TIPO

Enciclopedia Italiana (1937)

TIPO costituzionale e antropologico

Giacinto VIOLA
Piero BENEDETTI

Data una collettività di fenomeni, che entro certi limiti si differenziano l'uno dall'altro, s'indica come tipo, o fenomeno tipico, quello che meglio di ogni altro è in grado di rappresentare l'intera collettività, riproducendone le caratteristiche essenziali nella loro forma più perfetta. Gli statistici considerano come "tipico" il carattere che corrisponde, nella seriazione, alla classe più numerosa, alla variante più comune fra molte varianti più rare, talora anche la semplice media risultante da un gran numero di osservazioni.

Ogni qualvolta, dopo avere valutato certi caratteri fisici, psicologici, ecc., di ogni individuo compreso in un dato gruppo, sufficientemente omogeneo e numeroso, si proceda alla seriazione statistica di tutti i valori individuali di ogni carattere, risulta che le varianti individuali in natura non sono affatto caotiche, ma invece strettamente subordinate a una legge generale, che è la legge degli errori accidentali di Quételet, matematicamente espressa dalla curva binomiale normale di Gauss. Solo tenendo conto di questa legge e contrapponendo il concetto di "tipo" a quello di "individuo" si può bene intendere il significato di "tipo" o fenomeno tipico nel campo della biologia.

Se s'applica il procedimento della seriazione statistica sopra un dato gruppo di individui in base a un certo numero di caratteri somatici e funzionali e si determina così il quantitativo tipico di ogni carattere, ossia il quantitativo che s'incontra con la maggior frequenza in seno al gruppo (valore più frequente o moda degli statistici), e se quindi s'immaginano insieme riuniti i valori modali di tutti i caratteri, si realizza in tal guisa l'individuo-tipo del gruppo, ossia l'uomo medio del gruppo nel senso di G. Viola.

Nell'ambito della biologia umana non si può riconoscere che un solo tipo di organizzazione: quello che s'indica come tipo medio della specie. Ma se, invece di considerare tutti gli uomini, ne consideriamo soltanto determinati gruppi, scelti in base a determinati criterî, s'otterranno altrettanti tipi quanti sono i gruppi presi in esame. Così se la selezione viene fatta in base a certi caratteri fisici, per es., quelli secondo i quali si distinguono le varie razze umane (v. razza), si avranno altrettanti tipi razziali, quanti sono i gruppi d'individui assunti in esame in base ai caratteri che si ritengono discriminativi della razza. Altrettanto si dica per le altre categorie umane che sono riconosciute dagli antropologi, come sono la sottorazza, il gruppo somatico, il gruppo locale o Gautypus dei Tedeschi.

Nel campo della biologia umana s'indica come tipologia o biotipologia lo studio dei cosiddetti tipi costituzionali (v. biotipologia; costituzione), che dovrebbero piuttosto qualificarsi come ectipi, donde il termine, più appropriato, di ectipologia umana.

I tipi, o meglio gli ectipi costituzionali, sono il prodotto di un'unica legge biologica universale di deformazione del tipo medio, legge che fu enunciata e dimostrata da G. Viola nel 1907 e che si riassume nei seguemi termini: quanto più un organismo accelera il suo sviluppo, tanto più si differenzia morfologicamente, ma tanto meno acquista di massa somatica e inversamente (legge dell'antagonismo morfologico-ponderale). Molte cause vi sono che fanno variare gl'individui di una stessa categoria nelle loro forme, ma la causa di gran lunga più importante e fondamentale è la spinta ereditaria più o meno forte alla traiettoria dello sviluppo individuale. È una variazione di natura quantitativa della spinta ontogenetica, che si determina all'atto dell'anfimissi: questa variazione avviene secondo la legge degli errori, vale a dire secondo una regolare distribuzione seriale, per cui, partendo da individui che hanno ricevuto una scarsa spinta ontogenetica e che, giunti all'età adulta, conservano ancora, in causa di tale deficienza, proporzioni corporee arretrate (brachitipi), si passa gradatamente per scala regolare e progressiva a individui che hanno ricevuto una spinta ontogenetica normale (normotipi) e che occupano il centro di detta scala, e, più oltre, a individui ehe hanno ricevuto una spinta ontogenetica eccessiva (longitipi) e che occupano l'estremo opposto della scala stessa. Gli estremi di questa scala sono rappresentati da pochi individui e la densità individuale lungo la scala aumenta progressivamente, andando dai due estremi verso il centro rappresentato dai normotipi e da una densità massima.

Gl'individui di proporzioni brachitipiche contemporaneamente tendono a masse somatiche supernormali (megalosplancnia) e gli individui di proporzioni longitipiche a masse somatiche subnormali (microsplancnia).

È fondamentale intendere i rapporti che intercedono fra gli ectipi costituzionali e i tipi di razza. È da tener conto a questo proposito che la variabilità degl'individui non dipende soltanto da fattori interni, ma anche da una congerie di stimoli dell'ambiente esterno (calore, luce, aria, alimenti, ecc.), senza i quali la vita non sarebbe possibile. Orbene, tutti questi fattori esterni, in quanto sono diversi da una regione all'altra della superficie terrestre, non possono a meno di agire diversamente sugl'individui a seconda della regione di cui si tratta, così da derivarne nuove variazioni, che si sommano alle variazioni primitive o endogene e divengono praticamente inscindibili da esse. Avverranno così ritardi generali o accelerazioni generali delle spinte ontogenetiche individuali, azioni deprimentì o stimolanti su queste o su quelle ghiandole del sistema morfogenetico endocrino di tutti gl'individui della regione, penetrazione nelle cellule di molecole alimentari speciali che prima non esistevano, cambiamenti nella ricchezza nutritiva dell'organismo e così via, di modo che, pur persistendo la scala di seriazione primitiva, la distribu2ione seriale potrà spostarsi in toto più verso un estremo o più verso l'altro, abbondare gl'individui più da un lato che dall'altro, alterarsi la collocazione del centro, ecc., e così formarsi un nuovo gruppo etnico, una nuova razza con caratteristiche sue proprie nella pluralità degl'individui e nella loro distribuzione seriale. Ma sopra ogni altro fattore avrà la preponderanza in ogni caso, nel determinare la caratteristica della razza in un determinato ambiente, l'influenza di questo sull'acceleramento o sul ritardo della spinta ontogenetica, donde un fondamentale variare delle razze press'a poco sullo stesso piano del variare degl'individui: razze prevalentemente brachitipiche, normotipiche e longitipiche, con sottovarianti, quasi infinite, al disotto di questa variazione fondamentale.

Per cui in un primo piano starebbero le varianti individuali nella spinta ontogenetica, secondo la curva seriale e la brachinormo-longitipia, quale legge universale del mondo biologico; in un secondo piano verrebbero le modificazíoni in più e in meno di origine ambientale e collettive di questa legge (razze); in un terzo piano starebbero certe altre particolarità secondarie di razza, quali espressione dell'azione non più sulla spinta ontogenetica fondamentale, ma su fattori secondarî dello sviluppo; in un quarto piano finalmente starebbero le particolarità spettanti ai varî ambienti sociali e finalmente quelle dovute ai varî ceppi famigliari entro una medesima razza.

