HANKS, Tom

Enciclopedia del Cinema (2003)

Hanks, Tom (propr. Thomas J.)

Simone Emiliani

Attore, produttore e regista cinematografico statunitense, nato a Concord (California) il 9 luglio 1956. Prevalentemente protagonista di ruoli brillanti nel cinema americano degli anni Ottanta (dove si è messo in evidenza per l'interpretazione di personaggi che vivono al di sotto di ogni linea di consapevolezza, con atteggiamento ingenuo, quasi infantile), dal decennio successivo ha rivelato il proprio talento anche in ruoli drammatici. Infatti, mentre da una parte si è immedesimato nei suoi personaggi seguendo il metodo identificativo dell'Actors Studio, dall'altra il suo volto da uomo comune, quasi banale (alcuni critici lo hanno definito 'faccia di gomma'), che sembra indurirsi nel corso degli anni, richiama la sottile tragicità di un attore come James Stewart. Ha lavorato con i più importanti registi hollywoodiani, Steven Spielberg, Robert Zemeckis, Brian De Palma, Jonathan Demme e Ron Howard, vincendo due Oscar come migliore attore per Philadelphia (1993) di Demme e Forrest Gump (1994) di Zemeckis.

Figlio di un cuoco e di una cameriera separatisi quando H. aveva cinque anni, durante l'infanzia cambiò più volte città al seguito del padre. Dopo aver frequentato la California State University di Sacramento, comiciò a recitare come attore teatrale al Great Lakes Shakespeare Festival di Cleveland (Ohio) nella seconda metà degli anni Settanta. Si trasferì poi a New York, dove affinò la propria tecnica recitativa alla Riverside Shakespeare Company. All'inizio degli anni Ottanta si fece notare in alcune serie televisive come The love boat, Happy days, Taxi, Family ties, nella sit-com Bosom buddies ed esordì sul grande schermo con una parte di secon-do piano in He knows you're alone (1980) di Armand Mastroianni. Come primo ruolo importante impersonò il giovane che si innamora di una sirena nella favola Splash (1984; Splash ‒ Una sirena a Manhattan) di Howard. Nello stesso anno fu il protagonista anche di Bachelor party (Bachelor party ‒ Addio al celibato) di Neal Israel. La fisicità elastica, l'aria svagata e l'atteggiamento emotivamente quasi impermeabile rispetto alle situazioni in cui si trova coinvolto hanno caratterizzato anche lo stralunato professore di The man with one red shoe (1985; L'uomo con la scarpa rossa) di Stan Dragoti, lo studente arruolato per sbaglio nei Peace Corps di Volunteers (1985; Un ponte di guai) di Nicholas Meyer, il giovane avvocato che acquista a prezzo irrisorio una villa che si rivela fatiscente in The money pit (1986; Casa, dolce casa?) di Richard Benjamin, il direttore di un'agenzia pubblicitaria messo in crisi dalla separazione dei genitori in Nothing in common (1986; Niente in comune) di Garry Marshall e lo spregiudicato poliziotto di Dragnet (1987; La retata) di Tom Mankiewicz. I caratteri infantili, ludici dei suoi personaggi appaiono pienamente esplicitati nel successivo Big (1988) di Penny Marshall, dove è un adulto con il cervello di un bambino: l'interpretazione gli valse la sua prima nomination all'Oscar. Da quel momento in poi, tranne nel caso di Turner & Hooch (1989; Turner e il "casinaro") di Roger Spottiswoode, i ruoli di H. sono cambiati. Ha manifestato un'inesauribile forza verbale nella parte di un aspirante comico terrorizzato dal rifiuto del pubblico in Punchline (1988; L'ultima battuta) di David Seltzer; si è avvicinato a forme di humour nero in The 'burbs (1989; L'erba del vicino) di Joe Dante; ha reso la propria comicità più sfumata e malinconica grazie al ruolo di un modesto impiegato convinto della propria morte imminente in Joe versus the volcano (1990; Joe contro il vulcano) di John Patrick Stanley. Ha poi affrontato uno dei personaggi più intensi e rischiosi della sua carriera, quello di un rampante operatore di borsa caduto in disgrazia in The bonfire of the vanities (1990; Il falò delle vanità) di De Palma, ma l'insuccesso del film ha rischiato di compromettere la carriera dell'attore. Dopo essere stato l'allenatore alcolizzato di una squadra femminile di baseball nel periodo del secondo conflitto mondiale in A league of their own (1992; Ragazze vincenti) della Marshall, ha riacquistato una considerevole popolarità accanto a Meg Ryan in Sleepless in Seattle (1993; Insonnia d'amore) di Nora Ephron, dove è un vedovo rimasto solo con il figlio, il quale, per aiutarlo a superare la malinconia, riesce a trovargli l'anima gemella attraverso una trasmissione radiofonica. È stato però con Philadelphia e Forrest Gump che H. ha ottenuto i primi considerevoli riconoscimenti critici. In Philadelphia, nel ruolo di un avvocato omosessuale malato di Aids, mostra le fasi progressive del declino fisico del suo personaggio, che coincidono con i meccanismi di crudele esclusione sociale, senza mai indulgere a una facile drammaticità. Con Forrest Gump, in cui è una sorta di nouveau Candide ai limiti della normalità, ha attraversato trent'anni di storia statunitense, mantenendo un'intatta purezza e recuperando quell'incoscienza ottimistica che richiama gran parte dei suoi ruoli comici degli anni Ottanta. Il personaggio di Forrest corre in continuazione, frantuma gli spazi, guarda gli avvenimenti come per la prima volta. La voce di H. lo fa parlare con una monotona cantilena, quasi a sottolinearne la serenità, il distacco; a smuoverlo dal suo mondo è solo la morte della ragazza amata. Ha poi interpretato l'astronauta Jim Lovell nell'intenso Apollo 13 (1995) di Howard prima di esordire come regista in That thing you do! (1996; Music graffiti), nel quale si è ritagliato la parte di un talent scout che porta al successo la rock band dei Wonders. Nel 1998 è avvenuto un altro significativo incontro per la sua carriera, quello con Spielberg, che lo ha diretto in Saving private Ryan (Salvate il soldato Ryan) con il quale, grazie all'interpretazione del tenente Miller, incaricato di rintracciare il soldato semplice Ryan, ha ottenuto la quarta nomination. È stato nuovamente in coppia con Meg Ryan nella commedia You've got mail (1998; C'è post@ per te), sempre per la regia della Ephron, per poi interpretare una serie di intensi ruoli: il secondino del braccio della morte di un carcere della Louisiana nel 1935 in The green mile (1999; Il miglio verde) di Frank Darabont; il manager della compagnia di spedizioni costretto a vivere per cinque anni in un'isola deserta in Cast away (2000) di Zemeckis (quinta nomination per l'attore, unico protagonista sulla scena per circa un'ora e mezza); il sicario di una gang alla ricerca dell'uomo che gli ha assassinato la moglie e il figlio in Road to perdition (2002; Era mio padre) di Sam Mendes; e l'agente del FBI alla caccia dell'abile truffatore Frank W. Abagnale in Catch me if you can (2002; Prova a prendermi) di Spielberg.

Bibliografia

R. Trokin, Tom Hanks: journey to stardom, New York 1995; L. Lee, Tom Hanks: a biography, New York 1999.

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