Torino

Dizionario di Storia (2011)

Torino


Città del Piemonte, capoluogo di regione, alla confluenza della Dora Riparia con il Po. Città romana della regione Transpadana, nel territorio dei taurini, fondata come colonia militare. Il primo vescovo ricordato è s. Massimo (ca. 415). Venuta in possesso dei longobardi, forse già nel 569, T. fu sede di un ducato. Il duca più famoso fu Agilulfo, che alla morte di Autari (590) s’impadronì del regno e sposò la vedova Teodolinda. I franchi ne fecero il centro di una contea e la conservarono nel primo periodo del regno d’Italia. Verso il 940 il re Ugo collocò in T. Arduino Glabrione, con il quale si stabilì nella città una dinastia (Arduinici) e si costituì una marca, che ebbe prosperità specie con Olderico Manfredi. Verso la fine del sec. 11° Umberto II di Savoia, erede dei diritti sabaudi sulla marca, assunse il titolo di conte e marchese di Torino. Egli però non riuscì a occupare la città e anche i successori rivendicarono i diritti su T., scontrandosi con l’opposizione imperiale. Nel 1136 Lotario III riconosceva ai torinesi le libertà comunali, pur limitate dall’autorità del vescovo. Nel 1235 la lotta fra T. e il conte di Savoia parve finire con un trattato di pace. Dopo il 1237 Federico II impose a T. un capitano imperiale; poi nel 1248, per acquistarsi il favore dei Savoia, concesse la città in feudo a Tommaso, fratello di Amedeo IV, che la occupò nel 1251, trovandosi a difenderla contro Asti, Chieri e Moncalieri. Sconfitto (1255), Tommaso dovette rinunciare ai diritti su T., che si costituì in libero comune, ma sotto il predominio di Asti. Nel 1270, piegata la potenza astigiana da Carlo d’Angiò, anche T. riconobbe la signoria angioina, dalla quale nel 1276 passò a quella di Guglielmo VII marchese di Monferrato, finché nel 1280 Tommaso III di Savoia costrinse il marchese di Monferrato a cedergli la città. Nel 1285 T. e i territori italiani dei Savoia furono concessi come feudo della contea ­di Savoia da Amedeo V al nipote Filippo, che prese possesso di T. nel 1295. Stroncato da Amedeo VI il tentativo di Giacomo di Savoia-Acaia di costituire con i territori subalpini un piccolo Stato indipendente dalla contea, T. fu occupata dal Conte Verde, che restituì la città e il territorio a Giacomo di Savoia-Acaia con rigidi legami di vassallaggio e di dipendenza. Morto Giacomo, Amedeo VI tenne la reggenza per i due figli minorenni, così da preparare l’unificazione definitiva dello Stato sabaudo, che avvenne nel 1418. In seguito, Amedeo VIII stabilì a T. il centro dei territori sabaudi subalpini, organizzandovi un consiglio ducale speciale. Nel 1536 la città fu occupata dai francesi. Quando per il Trattato di Blois (1562) Emanuele Filiberto poté entrare in T. (1563), vi stabilì la capitale dello Stato. Nel 1640 T., contesa fra la duchessa Cristina (Madame Cristina), vedova di Vittorio Amedeo I e reggente per Carlo Emanuele II, sostenuta dalla Francia, e i cognati, il cardinale Maurizio e il principe Tommaso di Carignano, appoggiati dalla Spagna, fu assediata dai francesi; il principe Tommaso dovette arrendersi e la città fu consegnata a Madame Cristina, ma T. durante il regno di Carlo Emanuele II (1638-75) fu sotto il controllo della Francia. Vittorio Amedeo II (1675) difese la città contro i tentativi di Luigi XIV d’impadronirsene, tentativi culminati nel corso della guerra per la successione di Spagna con l’assedio francese del 1706, terminato con la vittoria sabauda. Nel 18° sec. T. fu una città ricca di attività economiche. Nel 1798 fu occupata dai francesi, poi presa nel 1799 dalle truppe austro-russe e riconsegnata al governo sabaudo, poi ancora dai francesi nel giugno 1800: il 12 apr. 1801 fu annessa alla Francia. Con la Restaurazione, l’attività degli arsenali e quella delle nuove industrie attirarono a T. numerosi elementi dalle province. T. non risentì degli avvenimenti del 1848-49, anzi conobbe subito dopo un periodo di slancio, mentre l’emigrazione politica da tutte le parti d’Italia la rese capitale morale d’Italia. Il 24 marzo 1860 fu sottoscritto un trattato tra regno di Sardegna e Francia, a conferma del trattato segreto con cui, il 12 marzo, Vittorio Emanuele II aveva ceduto alla Francia la Savoia e Nizza, poi promulgato l’11 giugno 1860 dopo l’approvazione del Parlamento, malgrado l’opposizione di Garibaldi. Con l’unità d’Italia, a T. il 17 febbr. 1861 si tenne la riunione del nuovo Parlamento con rappresentanti di tutte le regioni annesse e il 17 marzo fu proclamato il regno d’Italia; T. ne divenne capitale, fino a quando essa non fu spostata a Firenze (1865). Nel 1865 la partenza da T. della corte, del governo e degli organi della burocrazia costituì un danno per la città. Presto T. superò la crisi, incrementando un notevole sviluppo industriale, basato sul settore metalmeccanico e in particolare automobilistico, e creando i presupposti per l’affermazione e l’egemonia della FIAT, che avvenne sin dai primi anni del 20° sec., all’insegna del fordismo, e che ha esercitato una notevole influenza sull’intero indotto e sulla formazione di società di servizi, oltre che sulla stessa struttura urbana.

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