Come prodotto della summentovata legge di deformazione del tipo medio esiste un tipo (ectipo) megalosplancnico brevilineo e un tipo (ectipo) microsplancnico longilineo. Accanto a questi due tipi si debbono ancora descrivere altri due tipi, che non sono, come i primi, definiti dal fatto di speciali proporzioni corporee, ma invece in base a una funzione organica di carattere generale, il cosiddetto tono, che non appartiene solo a certi tessuti e organi del corpo (vasi, muscoli, sistema nervoso), ma a tutti i protoplasmi viventi dell'organismo e presenta variazioni quantitative individuali tali da consentire la distinzione di due tipi (o ectipi) costituzionali: il tipo astenico, contrassegnato dalla scarsa energia e facile esauribilità delle funzioni, e il tipo atletico e tonico robusto, che si trova in perfetta antitesi al primo.

Tipo megalosplancnico brevilineo. - I suoi caratteri somatici fondamentali, rispetto al tipo medio-normale, consistono nell'alta massa somatica, nella notevole eccedenza del tronco (indice di sviluppo della vita del sistema vegetativo) sugli arti (indici di sviluppo del sistema della vita di relazione) e nella distribuzione della massa corporea più in senso trasversale che in senso verticale con tendenza alla statura poco elevata sempre rispetto al tipo medio (forma brachitipica).

Le caratteristiche fondamentali del tronco sono: l'eccedenza di sviluppo dell'addome sullo sviluppo del torace; l'eccedenza dell'addome ipocondriaco sull'addome inferiore; la prevalenza dei diametri sagittali sui diametri trasversali; la tendenza della sezione trasversa del tronco a una forma meno ellittica, e quindi più tondeggiante che nel tipo medio; la situazione bassa dell'ombelico verso il pube e l'eccedenza della lunghezza totale del tronco rispetto alla lunghezza degli arti inferiori (brachischelia).

Sono caratteristiche fondamentali del torace: il diametro verticale eccezionalmente corto in confronto ai diametri trasversi e sagittali e all'altezza dell'addome; il diametro sagittale eccedente sul trasversale; l'amplificazione del torace agl'ipocondrî, invece del normale restringimento di esso. Le superficie laterali del torace sono molto ampie e pianeggianti e in confronto alle anteriori e posteriori eccedono notevolmente su di esse, rispetto a quanto si verifica nel tipo medio. Il torace ha nell'insieme una forma inspiratoria, l'incisura giugulare è molto alta, la linea delle spalle orizzontale e l'apertura superiore del torace è poco inclinata all'innanzi. Il contorno dell'apertura inferiore tende a decorrere orizzontalmente, come decorrono tutte le coste. All'innanzi la curva inferiore del margine toracico libero è quindi poco prununciata. Gli spazî intercostali sono ristretti e l'arco costale lateralmente scende assai poco verso la cresta iliaca, ma decorre quasi orizzontalmente, ripiegandosi ad angolo molto ottuso in corrispondenza della linea emiclaveare e innalzandosi assai più dolcemente che nel tipo medio a formare l'angolo epigastrico, che a sua volta è esageratamente aperto. Posteriormente le docce vertebrali sono assai poco pronunciate e la sommità delle superficie spinose non è infossata fra la sporgenza dei muscoli lunghi ma sporge essa stessa o si trova al loro livello. Gli angnli costo-vertebrali inferiori sono molto aperti. Anteriormente lo sterno ha una direzione rettilinea e obliqua dall'indietro all'innanzi, dall'alto al basso: manca, vale a dire, quel lieve rientramento del suo estremo inferiore, che gli dà nel tipo normale una convessità anteriore con la sua massima espansione a livello della quarta costa. Da questa speciale conformazione toracica deriva il fatto che gl'ipocondrî, molto ampî, dànno una perimetria troppo grande e quindi l'addome superiore eccede sull'inferiore. La linea inguinale è poco inclinata.

Complessivamente il tipo megalosplancnico presenta una figura tarchiata con l'addome voluminoso e prominente; le spalle sono arrotondate, associate a una lieve cifosi della colonna dorsale superiore con testa cadente (E. Kretschmer).

Come abbiamo detto, gli arti inferiori e superiori sono relativamente brevi, avuto riguardo alla massa del tronco e anche alla sua lunghezza; in confronto del tipo normale eccedono gli arti superiori sugl'inferiori, ma avviene l'inverso per la lunghezza delle appendici distali per cui i piedi eccedono sulle mani, il che è dovuto al fatto che i piedi essendo piatti sono relativamente più lunghi che nell'adulto normale. Le appendici distali (mani e piedi) sono più sviluppate in larghezza. Le caviglie sono grosse (indice di linfatismo).

Il cranio relativamente grande tende alla brachicefalia e la differenziazione dei tratti del volto è poco avanzata. La faccia è rotondeggiante e la fronte sfuggente all'indietro, mentre prevale la parte cranica sulla parte facciale come nel bambino.

Gli occhi sono distanziati fra loro; il naso è corto, largo, con dorso diritto o concavo; gli zigomi sporgenti (F. Weidenreich); la bocca, larga, presenta le labbra grosse; la mandibola è larga e molto sviluppata (Ch. R. Stockard). I denti sono grandi e distanziati. Il palato è corto, largo e piatto. Gli orecchi sono grandi e ovalari.

La nutrizione generale è sempre eccedente in un megalosplancnico non affetto da processi morbosi. Però si verificano facilmente delle notevoli oscillazioni nel peso. I muscoli, conseguentemente alla struttura generale brachitipica, sono corti, a grosso ventre, voluminosi, ma poco appariscenti, perché coperti dal pannicolo adiposo che è sempre abbondante. La cute è untuosa. I peli sono spesso ricciuti; i peli e i capelli sono scarsi, la calvizie (conseguente all'iperfunzione costituzionale seborroica) è precoce. Relativamente alla massa somatica i megalosplancnici hanno una minore superficie corporea.

Il cuore nell'ectipo brevilineo è per lo più di configurazione brachitipica ed è più inclinato che di norma (P. Benedetti). Molto sviluppato è il sistema venoso, che presenta una ricca rete sottocutanea. L'arteria polmonare è ristretta in confronto all'aorta e i polmoni sono relativamente piccoli (V. Fici), larghi e corti (R. B. Bèan). L'incisura di Luschka è poco manifesta: la cupola diaframmatica pianeggiante. Lo stomaco, ai raggi röntgen, è più orizzontale che nel tipo medio, più corto longitudinalmente, più allargato e in situazione relativamente alta (A. Berti). Il fegato è grande, di peso superiore alla media, oscillando fra i 1500 e i 2000 grammi ed è posto trasversalmente nell'addome (R. B. Bean). La colecisti si localizza molto in alto e raramente sporge dal margine inferiore della XII costa: ai raggi röntgen viene proiettata a oltre due dita dalla colonna vertebrale; è di forma globosa e difficilmente spostabile coi soliti artifici della tecnica radiologica (P. Perona). Anche la milza e le ovaie sono più grandi della norma in genere nei megalosplancnici, mentre più piccoli sono la tiroide e il timo (L. Castaldi). I reni sarebbero di volume superiore alla norma (R. B. Bean); la pelvi renale è per lo più molto ramificata e piccola con quattro calici maggiori per ogni lato (F. Rossi). L'íntestino tenue è più lungo della media ed è inerte nella sua attività (R. B. Bean). I genitali esterni sono relativamente poco sviluppati (V. Fici). Le funzioni riproduttive nella donna tendono tuttavia a un rendimento superiore alla media (P. Benedetti). Per quanto riguarda la composizione del sangue, il volume di esso è in genere deficiente (A. Dalla Volta), come è deficiente il tasso emoglobinico, mentre vi è una certa linfocitosi (M. Gelera).

