CRUISE, Tom

Enciclopedia del Cinema (2003)

Cruise, Tom (propr. Thomas Mapother iv)

Paolo Marocco

Attore cinematografico statunitense, nato a Syracuse (New York) il 3 luglio 1962. Famoso divo hollywoodiano, si è imposto poco più che ventenne all'attenzione internazionale grazie al sorriso accattivante e alla prestanza fisica, accompagnata da una recitazione molto vivace e da una marcata gestualità. Non particolarmente alto, è riuscito a eccellere in ruoli atletici e a sedurre milioni di adolescenti, fino a diventare il sex symbol degli attori della sua generazione, riscuotendo notevoli consensi di pubblico (i suoi film, dall'esordio fino al 1996, hanno incassato due miliardi di dollari). Si è imposto nei ruoli del giovane eroe moralmente integro, spesso in divisa militare o nelle aule dei tribunali nella parte dell'avvocato lanciato in battaglie contro la corruzione e il conservatorismo, riuscendo in seguito a conferire una maggiore complessità ai suoi personaggi.

Figlio di un ingegnere e di un'attrice non professionista, C. ha trascorso l'infanzia tra gli Stati Uniti e il Canada, per stabilirsi poi nel New Jersey. Terminati gli studi secondari e lasciata la famiglia, è approdato a New York dove ha iniziato la sua carriera artistica ricoprendo un piccolo ruolo in un film di Franco Zeffirelli, Endless love (1981; Amore senza fine), accanto alla protagonista Brooke Shields, per poi mettersi in luce nello stesso anno nel film drammatico di Harold Becker Taps (Taps ‒ Squilli di rivolta), in cui interpreta un giovane militare ribelle. Nel 1983 ha raggiunto la notorietà quando Francis Ford Coppola lo ha inserito nel cast di The outsiders (I ragazzi della 56a strada), film generazionale divenuto un trampolino di lancio per molti giovani attori (tra cui, oltre a C., Matt Dillon, Rob Lowe, Ralph Macchio, Patrick Swayze); pochi mesi dopo C. ha ottenuto il primo ruolo significativo da protagonista in Risky business (1983; Risky business ‒ Fuori i vecchi... i figli ballano) di Paul Brickman. Legend del 1985, diretto da Ridley Scott, è stato l'unico insuccesso della sua carriera, dimenticato immediatamente grazie al celebre film di Tony Scott Top gun (1986). C. ha poi affrontato imprese più impegnative come il film The color of money (1986; Il colore dei soldi) di Martin Scorsese, accanto a Paul Newman, in cui vengono ripresi i personaggi e le vicende di The hustler (1961; Lo spaccone) di Robert Rossen. In seguito, pur attraversando diversi generi, dal thriller al dramma, C. è rimasto legato all'immagine del giovane borghese in carriera, spavaldo e sicuro di sé, ma pronto a mettersi in discussione, come in Rain man (1988; Rain man ‒ L'uomo della pioggia) di Barry Levinson, in The firm (1993; Il socio) di Sydney Pollack e in Jerry Maguire (1996) di Cameron Crowe; in altri casi l'attore ha anche ribadito l'immagine di eroe disilluso ma dai sani principi in quello che è stato il suo ruolo più intenso e difficile degli anni Ottanta, Born on the fourth of July (1989; Nato il quattro luglio) di Oliver Stone, e successivamente in A few good men (1992; Codice d'onore) di Rob Reiner. In Far and away (1992; Cuori ribelli) di Ron Howard, ambientato alla fine dell'Ottocento tra l'Irlanda e gli Stati Uniti della corsa alle terre, ha disegnato una più convenzionale figura di romantico ribelle, mentre per lui più inconsueto è risultato il personaggio febbrile, dannato, diafano e, in fondo, malinconico del vampiro in Interview with the vampire ‒ The vampire chron-icles (1994; Intervista col vampiro) di Neil Jordan.Alla fine degli anni Novanta è riuscito a superare l'immagine brillante ma un po' monocorde che ormai lo aveva caratterizzato, emergendo come attore maturo in scelte autoriali prestigiose, quali Magnolia (1999) di Paul Th. Anderson (per il quale ha ottenuto il terzo Golden Globe, dopo quelli vinti per Born on the fourth of July e Jerry Maguire), Minority report (2002) di Steven Spielberg, tratto dal romanzo di Ph.K. Dick, e in precedenza l'ultimo film di Stanley Kubrick Eyes wide shut (1999). Una prova quest'ultima totalizzante, che ha implicato un grande coinvolgimento emotivo e lo ha tenuto per due anni lontano da altri impegni, ai limiti dell'isolamento, insieme alla moglie Nicole Kidman (da cui si è successivamente separato). Sul fronte del cinema d'azione, C. ha interpretato due grandi successi tratti da una famosa serie televisiva, Mission: impossible (1996) di Brian De Palma e Mission: impossible-2 (2000) di John Woo, che l'attore ha anche prodotto.

Bibliografia

W. Clarkson, Tom Cruise: unauthorized, Norwalk (CT) 1998; K. Liljedahl, Tom Cruise, Kansas City 1998; Ph. Powell, Tom Cruise, Philadelphia 1999.

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