel der hettstedter Endemie vom 1863, Hettstedt 1864) le prime descrizioni del quadro clinico della trichinosi nell'uomo. Come si sa dalla biologia del parassita (v. trichina), le forme adulte vivono nel duodeno e nel digiuno, i maschi muoiono poco dopo l'accoppiamento, le femmine emigrano verso gli spazî linfatici delle pareti intestinali ed essendo vivipare producono gli embrioni (1500 e più per ciascuna femmina); gli embrioni per la massima parte sono trasportati dal sangue e dalla linfa, penetrano nelle fibre muscolari e si trasformano in larve incistate le quali possono rimanere vive per molti anni. Corrispondentemente a questo ciclo biologico B. Rupprecht nel decorso clinico della malattia distingue: a) un primo periodo (sviluppo dei parassiti nel lume e nelle pareti dell'intestino) nel quale predominano i disturbi gastro-intestinali (anoressia, eruttazione, vomito, stipsi, diarrea); s'iniziano i dolori muscolari, compaiono edemi fugaci alle palpebre, alla faccia; b) un secondo periodo (emigrazione degli embrioni verso le fibre muscolari) nel quale prevalgono i fenomeni a tipo miositico: durezza, dolorabilità dei muscoli (specialmente il bicipite e il gastrocnemio) che s'esacerba nei movimenti, donde fissità dello sguardo, afonia, dispnea, ecc.; c) un terzo periodo (incistamento delle larve) nel quale dopo l'esagerazione si ha l'attenuazione di tutti i sintomi, se la malattia volge a guarigione, oppure cachessia progrediente, edema della testa (per questo edema la malattia è nota anche come disease of the big head), febbre, disturbi mentali, morte. La durata della malattia può essere molto varia e svolgersi secondo tipi diversi dallo schema nosografico sopra riportato. C. W. Stiles su 14.820 casi raccolti in Germania dal 1860 al 1897 riporta 831 casi di morte. La malattia può confondersi facilmente con il reumatismo muscolare, il tifo, la polinevrite. Con il nome di pseudotrichiniasi sono descritte affezioni con localizzazioni muscolari di parassiti affatto diversi, quali la Sarcocystis Miescheriana, del gruppo dei sarcosporidî; o di strongilidi erroneamente descritti come trichine. Per l'uomo hanno particolare importanza le carni infette del maiale nelle quali la cottura uccide con sicurezza il parassita. Facendo ingerire le carni infestate ad animali da esperimento (coniglio, topo, cavia) e poi sacrificandoli in tempo diverso, si possono dimostrare le forme adulte nell'intestino, le larve nei muscoli (diaframma). Nell'uomo, nella prima fase dell'affezione si possono dimostrare le forme adulte nelle feci, più tardi le cisti nei frammenti muscolari ottenuti per biopsia. Nel sangue si rileva spiccata eosinofilia. La cura può essere efficace solo nel rimuovere con gli antelmintici (calomelano, timolo, ecc.) le forme adulte libere nell'intestino; invece non si conosce alcun mezzo capace di uccidere le forme incistate.

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