Dal punto di vista funzionale il tipo megalosplancnico è prevalentemente anabolico (N. Pende); le sue caratteristiche prevalenti in base all'orientamento funzionale endocrinico si compendiano nelle quattro varietà endocrine descritte da Pende come proprie dei megalosplancnici: a) varietà ipotiroidea; b) ipopituitaria; c) ipersurrenalica; d) ipergenitale. Il metabolismo basale tende in genere a valori inferiori alla norma (A. Gusso). Dagli studî di V. Fici risulta che fra i megalosplancnici prevalgono gl'individui nati in ottime condizioni di nutrizione e che tali si sono mantenuti fino all'epoca pubere; in questo periodo della vita buona parte assunse, in maniera piuttosto rapida, lo stato di pinguedine. La crescenza è decorsa quasi inosservata senza particolari evenienze di sviluppo, la fase puberale è stata a volte ritardata; le crisi della crescenza non sono state affatto conclamate, ma soltanto lievi e fugaci.

Nelle manifestazioni della vita fisica i brachitipi dimostrano forza e resistenza alla vita militare; la maggioranza di essi fu dichiarata idonea al servizio, le fatiche del soldato furono bene superate; nella vita privata molti brachitipi attendono ai lavori faticosi senza accusare stanchezza e senso d'indebolimento.

Secondo S. Saitta gl'individui più robusti sono quelli che hanno un soma con leggiera tendenza alla megalosplancnia e particolarmente le varietà ipersurrenalica e ipergenitale.

U. Cassinis esaminando un gruppo di reclute e allievi della Scuola militare di educazione fisica (Roma) riguardo alla riuscita sportiva notò che i brachitipi puri e una parte dei misti riuscivano più facilmente degli altri tipi negli esercizî di forza e di resistenza, ma che fra essi erano più numerosi gli apatici e i tardi nell'apprendere.

Le funzioni e gl'istinti sessuali si iniziano tardivamente, ma l'intensità della vita sessuale è notevole (V. Fici). Nella donna a tipo megalosplancnico le funzioni di maternità presentano più frequentemente, in confronto degli altri abiti costituzionali, irregolarità e deviazioni dal decorso normale (R. Del Vivo).

Le funzioni digerenti, l'assorbimento e l'attività assimilativa sono potenti sia per la grande superficie intestinale, sia per la maggiore produzione di succhi digestivi.

I brachitipi sono grandi mangiatori; la maggioranza di essi, dopo i pasti, va soggetta a rossori al volto, torpore generale, astenia e talvolta bisogno di sonno, mentre il bisogno di sonno notturno è inferiore al normale. Secondo R. B. Bean l'eccessiva introduzione di nutrimento conduce alla pletora, il cui risultato finale è l'insorgenza di disturbi a carico della funzionalità renale cardiaca, con morte prematura intomo ai 50 anni.

Le ricerche biochimiche di M. Gelera sul sangue di 150 individui d'ambo i sessi hanno dimostrato nei megalosplancnici adulti la tendenza ai valori elevati del glucosio, degli ammino-acidi, delle proteine e dell'acido urico, ai valori bassi della riserva alcalina; nei megalosplancnici infantili la tendenza ai valori elevati del fosforo organico e dell'acido urico, ai valori bassi del glucosio.

V. Fici ha riscontrato una ritenzione di fosfati terrosi. L. Castaldi una maggiore quantità di colesterina nel sangue. Secondo L. Borchardt i picnici (megalosplancnici) dimostrano una tendenza particolare a trattenere nei loro tessuti sostanze non viventi, come appare evidente dalla tendenza alla lipomatosi, alla formazione di concrementi e alla uratoistechia.

Inoltre Borchardt descrive fra i caratteri dello "status irritabilis", l'aumentata reattività del tessuto linfatico e dei tessuti in genere. Tale iperfunzione conduce però a un precoce logoramento dei tessuti e organi, oltre che a un maggiore sviluppo del tessuto connettivo.

A carico dell'apparato circolatorio si notano: fenomeni vasomotorî con facile tendenza alla vasodilatazione, abbondante sudorazione generale; estremità del corpo (mani e piedi) abitualmente calde; pressione vascolare uguale alla norma oppure tendente all'ipertensione; polso uguale alla norma o lievemente bradicardico; numero dei globuli rossi normale o lievemente aumentato (fin quasi a 6 milioni per mmc.; V. Fici). T. Atzeni-Tedesco e G. Piccaluga hanno trovato invece nei megalosplancnici a riposo un polso più frequente che nei microsplancnici.

Il respiro è piuttosto frequente (Fici); la capacità vitale presenta valori inferiori alla media. Ciò si spiega con la scarsa capacità escursoria del torace megalosplancnico, che si trova in atteggiamento inspiratorio già nel riposo (F. Schiassi, Atzeni-Tedesco e Piccaluga). Nelle urine si constata: aspetto quasi sempre torbido, densità relativamente alta, acido urico e urati abbondanti, urea in quantità relativamente minore (Fici).

L'esame del sistema nervoso-vegetativo rivela per la varietà ipersurrenale un riflesso oculo-cardiaco accentuato (iperparasimpaticotonia), riflesso dermografico rosso marcato (stria di Marañon); riflesso solare assente, cioè una vagotonia pura. La varietà ipergenitale (rara) presenta invece un riflesso oculo-cardiaco esagerato o paradosso; riflesso dermografico misto o persistente (orticante): riflesso solare accentuato, cioè un comportamento misto.

Il megalosplancnico si dimostra nella psiche stabile e iperstenico, di temperamento cicloide. È bradi- e iperprassico. Nel carattere prevale il lato affettivo.

Per quanto riguarda l'orientamento endocrino, il tipo megalosplancnico presenta note di ipotiroidismo, di ipopituitarismo, di ipersurrenalismo e, secondo Pende, anche di ipergenitalismo.

In linea generale si può dire che il tipo megalosplancnico va incontro alle malattie dipendenti dal suo ricambio rallentato e alle affezioni dei tessuti di origine mesodermica (mesodermopati di Bean).

Con grande frequenza ricorrono in questi soggetti:

1. la pinguedine e le malattie della famiglia dell'artritismo, quali la polisarcia, i dolori reumatici muscolari e articolari, la gotta, la glicosuria, il diabete, la calcolosi (epatica, renale, vescicale), artriti croniche, il morbo di Still.

2. Il gruppo delle malattie cardiovascolari, quali: l'ipertensione arteriosa, gli stati congestizî (sia alla testa: rossore al volto, epistassi, vertigini, ecc.; sia al torace: senso d'oppressione toracica con dispnea soggettiva e talora oggettiva; sia all'addome: congestione epatica, emorroidi), l'arteriosclerosi, l'apoplessia cerebrale, le cardiopatie, la policitemia ipertonica di Geisböck (Senator).

3. Il gruppo delle malattie renali: le nefriti croniche, le albuminurie semplici, le calcolosi.

4. A carico dell'apparato digerente P. Castellino ha descritto nei megalosplancnici la frequente comparsa di vomiti e di spasmi localizzati al colon accompagnati da stitichezza spastica abituale, come pure da nevrosi celiaco-vagali, quali il pilorospasmo, la gastrosuccorrea, l'ipercloridria.

