Trama

Enciclopedia Dantesca (1970)

trama

Domenico Consoli
Luigi Vanossi

" Filo che, inserendosi nell'ordito, completa la tessitura ". D. adopera il vocabolo in un contesto figurato che allude all'atto di chi, rispondendo a una domanda, sembra aggiungere la t. all'ordito: tacendo, si mostrò spedita / l'anima santa di metter la trama / in quella tela ch'io le porsi ordita (Pd XVII 101)

Si veda in Benvenuto: " est metaphora propria: est enim trama illud filum quod deducitur in telam per ordituram; immo autor noster dederat unum thema orditum, idest inchoatum tantum; et ille Cacciaguida texuit illud iterum interserendo multa verba, exponendo et declarando ".

La parola è presente anche in un verso del Fiore di difficile interpretazione. Si tratta della chiusa del sonetto cc, dove il codice ha: che ciascun vera nointrama corto (detto dei baroni dell'esercito di Amore). Il Parodi legge: che ciascun v'era, non in tram' a corto, intendendo " non a corto, in difetto, di astuzie ".

La lezione del Parodi appare preferibile a quella del Castets (che ciascun v' erano in trame acorto), anche per una maggiore fedeltà al codice, ma neppur essa appare pienamente soddisfacente: l'attributo dell'astuzia sarebbe valido per Falsembiante e Costretta Astinenza, ma non per gli altri baroni dell'esercito di Amore, ai quali qui ci si riferisce (i due hanno già portato a termine il loro compito). D'altra parte l'espressione usuale in antico per " scarseggiare di qualche cosa " era ‛ essere corto a qualche cosa ' (di ‛ essere a corto di qualche cosa ' i dizionari citano solo esempi recenti). Credo quindi che, con piena fedeltà al codice, sia da leggere: che ciascun v' era non in trama corto, dove l'immagine della t. che compie l'ordito della tela andrà intesa con traslato in tutto simile a quello di Pd XVII 101, per il compimento dell'azione predisposta in favore dell'Amante. Che questo sia il valore da assegnare al termine appare dal principio del sonetto successivo, che riprende questa chiusa esplicitandone il senso: Com'i' v' ho detto, a tutto lor podere, / lo Dio d'amor e la sua baronia / presti eran tutti a far senn' e follia / per accompiermi tutto 'l mio volere (cfr. anche Roman de la Rose 14755-56 " E trouvai l'ost armé laienz, / Prest d'assaillir, mes eauz veianz "). Oltre che in Pd XVII 101, l'immagine della t. che compie la tela compare anche in Pd III 95-96 per rappresentare il mancato compimento del voto (per apprender da lei qual fu la tela / onde non trasse infino a co la spuola).