Trapunto

Enciclopedia Dantesca (1970)

trapunto

Domenico Consoli

La faccia di papa Martino IV appare, tra quelle dei golosi nel Purgatorio, più che l'altre trapunta (XXIV 21, in rima). I commentatori antichi scorgono nel vocabolo l'effetto della magrezza: " idest magis macra quia gravius deliquit " (Benvenuto); " più magro che li altri " (Buti); " idest macilenta " (Serravalle); " più che l'altre estenuata e munta " (Vellutello).

Il Lombardi chiosa: " trapunta (da ‛ trapungere ' al medesimo senso di ‛ trafiggere ') per ‛ istraziata ' dalla fame e dalla sete ". Il Cesari si richiama all'idea del ricamo: " per lo sporgere delle ossa che informavan la pelle, non si pareano della faccia che i soli contorni, spiccati come ne' ricami, mancando il pieno delle carni ". Con motivazione diversa il Tommaseo: " Le inuguaglianze dell'arida pelle rendono imagine di trapunto ".

Oscillanti le interpretazioni dei più moderni esegeti: " può significare quasi traforata dalle ossa, tanto aderisce ad essa; ma il trapunto è anche un ricamo, e potrebbe quella parola accennare scherzosamente alle sporgenze delle ossa che quasi ricamano la pelle " (Porena), e il ricamo si presterebbe anche a esser causato dalla scagliosità del viso (Scartazzini-Vandelli, Sapegno). Altri fa del termine il corrispondente di " grinzosa " (Del Lungo, Mattalia).

A una vera e propria " trapunta " pensa il Pézard: " Un tapissier... pique ensemble deux enveloppes de tissu et plusieurs épaisseurs d'embourre interposées, qui gonflent et matelassent; les points ou noeuds de fil espacés forment autant de creux, à quoi Dante compare, entre les saillier des os, les joues creuses, les narines pincéés, les ventres vides; la peau semble cousue et tirée en arrière vers l'autre face du corps ".