5. Le cirrosi epatiche.

6. Le affezioni cutanee legate all'eccessiva secrezione sebacea: seborrea, acne, foruncolosi, calvizie. Molti soggetti megalosplancnici presentano delle affezioni che rientrano nel gruppo della diatesi essudativa e che dimostrano l'esistenza di una soglia dell'eccitabilità, superiore alla norma: tali sono i caratteri delle mucose delle vie respiratorie, intestinali, della congiuntiva e i processi infiammatorî delle sierose (polisierositi); gli eczemi, le linfadeniti del capo e del collo. Queste ultime però sogliono regredire dopo la pubertà per la subentrante sclerosi e atrofia delle ghiandole medesime (Borchardt).

Inoltre si possono osservare frequentemente edemi angioneurotici e disturbi dipendenti da spasmi vasali, quali la claudicazione intermittente, le crisi vascolari intestinali, l'emicrania angiospastica, il morbo di Raynaud, l'eritromelalgia (Borchardt). Secondo G. Sgarbi i megalosplancnici in conseguenza della loro tendenza all'alcalosi sono predisposti agli stati d'angoscia (respiratoria, cardiovascolare, digestiva, cerebrale), determinati da perturbamenti dei centri bulbari del vago e del simpatico (M. Martinet).

Frequenti sono pure i fenomeni anafilattici, l'orticaria, l'eosinofilia, l'asma bronchiale; invece la tubercolosi polmonare è molto meno frequente in questo tipo costituzionale che nel suo tipo antitetico (V. Fici), forse per l'insita tendenza ai processi sclerotici di guarigione (diatesi fibrosa di Huchard). Epperò secondo Borchardt la tubercolosi avrebbe nella costituzione irritabile un carattere eretistico. Per quanto riguarda le malattie di origine endocrina risulta da una statistica di Scaglia su 18 ipotiroidei gravi, che fra essi i brachitipi si trovano con una frequenza tre volte maggiore che nella popolazione normale. Fra le affezioni dei tessuti di sostegno sono state notate la gliomatosi reattiva (Finzi) e la neurofibromatosi di Recklinghausen. L'organo della vista è colpito più spesso da forme infiammatorie localizzate in varie parti del bulbo oculare, da miopia, da distacchi di retina, da sindromi emorragiche retiniche, dalla sindrome Bernard-Horner, dalle cateratte discrasiche (Rossi).

Fra le malattie acute sono più frequenti la polmonite e la tifoide specialmente se i soggetti si trovano in condizioni pletoriche (R. B. Bean).

Le malattie mentali che più spesso s'incontrano nei tipi megalosplancnici sono la paralisi progressiva e la frenosi maniaco-depressiva (E. Kretschmer, G. Fattovich), mentre l'epilessia si osserva per lo più in soggetti ad abito costituzionale misto (Fattovich).

Tipo microsplancnico longilineo. - I caratteri somatici fondamentali di questo ectipo, in confronto al tipo medio, sono: la scarsa massa somatica, la notevole deficienza del valore del tronco rispetto agli arti e la distribuzione della massa corporea più in senso verticale che orizzontale con tendenza alla statura elevata (forme longitipiche). Più il grado della microsplancnia relativa si esagera, più i singoli caratteri tendono a diventare costanti nei singoli individui.

Nel tronco noi rileviamo: eccedenza del torace sull'addome; prevalenza dei diametri trasversali sui sagittali; sezione trasversa del tronco a qualsiasi altezza più marcatamente ellittica della normale, avuto riguardo alla notevole diminuzione del diametro anteroposteriore. Situazione alta dell'ombellico sopra il pube; e lunghezza degli arti inferiori eccedenti rispetto alla lunghezza degli arti superiori e del tronco.

Prendendo in esame il torace troviamo che esso si comporta come un torace più lungo del normale, che sia stato schiacciato notevolmente nel senso sagittale (nella sua totalità e più ancora inferiormente), e nel quale il restringimento dell'apertura inferiore toracica sia ulteriormente esagerato. Di conseguenza sono molto più pronunciati i diametri trasversi e molto ridotti i sagittali, e la perimetria toracica si stringe molto agli ipocondrî. Anche l'apertura superiore del torace è ristretta e s'accompagna a brevità e rigidità nella prima cartilagine costale (segno di Freund). Le superficie laterali sono ristrette e molto arcuate e invece sono ampie la superficie anteriore e la posteriore. Per la notevole inclinazione delle coste dal didietro all'innanzi, il torace ha la forma del torace espiratorio. L'incisura giugulare è bassa e l'apertura superiore del torace è molto inclinata verso l'innanzi, così come tutti gli anelli costali. La linea delle spalle è spesso cadente. La concavità superiore del margine costocartilagineo anteriore degli anelli inferiori è assai pronunciata, e quindi anche il margine costale libero inferiore lateralmente scende talvolta a toccare quasi le creste iliache e si ripiega verso l'alto con rapidissimo elevamento formando l'angolo epigastrico acutissimo.

Posteriormente le docce vertebrali sono molto pronunciate e la sommità delle apofisi spinose resta avvallata sotto l'eminenza dei muscoli lunghi dorsali. Gli angoli costo-vertebrali inferiori sono molto acuti in basso.

Anteriormente lo sterno tende a una posizione più verticale del normale; con rientramento del suo estremo inferiore, donde una spiccata convessità anteriore. In causa del restringimento notevole degl'ipocondrî, l'addome superiore è deficiente in rapporto all'addome inferiore. Dato l'allargamento trasversale del torace per compressione antero-posteriore, i diametri trasverso-toracico e ipocondriaco eccedono rispetto al diametro trasversale del bacino, che subisce evidentemente uno schiacciamento minore. La linea inguinale appare molto inclinata.

A carico dello scheletro si nota in generale la sporgenza di molti punti ossei, quali la clavicola, l'apofisi spinosa della 7a vertebra cervicale e delle creste iliache. Inoltre è stata messa in evidenza da L. Borchardt una particolare flaccidezza delle capsule articolari e delle cartilagini costali.

Gli arti superiori e inferiori sono relativamente lunghi, avuto riguardo alla massa del tronco: è questo il rapporto fondamentale, come è stato detto sopra.

In confronto al tipo normale, gli arti inferiori eccedono sui superiori, ma in quanto alla lunghezza delle appendici distali avviene l'inverso, perché eccedono le mani rispetto al piede e ciò è dovuto al relativo accorciamento del piede conseguente all'esagerazione dell'arco plantare. Le appendici distali sono più sviluppate in lunghezza che in larghezza e le dita relativamente molto lunghe. Le caviglie sono molto sottili. Il collo apparisce lungo e sottile. Il cranio tende maggìormente alla dolicocefalia e i tratti del volto sono molto marcati e differenziati. Facilmente la faccia è spiccatamente ovale e la fronte s'eleva più verticale che nei megalosplancnici. Gli occhi sono grandi e ravvicinati; il naso, lungo, sporgente e sottile, ha il dorso diritto o convesso; gli zigomi sono poco marcati (E. Weidenreich), la bocca tende ad essere piccola e a labbra sottili, la mandibola stretta e non bene sviluppata, i denti piccoli e molto ravvicinati (Stockard); il palato è lungo e stretto. Pure gli orecchi sono lunghi ed esili.

