TOSSINE

Enciclopedia Italiana (1937)

TOSSINE (dal gr. τοξικόν "veleno")

Agostino Palmerini

Sostanze elaborate dai microrgdnismi, da alcune piante e da certi animali, intensamente attive a dosi minime, le quali esercitano un'azione dannosa quando vengano introdotte nell'organismo. Sono caratterizzate da una o più delle proprietà seguenti: termolabilità (si distruggono con il calore), periodo d'incubazione che precede il manifestarsi della loro azione tossica, costituzione chimica complessa e ignota, difficoltà di lasciarsi separare dalla molecola proteica, proprietà di suscitare nell'animale recettivo la formazione di un'antitossina specifica. Specialmente quest'ultima proprietà le differenzia da tutti gli altri veleni di natura chimica, cioè non legati ad agenti biologici.

Si conoscono tossine microbiche (per es., tossina tetanica, difterica, colerica, dissenterica, ecc.), tossine vegetali (ricina, abrina, ecc.), tossine animali (veleno del cobra, dei serpenti, delle api, ecc.).

Nel campo delle tossine microbiche si dicono tossine solubili o esotossine quelle che vengono eliminate dai germi nel mezzo in cui vivono a mano a mano che sono elaborate, ed endotossine quelle che hanno tendenza a rimanere legate alle sostanze chimiche che costituiscono il corpo batterico. Praticamente s'adopera come esotossina il liquido bruto ottenuto dalla filtrazione delle colture batteriche liquide; ma possono aversi fino a un certo grado di purezza con i metodi di precipitazione e di dialisi. Più complessi sono i metodi di preparazione per ottenere le endotossine (delle quali alcune sono più termostabili) dagli estratti microbici. Le esotossine più tipiche sono quelle del bacillo tetanico e del bacillo difterico, ma producono esotossine anche il bacillo botulinico, il bacillo dissenterico di Shiga, i germi anaerobî del gruppo B. Novyi, ecc.

Tipica endotossina è la tubercolina preparata da R. Koch dalle colture del bacillo della tubercolosi; altri germi a esotossine sono quelli del tifo, del paratifo, della peste, della morva, dell'infezione melitense, gonococcica, ecc. Secondo la classica teoria di Ehrlich (v.) s'ammette che la tossina possieda un gruppo aptoforo che permette alla tossina di fissarsi al gruppo aptoforo della cellula e un gruppo tossoforo che esplica la vera azione tossica. Non si ha azione tossica se non esistono i due gruppi aptofori che permettono la fissazione. In questo modo s'interpretava l'azione elettiva di certe tossine. Secondo teorie più moderne basate sui fenomeni della chimico-fisica, avverrebbe da parte di determinati tessuti un adsorbimento specifico, oppure alcuni tessuti sarebbero particolarmente reattivi alle tossine per coefficiente di ripartizione, in quanto cioè posseggono composti chimici nei quali la tossina è molto solubile.

Si dice tossoide la modificazione tossica della tossina ottenuta in seguito a invecchiamento o riscaldamento; il tossoide conterrebbe il gruppo aptoforo ma non quello tossoforo che è stato distrutto. Si chiama tossone la parte della tossina difterica che causa la paralisi postdifterica. Si chiama anafilotossina la supposta sostanza tossica che si formerebbe in vivo negli animali anafilattizzati (v. anafilassi) per l'inoculazione dell'antigene anafilattizzante e in vitro per l'aggiunta al siero fresco di animali anafilattizzato, o anche di animali normali, di antigeni proteici o di sospensioni di microrganismi. Si chiamano anatossine (Ramon) le tossine (difterica, tetanica, botulinica) inattivate con formolo nella loro azione tossica, ma che conservano le proprietà antigene immunizzanti di fissare le antitossine e pertanto di grandissima importanza per le vaccinazioni profilattiche.