Trappola

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trappola Dispositivo usato nella caccia per la cattura di animali. Le t. disegnate specificamente per la cattura di animali vivi possono o no contenere esche attrattive, come per es. le t. a cassetta per la cattura di mammiferi di piccole e medie dimensioni, o le t. a laccio per la cattura dei carnivori; per la cattura e l’uccisione di mammiferi considerati nocivi (topi, arvicole, volpi ecc.) si usano generalmente t. a scatto o tagliole, mentre nella ricerca entomologica si adoperano per lo più t. atte alla raccolta di un elevato numero di esemplari, come le t. a caduta, diversi tipi di t. luminose o di t. di rete metallica con esche di varia natura. botanica Fiori a t. Quelli in cui la parte inferiore del tubo perigoniale (nelle aristolochie) o della spata (nel gigaro) ha una particolare conformazione, per la quale gli insetti impollinatori sono costretti a soggiornarvi per qualche giorno.

Si chiama t. anche la metamorfosi fogliare di alcune piante carnivore, atta alla cattura di piccoli insetti. Ne sono esempio gli ascidi e le foglie a tagliola della Dionaea. fisica In fisica dello stato solido, imperfezione reticolare in un cristallo isolante che introduce un livello energetico permesso nella banda di energia proibita e che può catturare un eventuale portatore di carica presente nel cristallo.

Piccola regione nella quale può venire confinato un atomo. In molte ricerche di fisica atomica è importante ottenere un atomo praticamente fermo, confinato in una piccola regione dello spazio per un tempo sufficientemente lungo da consentirne lo studio. Atomi praticamente fermi (e quindi localizzati) si possono ottenere mediante il rallentamento di un fascio atomico per mezzo della pressione di radiazione esercitata da un fascio laser (raffreddamento atomico laser), la cui frequenza νL corrisponda a una riga di assorbimento degli atomi del fascio. Se un atomo del fascio assorbe un fotone del fascio laser che si propaga in direzione opposta e lo riemette spontaneamente, poiché questa riemissione ha luogo in una direzione casuale, in media l’atomo subirà un trasferimento di quantità di moto pari a quella del fotone assorbito (L/c, con h costante di Planck e c velocità della luce nel vuoto); vi è pertanto una forza per pressione di radiazione esercitata sull’atomo nella direzione del fascio laser pari alla variazione della quantità di moto dell’atomo nell’unità di tempo, ossia a L/c moltiplicato per il numero di cicli assorbimento-emissione spontanea nell’unità di tempo. Questa forza, per alte intensità della radiazione, ha un valore limite Fm=L/2τc, in conseguenza del tempo minimo, dell’ordine di 2τ (con τ vita media dello stato eccitato dell’atomo), necessario per un ciclo assorbimento-emissione spontanea. Si possono così ottenere accelerazioni negative degli atomi dell’ordine di 105 g e quindi ‘fermare’ atomi con velocità dell’ordine di 103 m/s in qualche millisecondo. tecnica T. di luce Dispositivo ottico atto ad assorbire radiazioni luminose o, in generale, elettromagnetiche; t. di luce, ottenute mediante superfici metalliche annerite su cui l’azione di acidi abbia prodotto una miriade di avvallamenti microscopici, permettono di aumentare notevolmente il rendimento di dispositivi per l’utilizzazione del calore raggiante solare.

Negli impianti termici, t. di vapore, lo stesso che scaricatore di condensa (➔ scaricatore).

Negli impianti ad alto vuoto, per t. s’intende un dispositivo (essenzialmente un manicotto immerso in aria liquida o in azoto liquido) atto a rimuovere, per condensazione, qualsiasi impurità (soprattutto vapori di olio) prima che essa raggiunga la pompa a diffusione; si impiegano, per lo stesso scopo, anche t. in cui la rimozione delle impurità avviene per adsorbimento.

Per le t. di particolato nei motori Diesel ➔ marmitta.

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