Lo stato della nutrizione generale è sempre difettoso in un microsplancnico non affetto da alcun processo morboso, le oscillazioni del peso corporeo molto scarse e l'aumento ponderale dei 19 ai 39 anni si limita in generale a pochi chilogrammi.

I muscoli conseguentemente alla struttura generale longitipica sono lunghi e sottili a piccolo ventre; caratteristica l'atrofia degli adduttori (Kretschmer). Il pannicolo adiposo è molto scarso e permette di constatare spesso una micropoliadenia; la cute sottile e poco untuosa fa trasparire un'abbondante rete venosa a piccolo calibro. Il pelo è generalmente corto e poco ondulato. La calvizie non insorge, oppure è tardiva. Relativamente alla massa somatica i microsplancnici hanno una maggiore superficie cutanea.

Il cuore dei longitipici ai raggi röntgen tende esso pure alla configurazione longitipica e tende a situarsi verticalmente (Benedetti); il sistema arterioso è relativamente stretto; aorta e arteria polmonare per lo più si trovano in giusta proporzione, ma secondo F. Galdi l'arteria polmonare è relativamente più larga. I polmoni sono relativamente grandi, sviluppati specialmente in lunghezza. L'incisura di Luschka è molto manifesta e la cupola diaframmatica è relativamente più arcuata.

Lo stomaco radiologicamente tende molto alla posizione verticale con proporzioni longitipiche (per prevalenza del diametro longitudinale sul trasverso) e con bassa posizione del ventre nella regione caudale.

Il fegato è piccolo, pesa da 1000 a 1500 gr., ed è quasi interamente dalla parte destra del piano sagittale mediano. La colecisti, studiata radiologicamente, appare a forma di banana, più spesso di racchetta, con il massimo diametro trasversale al polo anteriore; talvolta assume un aspetto che somiglia molto alla clessidrazione gastrica atonica, propria della stessa costituzione.

È disposta parallelamente alla colonna vertebrale e arriva inferiormente anche oltre la terza vertebra lombare. Per la sua lunghezza è suscettibile di facili spostamenti e deformazioni da cause esterne (impronta gastrica e duodenale, angolo colico-destro, ecc.; P. Perona). La milza e le ovaie sono più piccole che nei megalosplancnici mentre invece maggiore è il peso della tiroide e del timo (L. Castaldi). I reni sono più piccoli che di norma con pelvi a forma ampollare; i calici maggiori si trovano in media di due a destra e di tre a sinistra (Rossi).

L'intestino tenue è più corto e più attivo della media (R. B. Bean).

Gli organi genitali esterni sono relativamente molto sviluppati. Nelle donne s'osserva spesso una scarsa inclinazione della pelvi con rima vulvare visibile. Gli organi genitali interni sono frequentemente ptosici (Van der Hoeven). In generale i visceri addominali tendono alla ptosi causa la debolezza dei legamenti sospensori legata a un deficiente sviluppo di tutto il sistema di sostegno (L. Borchardt).

Nel sangue dei microsplancnici M. Gelera ha riscontrato una tendenza al tasso elevato di emoglobina e un aumento dei granulociti rispetto ai linfociti; A. Dalla Volta ha trovato un volume del sangue superiore alla norma.

Dal punto di vista funzionale il tipo microsplancnico è prevalentemente catabolico, scarsamente idrofilo (N. Pende). Le sue caratteristiche endocrine prevalenti sono date dalla relativa prevalenza funzionale della tiroide e dell'ipofisi e dalla relativa deficienza del surrene, donde le quattro varietà descritte dal Pende: a) ipertiroidea; c) iperpituitaria; c) ipogenitale; d) iposurrenalica.

Inoltre, sempre dal punto di vista funzionale, nel tipo longilineo, scarsamente idrofilo, catabolico, si trova un comportamento antitetico a quello del biotipo anabolico riguardo alla dinamica colloidale e al neurochimismo (N. Pende, L. Mac Auliffe).

Secondo le recenti ricerche di A. Gusso, nei tipi microsplancnici il metabolismo è o normale o aumentato: solo in una piccola percentuale risulta diminuito.

Fin dalla nascita i longitipi presentano condizioni deficienti di nutrizione generale e all'epoca pubere quasi tutti subiscono una fase di ulteriore denutrizione.

Nella crescenza, essi attraversano una fase di rapido sviluppo, specialmente in lunghezza e quindi a carico del sistema di locomozione, nel periodo dell'epoca pubere.

Nelle manifestazioni della vita fisica presentano facile esauribilità, si dichiarano sempre deboli. Alla visita militare parecchi vengono dichiarati non idonei per deboolezza di costituzione; coloro che prestarono servizio militare ne sopportarono male le fatiche (Fici), con conseguenti pleuriti, tubercolosi polmonari, dispepsie, esaurimenti, ecc.

Secondo gli studî di S. Saitta i migliori tra i longitipi sono gl'iperpituitarici mentre i peggiori sono gli astenici di Stiller (G. Sgarbi e G. La Porta).

Dalle ricerche di Kohlrausch risulta che i corridori di gran fondo e di mezzo fondo, i velocisti e gli sciatori sono per lo più leptosomi, cioè hanno uno sviluppo corporeo prevalente in lunghezza. I maratoneti e i saltatori presentano una complessione corporea intermedia tra la lepto- e la mesosomia.

In tutti questi atleti si riscontra una deficienza di peso, all'infuori degli sciatori che hanno un peso normale rispetto alla statura.

Da queste osservazioni risulta che è completamente errato giudicare le attitudini muscolari di un individuo soltanto dallo spessore dei suoi muscoli. In certi sport, come nell'alpinismo, riescono molto meglio i longitipi per la loro tenacia, e la loro agilità fisica e mentale.

Anche secondo U. Cassinis, riescono ottimi corridori, saltatori e lanciatori tutti i longitipi puri e misti, che per di più si dimostrano sempre pronti e volonterosi, seppure nell'insieme meno resistenti dei tipi antitetici.

Gl'istinti e le funzioni sessuali hanno inizio piuttosto precoce; tuttavia l'intensità della vita sessuale è piuttosto mediocre. Nelle donne microsplancniche s'osserva per lo più iper- e polimenorrea o eumenorrea. Scarsa è la percentuale delle oligo- ed ipomenorroiche (A. Gusso). Le irregolarità delle funzioni di maternità sono meno frequenti che nel tipo megalosplancnico (Del Vivo).

Circa le funzioni dell'apparecchio digerente si nota l'assenza fra i longitipi di grandi mangiatori, fatta eccezione per il periodo pubere; la secrezione e la motilità gastrica sono deficienti, lo svuotamento dello stomaco rallentato. In generale sono deficienti le funzioni digerente, assorbente e assimilativa per una meiopragia funzionale sia del tubo gastro-enterico, sia del fegato.

Radiologicamente si può osservare un'atonia della muscolatura esofagea e gastrica.

È raro che dopo i pasti si presentino rossori al volto, astenia, bisogno di sonno. La richiesta di sonno notturno invece è piuttosto eccessiva: la maggioranza degl'individui dorme più di 8 ore per notte (Fici).

Gli adulti microsplancnici dimostrano nel sangue una tendenza ai valori alti della riserva alcalina e della colesterina; a valori bassi delle proteine e dell'acido urico. Negl'infantili s'osserva una tendenza ai valori alti della colesterina e del glucosio; ai valori bassi del fosforo organico degli ammino-acidi e dell'acido urico (Gelera). Galdi ha osservato nei microsplancnici una ritenzione di cloruri, ma non di acqua.

