Tetrarchia

Dizionario di Storia (2011)

tetrarchia


Nell’antichità classica è in origine il governo della quarta parte di un Paese; in età dioclezianea, il governo esercitato da quattro sovrani. Il sistema della t. si ha in Tessaglia e in Galazia, dove sino all’85 a.C. circa ognuna delle tre tribù era divisa in 4 tetrarchie. Ma al tempo di Mitridate a capo di ogni tribù rimase un unico tetrarca; poi con Pompeo i tetrarchi dei trocmi e dei tolistobogi si chiamarono re, e infine la Galazia fu unificata. Il vocabolo tetrarca perse allora il valore primitivo per assumere quello di piccolo dinasta e fu largamente usato in questo senso dai romani per i piccoli regni della Giudea. Così si ebbero le t. di Perea, di Galilea e Perea, di Batanea, Auranitide e Traconitide, e quella di Iturea, che dopo essere durate dal 63 al 34 a.C. si disgregò in altre minori. Nell’ordinamento di Diocleziano, è detto t. il sistema per cui l’impero fu diviso tra due Augusti e due Cesari, cioè tra quattro sovrani. Diocleziano, pensando di dover dare una soluzione stabile al duplice problema di assicurare la successione pacifica degli imperatori e di organizzare un’efficace difesa delle varie parti dell’impero, lo divise in quattro parti, a loro volta ripartite in diocesi: due maggiori, assegnate a sé stesso e a Massimiano (già prima a lui affiancato come secondo Augusto), e due minori, affidate a due Cesari: Galerio, adottato da lui stesso, e Costanzo, adottato da Massimiano. Galerio ebbe l’Illirico, Costanzo la Gallia, la Britannia e l’Ispania. Nella famiglia imperiale così costituita, il potere supremo era riservato a Diocleziano (senior augustus); l’impero conservava la sua unità, le leggi erano emanate a nome di tutti e quattro i principi, comuni erano considerati i provvedimenti presi da ciascuno di loro (anche senza consultazione con gli altri), comuni le vittorie conseguite. Ciascuno pose la sua capitale nella città che meglio gli permetteva di controllare la situazione militare della sua parte d’impero: Costanzo a Treviri, Massimiano a Milano, Galerio a Sirmio, Diocleziano a Nicomedia. La successione doveva svolgersi mediante abdicazione dell’Augusto (quando questi sentisse di non poter più sostenere la grave responsabilità imperiale), cui succedeva il suo Cesare, il quale provvedeva a creare un nuovo Cesare. Il sistema della t. non dette però i risultati sperati.

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