TETI

Enciclopedia Italiana (1937)

TETI (ϑÀτες)

Paola Zancan

Così si denominava in Grecia la classe sociale dei non proprietarî, costretti a lavorare come salariati. Questa classe sociale, che in origine appare diffusa, con caratteri medesimi o simili, in tutta la Grecia, subisce poi trasformazioni diverse, lungo due vie opposte, negli stati democratici e in quegli oligarchici. E cioè in questi i teti sono ridotti via via, mediante progressivo abbassamento, a una vera e propria servitù della gleba (gl'iloti di Laconia, i penesti di Tessaglia); in quelli viceversa conseguono a poco a poco i diritti politici, fino a una effettiva parificazione politica con le altre classi più alte.

Siffatta trasformazione noi possiamo seguire in Atene. Già all'inizio del sec. VI la riforma di Solone concedeva ai teti il diritto di partecipare all'assemblea popolare e di sedere come giudici nei tribunali; li escludeva però dalle cariche pubbliche, riservate alle tre prime classi (pentacosiomedimni, cavalieri, zeugiti), cioè ai proprietarî fondiarî. I non proprietarî, poveri, meno poveri e ricchi, operai e artigiani e imprenditori, erano tutti esclusi dalle magistrature e relegati nell'infima classe dei teti.

La situazione muta però poco dopo; la data non è nota, ma la riforma per cui il censo si computò non più in prodotti del suolo ma in dramme non può essere di età molto lontana da quella di Solone. E tale riforma spalancò le porte delle classi più alte, e dunque della magistratura, ai teti arricchiti. Era il primo passo. Gli avvenimenti del sec. V, il rapido sviluppo dell'industria e del commercio, l'affluire in Atene dei tributi degli alleati, il conseguente accrescersi della ricchezza moltiplicò le possibilità di salire verso le classi più ricche. S'aggiunga a ciò la svalutazione della moneta, per cui non c'erano quasi più poveri così poveri da essere relegati fra i teti. La barriera tra le classi superiori e quella inferiore era con ciò infranta: non tardò molto che ai teti furono aperte anche le magistrature (certo di fatto; se anche di diritto è controverso). Con ciò in Atene s'era raggiunta la totale parificazione politica delle classi censitarie.

Questo per quel che riguarda le funzioni e gli onori. Quanto agli oneri militari i teti in un primo tempo ne furono del tutto esenti, essendo essi riservati agli ὅπλα παρεχόμενοι. Ma già nel sec. V essi furono arruolati come milizia leggiera e soprattutto come marinai, ricevendo dallo dallo stato il soldo e il vitto.

Bibl.: G. De Sanctis, 'Ατϑίς, 2a ed., Torino 1912, passim; G. Glotz, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des antiquités, V, pp. 247-53; G. Busolt-H. Swoboda, Griechische Staatskunde, Monaco 1920-26, p. 182 segg., passim; J. Hasebroek, Griechische Wirtschafts- und Gesellschaftsgechichte, Tubinga 1931, p. 189 segg.; U. Kahrstedt, Staatsgebiet u. Staatsangehörige in Athen, Stoccarda 1934, p. 250 segg. W. Schwahn, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI A, col. 186 segg.