A carico del circolo sanguigno si notano: fenomeni vasomotorî, con alternative facili e rapidamente mutevoli di dilatazione e costrizione; facile sudorazione regionale (alle ascelle, alle mani, ai piedi), estremità del corpo abitualmente fredde, pressione vascolare relativamente bassa (ipotensione vascolare), polso lievemente frequente (Fici). Secondo Atzeni-Tedesco e Piccaluca invece il polso a riposo dei microsplancnici sarebbe meno frequente che nei megalosplancnici, però maggiore l'aumento di frequenza dopo gli esercizî, mentre la pressione massima e minima è meno elevata che nei megalosplancnici sia a riposo sia dopo l'esercizio.

Comunque si nota nel microsplancnico un'ipostenia cardiovascolare che si accentua nel climatterio e la presenza di soffî venosi (F. Galdi). Inoltre secondo P. Castellino il tipo microsplancnico presenta bradmotropismo e inotropismo positivo. Nel sangue il numero dei globuli rossi è normale oppure inferiore alla norma; i leucociti sono in quantità superiore alla media e a carico del midollo osseo si riscontra un'aumentata reattività verso gli stimoli (L. Borchardt).

La frequenza del respiro tende alla norma. La capacità vitale dei tipi longilinei è più alta della media (Atzeni-Tedesco e Piccaluga) in dipendenza dell'atteggiamento espiratorio permanente del torace, nonché della prevalenza dell'espirazione sull'inspirazione. Per queste condizioni si ha che nell'abito longilineo dopo un'espirazione forzata è possibile un movimento inspiratorio con escursione maggiore di quella possibile nel torace brachitipico, che ha un atteggiamento opposto. La cute è quasi sempre asciutta, talora anche scabra.

Nelle urine si nota: aspetto più di frequente limpido, densità più bassa che nei brachitipi, quantità non eccessiva dell'acido urico, grande quantità di urea (V. Fici).

In base al comportamento del sistema nervoso vegetativo furono distinte due varietà: la varietà iposurrenale, che è simpaticotonica pura, risultando il riflesso oculocardiaco nullo o quasi, il riflesso dermografico pallido, poco apprezzabile, fugace, il riflesso solare accentuato, e la varietà ipogenitale (rara), che presenta un comportamento misto, con riflesso oculocardiaco negativo o paradosso, riflesso dermografico con stria bianca, riflesso solare quasi negativo o invertito.

Psichicamente il tipo microsplancnico tende a un'intelligenza vivace, però associata a labilità e ad esauribilità neuropsichica; inoltre tende a un temperamento schizoide con carattere prevalentemente intellettivo e mancanza di una volontà energica.

Per quanto riguarda l'orientamento endocrino vi sono segni d'iperfunzione della tiroide e dell'ipofisi, mentre è deficiente la funzione dei surreni e delle ghiandole sessuali (N. Pende).

La patologia del tipo microsplancnico è in relazione alla deficiente funzione dei tessuti e apparati ed è caratterizzata da una scarsa difesa dagli stimoli morbosi e dalla rapida esauribilità seguita da scompenso funzionale.

La diminuzione del tono muscolare e la deficienza degli apparati di sostegno condizionano numerose manifestazioni morbose: atonia e ptosi gastrica, enteroptosi spesso associata a stipsi abituale atonica, rene destro mobile, ernie inguinali (S. Zisa, S. Saitta), ptosi dei testicoli, alterazioni di posizione degli organi genitali interni nella donna. A carico del sistema scheletrico s'incontra spesso la pericondrite ossificante delle coste; così pure s'incontrano le osteomieliti (nell'infanzia), la sindesmolisi congenita (Tarabini), il reumatismo articolare acuto (G. Piccoli).

Per quanto riguarda la circolazione è frequente l'insufficienza dell'apparato cardio-vascolare e in particolare l'ipotrofia del ventricolo sinistro (F. Galdi), la stenosi mitrale pura. Specialmente durante la pubertà si osservano palpitazioni di cuore, pallore del volto, oligoemia (A. De Giovanni). Fra le malattie del sangue sono da ricordare la porpora, l'emofilia, le epistassi infantili, la clorosi (F. Galdi).

Nel gruppo delle malattie dell'apparato respiratorio, sono molto frequenti le affezioni acute bronchiali, le affezioni acute e croniche del parenchima polmonare: polmoniti e specialmente la tubercolosi polmonare che in questo tipo assume assai spesso un andamento grave con decorso fatale.

Fra le malattie dell'apparato digerente, oltre all'atonia già ricordata, sono frequenti le dispepsie (nevrosi di inibizione secretoria e motoria dello stomaco, Castellino), i catarri cronici del tubo digerente, l'ulcera peptica gastrica e duodenale (S. Zisa).

È stata descritta inoltre nei longilinei la insufficienza funzionale epatica (A.-N. Gilbert e E. Castaigne), nonché la colelitiasi, specialmente nei giovani (Stiller).

Di fronte alle malattie infettive è stata notata un'insufficiente reazione immunitaria (Stiller), che fu accertata per iì tifo (Baràth).

Spesso può accadere che la sieroreazione di Wassermann risulti negativa nonostante una pregressa infezione sifilitica (Stern).

Altre manifestazioni abnormi notate in questo tipo costituzionale sono: l'erpetismo (A. Bazin), la fosfaturia, l'iperazoturia, l'ossaluria, la glicosuria, la poliuria, e l'ipercloruremia (P. Castellino).

Secondo G. Sgarbi nei longitipi della varietà ipogenitale l'iperacidità delle urine rivela una tendenza all'acidosi, che si può manifestare in varie contingenze (diabete, digiuno, ecc:).

Per quanto riguarda il sistema nervoso, il tipo microsplancnico è particolarmente predisposto alla nevrastenia, isterismo, neurosi in genere (Fici), tabe dorsale, demenza precoce, cerebropatie congenite e infantile, epilessia. Però in quest'ultima affezione prevalgono i microsplancnici della varietà mista (G. Fattovich).

Tipo astenico. - È l'antica costituzione gracile degli autori italiani, descritta poi come costituzione astenica da B. Stiller, ma non mai bene chiarita nella sua delimitazione. Per bene intenderla, è da tener conto che essa è definita essenzialmente dall'astenia e dal fatto della scarsezza o gracilità della massa organica (G. Viola). L'espressione morfologica più saliente di questo tipo è data dagli spostamenti delle parti scheletriche e dei visceri, che, pur essendo provocati dal fattore gravità e da posizioni viziose, sono resi possibili dall'ipotonia muscolo-neuro-legamentosa propria di questi individui, donde le ptosi esterne e interne (Viola). Pur mancando in questo tipo un complesso di caratteristiche sproporzioni corporee, rispetto al tipo medio, come si trovano invece alla base dei due tipi dianzi descritti, si può tuttavia parlare di abito astenico, in quanto le ptosi interne ed esterne, dovute all'ipotonia, alterano le forme esterne del corpo e gl'imprimono un carattere morfologico particolare ben diverso da quelli considerati a proposito degli abiti longilineo e brevilineo.

Entrano infatti a far parte dell'abito astenico i cosiddetti paramorfismi (G. Sorrentino), cioè determinate alterazioni acquisite della forma esterna del corpo e dei suoi atteggiamenti funzionali abituali dovute a ipotrofia e astenia muscolo-legamentosa. Fra i più frequenti paramorfismi sono: la cifolordosi funzionale cervicale, la cifosi funzionale altadorsale, il collo atrofico (di cigno), le spalle spioventi, le scapole alate, il petto infossato tra i monconi delle spalle portati in avanti, l'appiattimento della regione medio-dorsale della colonna vertebrale, la scoliosi funzionale, l'esagerazione, o, viceversa, la scomparsa dell'insellatura lombo-sacrale, il bacino ruotato sull'asse trasversale dall'indietro all'innanzi, il ventre batraciano o a bisaccia, ecc. Dunque una delle proprietà fondamentali della costituzione astenica è quella dell'ipotono universale che porta con sè non solo le ptosi interne (le sole descritte da Stiller), ma tutte le ptosi, anche quelle esterne, più propriamente dette "paramorfismi". Le ptosi in genere e i paramorfismi in specie sono suscettibili di essere corretti con l'educazione fisica, che rinvigorisce il sistema nerveo-muscolo-legamentoso, ne rialza il tono e tiene così bene collegate fra loro le parti scheletriche, che sotto l'azione della gravità tendono a sconnettersi e a cadere. Nell'ipotonia il corpo tende altresì ad "accartocciarsi" verso l'innanzi, perché nello scarso esercizio fisico della vita civile l'uomo per i suoi bisogni usa a prevalenza i muscoli anteriori: il sistema muscolare posteriore, che è quello che erige il tronco raddrizza le gambe e fa protendere il petto anteriormente col retrarsi posteriormente delle spalle, rimane più debole e cedevole di fronte alla trazione del sistema muscolare anteriore più forte.

Lo stato astenico, elemento fondamentale di questi tipi di costituzione, è e deve essere carattere sempre presente, in quanto i tipi sono scelti per la presenza di esso. Trae poi con sé parecchi altri caratteri, i quali sono correlati fino a un certo grado con lo stato astenico, ma non necessariamente sempre presenti, vale a dire non in correlazione assoluta. Uno dei caratteri correlati in più alto grado è quello della scarsa massa somatica. Questo carattere è stato sempre da tutti gli autori, compreso lo Stiller, dimenticato, mentre esso ha una grandissima importanza. Infatti si collega strettamente con esso lo stato di gracilità dello scheletro e delle masse muscolari, che sono un esponente così caratteristico della costituzione ipotonica, che è gracile per eccellenza. Una grande massa somatica ben raramente è ipotonica; si tratta di casi eccezionali di una legge fondamentale che collega la normo- e la ipertonia con le masse somatiche normali e supernormali (costituzione atletica). E non è detto neppure che una piccola massa somatica non possa essere normotonica o anche ipertonica e viceversa: si tratta anche qui di eccezioni, che non offendono la regola generale, per cui la piccola massa somatica è fortemente correlata con l'ipotonia come la grande massa con l'ipertonia, ma non sono correlate in modo assoluto.

Un terzo carattere viene per la sua importanza subito dopo ed è quello delle proporzioni corporee. L'abito longilineo, per la legge dell'antagonismo morfologico-ponderale, tende fortemente alla microsomia, e, con quest'ultima, alla gracilità scheletrico-muscolare, nonché all'ipotonia e denutrizione. Da questo deriva il fatto della particolare frequenza, già rilevata dallo Stiller, dello stato astenico associato con l'abito longilineo. Ma non bisogna identificare, perché correlazione assoluta non esiste fra tutti questi caratteri che andiamo illustrando; un abito longilineo può essere benissimo ipersomico e normo- o ipertonico, con uno sviluppo scheletrico e muscolare anche discretamente atletico. E d'altra parte si incontrano spesso individui astenici, microsomici e gracili di scheletro e di muscoli che non sono affatto longilinei, ma normolinei e anche brachilinei. Tuttavia si tratta sempre di casi molto più rari, perché la tendenza di natura è di associare microsomia, denutrizione, gracilità scheletrica e muscolare, longitipia e astenia.

Con l'abito astenico o gracile è connessa gran parte delle debolezze inerenti all'atonia e all'abito tisico che in essa si riscontra così facilmente unito, come abbiamo detto. Tutte le funzioni sono deboli, hanno una scarsa escursione e una breve resistenza nello sforzo e quindi cadono facilmente nello scompenso, donde la frequenza degli esaurimenti nervosi, della nevrastenia, della dispepsia gastro-intestinale, dell'oligoemia, della tubercolosi polmonare e delle sierositi cavitarie.

Tipo atletico. - Alla costituzione astenica o gracile si contrappone la costituzione tonica o robusta, che può in gran parte identificarsi con la costituzione atletica. Qui tutto è in antitesi con la costituzione stilleriana, intesa nel senso di Viola: massa somatica superiore alla norma, sviluppo notevole scheletrico-muscolare, forte tono muscolo-legamentoso, assenza quindi di ptosi esterne (paramorfismi) e interne, forte correlazione con le proporzioni corporee specialmente normali o miste o anche brachitipiche, scarsa correlazione (rara) con l'abito longilineo e solo nel caso in cui questo sia ipersomico e senza raggiungere mai gli estremi sviluppi muscolari possibili nei primi casi.

Considerando più minutamente il suo aspetto esterno si notano i seguenti particolari.

La testa è in complesso simmetrica e di proporzioni armoniche. I 3 piani della faccia sono uguali fra di loro in larghezza e altezza. Il rilievo muscolare nella regione mandibolare è evidente, ma non particolarmente sviluppato. Il collo è largo specialmente alla sua base e nel territorio della nuca. La sua altezza è variabile, essendo lungo in certuni, largo in certi altri. La protuberanza laringea non è sporgente. Il rilievo muscolare è ben sviluppato, il restringimento della vita è per lo più accennato. Le spalle sono larghe e alte. Gli arti hanno un rilievo muscoìare molto marcato e un grande diametro trasversale. Il tipo muscolare si sviluppa per lo più solo molto tardi, e precisamente tra i 16 e i 18 anni, quando gli arti raggiungono le loro dimensioni definitive. Esso corrisponde all'ideale classico di bellezza dei Greci.

Dato che nella descrizione dell'abito atletico da tutti viene dato il massimo peso al particolare sviluppo del rilievo muscolare e alla plasticità del corpo, è chiaro che il punto di riferimento fondamentale per la classificazione di un individuo fra le costituzioni atletiche è dato essenzialmente dallo sviluppo della muscolatura. Ora, in base alle descrizioni e ai dati antropometrici di numerosi autori, si può dire che il tipo atletico sta in generale con le sue misure corporee fondamentali in una posizione abbastanza centrale rispetto ai due tipi estremi: il longitipo e il brachitipo e, se mai, tende di più verso quest'ultimo, come abbiamo detto. Comprende il grande gruppo degl'individui che non sono né particolarmente alti e slanciati, né eccessivamente tarchiati e larghi. Insomma un tipo quasi sempre medio o misto con lieve frequenza verso la deformazione longitipica e maggiore frequenza verso quella brachitipica, ma la nota fondamentale consiste nello sviluppo della muscolatura.

È evidente che la capacità di sviluppo della muscolatura è legata alla presenza di uno speciale fattore costituzionale. Certo è che con l'esercizio la maggioranza degl'individui può sviluppare i suoi muscoli e giungere cosi a una maggiore capacità dinamica, ma gli atleti sono coloro che hanno valori iniziali (senza speciale esercizio) già notevoli e possono spingersi agevolmente con l'esercizio verso i più alti della specie umana. Il rendimento particolarmente rilevante è legato alla forte muscolatura e innervazione, fattori entrambi costituzionali. Quando gli atleti sono ipersomici (grande massa somatica) e brachitipi, raggiungono ì cosiddetti "pesi massimi". Per ciò che riguarda il forte sviluppo dello scheletro (osseo) esso appare legato allo sviluppo del sistema muscolare da stretta correlazione.

Nei soggetti a costituzione atletica tutte le funzioni sono robuste, hanno una larga escursione nello sforzo, una prolungata resistenza di esso, e difficilmente cadono nello scompenso. La resistenza alle cause di malattia è la maggiore che i varî tipi umani possano presentare. E se l'ingrandimento del soma sopra il normale si associa a proporzioni corporee longitipiche, il tipo robusto-atletico inclina a indebolirsi e ad assumere le tendenze morbose costituzionali del longitipo; tali tendenze, però, spesso molto attenuate o anche totalmente corrette dalla ricchezza della massa somatica.

Spesso si vedono gli organismi scelti per alta statura e per grandi masse somatiche dimostrarsi insufficienti nella resistenza alle fatiche militari. La causa sta in ciò che quanto più la massa somatica per eccedenza s'allontana dal normale, tanto più frequentemente si associa ad essa la disarmonia delle proporzioni corporee, e degli sviluppi viscerali: per esempio, cuore relativamente piccolo, relativamente piccole arterie, debolezza costituzionale del sistema nervoso, ecc., che sono in definitiva la causa della poca resistenza che molti individui presentano allo sforzo funzionale militare. Ma non si può mai escludere la rara possibilità che una costituzione in alto grado ipersomica si mantenga discretamente normotipica, con visceri e innervazioni bene correlati con l'ipersomia, nel qual caso si hanno quei formidabili atleti, campioni mondiali, che tanto appassionano le folle con lo spettacolo delle loro lotte gigantesche. Tutto ciò vale per le costituzioni comprese nella "normalità" in senso medico (non patologiche).

Qualora però intervengano fatti patologici (un tumore dell'ipofisi, ecc.) si manifestano ipersomie scheletrico-muscolari-viscerali patologiche, che conservano in generale il tipo morfologico primitivo (normo- o brachi- o longitipico, L. Messedaglia), ma sono ricche di disarmonie parziali e, invece della potente forza atletica, manifestano, a dimostrazione della natura patologica della loro megalosomia, una generale debolezza di rendimento funzionale (gigantismo, acromegalia).

Ma qui non siamo più nel campo costituzionale, di sua natura pertinente alla normalità in senso medico, ma in quello patologico (endocrino).

Gli esercizî e i giuochi ginnico-sportivi vanno considerati in rapporto con la costituzione atletica e in generale coi tipi morfologici. Più cresce la massa somatica-scheletrica-muscolare e più crescono la forza e la resistenza per i detti esercizî e giuochi. Ma per quanto riguarda le variabili attitudìni ai varî esercizî e giuochi e a quelle qualità costituzionali che creano i campioni specializzati nei varî rami dello sport va detto che tale specializzazione è essenzialmente legata alle proporzioni corporee.

I longitipi (per lo più lievi) eccellono nelle forme agili e rapide dell'atletismo (corsa, salto, lancio), i brachitipi nell'atletica lenta, resistente, pesante (lotta, pugilato). I normotipi sono i campioni di tutti gli sports. Però anche la massa somatica ha la sua importanza.

Così, per es., s'osserva che la maggioranza dei campioni ciclisti in velocità hanno delle corporature imponenti che superano i 90 kg. Stando seduti sulle loro macchine essi non sono affatto ostacolati dal loro peso rilevante. Anzi in grazia ad esso acquistano una maggiore stabilità e possono esercitare alternativamente una maggiore potenza sui pedali. Al contrario i ciclisti di corse di resistenza sono piuttosto leggieri; lo stesso s'osserva nei corridori podisti di gran fondo. Nella corsa veloce a piedi, le grosse corporature non costituiscono più un elemento di favore. Dovendo esercitare uno sforzo proporzionale al proprio peso è necessario invece che raggiungano il peso minimo compatibile con la forza che è necessaria.

Il saltatore in lunghezza è per lo più un mediolineo a muscoli lunghi (A. Thooris), quello in altezza è favorito da un'alta statura e da un peso scarso. Per il salto con la pertica è necessaria molta agilità e forza nelle braccia: vi riescono bene soprattutto i mediolinei schiacciati (Thooris) e coloro che hanno il cinto scapolare relativamente molto sviluppato.

Pertanto non dobbiamo credere che la grande massa organica possa crescere a oltranza, essendo indifferente per il rendimento organico e la resistenza alle cause di malattia avere questa grande massa organica associata alle proporzioni normali oppure alle brachitipiche oppure alle longitipiche. Come abbiamo già detto, il massimo della robustezza si raggiunge con l'associazione ipersomica-normotipica, la quale però è limitata a moderate ipersomie (tipi "paracentrali" di Viola). Se l'ipersomia oltrepassa per entità certi limiti di distanziamento dalla massa somatica media, l'associazione con proporzioni corporee normali diventa sempre più rara e invece sempre più frequente l'associazione con le proporzioni brachitipiche-megalosplancniche che conferiscono così alla costituzione robusta atletica tutte le tendenze morbose costituzionali da noi descritte per il brachitipo. Tuttavia una brachitipia moderata a parità di massa organica è più favorevole alla potenza del rendimento, che non, ceteris paribus, la normotipia. Quest'ultima invece ha per caratteristica la possibilità di eccellere in tutti gli sports, raggiungendo però raramente i rendimenti massimi.

Bibl.: A. De Giovanni, Morfologia del corpo umano, Milano 1904-09, voll. 3; R. P. Bean, The two Europeans types, in American Journ. Anatomy, XXXI (1923), p. 359; L. Borchardt, Klinische Konstitutionslehre, Berlino 1924; A. Thooris, La vie par le stade, Parigi 1924; P. Castellino, La costituzione individuale. La personalità, Napoli 1927; N. Pende, Trattato sintetico di patologia e clinica medica, voll. 3, Messina 1927; G. Scaglia, Effetti di estratti tiroidei e dello jodio sullo sviluppo e accrescimento del Hyacinthus orientalis, in Scritti biologici, Siena 1927; F. Weidenreich, Rasse und Körperbau, Berlino 1927; N. Pende, Le debolezze di costituzione, 2a ed., Roma 1928; E. Kretschmer, Körperbau und Charaktere, 7a ed., Berlino 1929; R. Ch. Stockard, Die körperliche Grundlage der Persönlichkeit, Jena 1932; G. Viola, La costituzione individuale, voll. 2, Bologna 1932-33; G. Viola, Semeiotica della costituzione, in G. Viola, Trattato di semeiotica, II, Milano 1933, p. 861; P. Benedetti, La situazione odierna del movimento scientifico sulla costituzione individuale. Lavori del XLI Congr. Società italiana di medicina interna, Bologna, ottobre 1935; G. Montandon, Le nombre des types raciaux actuels parmi les Europoïdes d'Europe et leur diagnostic différentiel, in S.A.S., I, iii, Bologna 1936.