TESSITURA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

TESSITURA (XXXIII, p. 674; App. I, p. 1053; II, 11, p. 992; III, 11, p. 950)

Franco Testore

Negli ultimi venti anni il settore ha fatto registrare eccezionali progressi e ciò sia per quanto riguarda le macchine di preparazione alla t., sia nella t. vera e propria, sia infine nella messa a punto e nel continuo perfezionamento di nuove tecnologie per produrre strutture tessili piane. Tali progressi sono rappresentati in parte dal costante miglioramento di macchine tradizionali, ma soprattutto dalla progettazione e realizzazione di macchine che funzionano secondo principi affatto nuovi e da una continua ricerca intesa a ottenere incrementi di velocità delle macchine e il massimo grado di automazione con conseguente ridotto intervento della mano d'opera addetta. Pertanto la produttività per ora-operaio ha raggiunto notevolissimi incrementi, dell'ordine, in certi casi, di parecchie volte.

Parallelamente ai progressi quantitativi, si è estesa largamente l'applicazione di dispositivi elettronici di regolazione e controllo, a volte semplici, a volte sofisticati, per ottenere semilavorati il più possibile esenti da difetti.

A questo lavoro di ricerca e di sviluppo nella tecnologia della t. ha indubbiamente contribuito l'enorme e tuttora crescente diffusione delle fibre chimiche: nei tessuti tradizionali infatti esse hanno potuto sostituire le fibre naturali solo dopo la risoluzione di problemi particolari, mentre nei tessili nuovi hanno addirittura favorito l'affermarsi di nuove tecnologie. Oggi si può affermare che le fibre naturali non interessano che di riflesso i costruttori di macchinario tessile e pertanto le nuove macchine sono progettate a misura delle fibre sintetiche, e se esse servono anche per la lana e per il cotone tanto meglio: la loro versatilità per le fibre naturali è un pregio aggiuntivo, non più uno degli scopi principali dei progettisti.

Ciò premesso si dividerà la trattazione delle voci in quattro sottotitoli: Preparazione alla t., t. vera e propria, dati statistici sul macchinario di t., tendenze e prospettive nel macchinario di tessitura.

Preparazione alla tessitura. - Usualmente si comprendono sotto tale dizione generica le operazioni successive alla filatura e aventi per scopo la preparazione dei filati di catena (ordito) e di trama in confezioni e assetti idonei per l'alimentazione della successiva tessitura. In questo campo non sono apparsi ultimamente sviluppi sensazionali, o procedimenti o dispositivi rivoluzionari, bensì si è constatato un continuo e costante progresso. In quasi tutte le macchine si è rilevato, negli ultimi venti anni, un aumento della velocità dell'ordine del 100% e oltre, segnatamente negli orditoi e nelle incollatrici, ma soprattutto si è notata la tendenza a cercare di produrre macchine a elevato rendimento, ottenuto con la riduzione drastica di molte cause di fermata e di inattività e con un'automazione più spinta possibile, specialmente nelle fasi di lavorazione ancora compiute manualmente dall'operatore.

Così, per fare qualche esempio, nell'ambito degli orditoi a frazione sono ormai normali velocità d'orditura dell'ordine dei 1000 m al minuto, velocità d'insubbiatura sui 250 m al minuto, l'adozione di programmatori elettronici con i quali, predeterminando alcune variabili, è agevole governare in modo del tutto automatico e perfettamente riproducibile l'esecuzione delle successive fasi che compongono l'operazione, l'installazione di guardiafili elettronici a bassissimo tempo di reazione per fermare la macchina in pochi centisecondi a seguito di una rottura del filo. Per quanto riguarda ancora gli orditoi a frazioni, due le novità di principale rilievo, oltre a un generalizzato aumento della velocità di lavoro: l'adozione di carrelli annodatori e cantre mobili, per sostituire le confezioni d'alimentazione in modo del tutto automatico, e l'estrema attenzione dedicata al problema della costanza di tensione a cui sono sottoposti i filati (adozione di particolari dispositivi compensatori di tensione, avvolgimento a velocità periferica costante anche con subbi di grandissimo diametro, ecc.). Uno sviluppo particolare viene segnalato per gli orditoi speciali adatti per fili sintetici continui, mentre del tutto abbandonato risulta il sistema di alimentare le cantre da spole, limitate ormai all'industria laniera e solamente per ordire catene corte con partite di filato molto modeste.

Un accessorio ormai comune a tutti i tipi di orditoio è il dispositivo per distribuire cere o antistatici o altri prodotti ausiliari, sulle catene, per migliorare il comportamento dei fili nella susseguente operazione di t. senza dover compiere un'operazione supplementare.

Sono quasi scomparse le imbozzimatrici per filati lanieri, mentre hanno ancor piena validità quelle per filati cotonieri e per filamenti sintetici. Le batterie di vasche ed essiccatoi sono dotate di automatismi sempre più numerosi per cui ogni particolare fase è controllata, e ciò si giustifica a causa della drasticità delle operazioni e per i difetti che le eventuali variazioni delle condizioni possono creare sul tessuto. Particolare cura è stata rivolta al settore dell'essiccazione; seguendo una tecnica introdotta dagli Americani, l'ordito non passa più in camere ad aria calda, ma si avvolge intorno a una serie di tamburi (fig.1), nei quali è possibile regolare con precisione la temperatura della superficie a contatto con il filato.

Sono state inoltre proposte nuove soluzioni per compiere in serie le operazioni di orditura, imbozzimatura e raccolta sul subbio delle catene composte di filamenti provenienti a volte direttamente dalla filiera, allo scopo non solo di eseguirle due fasi in continuo, ma anche di evitare d'impartire una preventiva modesta torsione ai filamenti, indispensabile nello schema classico di lavorazione per impedire il sovrapporsi delle bave provenienti da diversi filamenti. Il nuovo procedimento, che presenta molti vantaggi e anche alcuni inconvenienti che saranno in futuro probabilmente superati, merita di essere segnalato in quanto indice di una tendenza di semplificazione di operazioni e di lavorazione in continuo.

Miglioramenti anche nelle altre macchine di preparazione dell'ordito, un settore che nell'ultimo decennio ha fatto riscontrare progressi spettacolari. Così oggi si registra un interesse assai accresciuto per le incorsatrici automatiche, nonostante il forte investimento da esse richiesto, sia come costo della macchina e delle attrezzature relative, sia come costo degli accessori dei telai che devono essere adatti a esse; l'installazione d'incorsatrici automatiche si sta diffondendo anche in aziende di medie dimensioni, in quanto il forte incremento di produttività del personale (70.000 fili in 8 ore con 4 persone, di cui: 1 operatore alla macchina, 2 ausiliari, 1 addetta alla macchina passapettini, mentre con il sistema di incorsatura semiautomatico, a parità di produzione, occorrerebbero almeno 10 operai) unita alla riduzione del pericolo d'errori, rende conveniente l'investimento. Dove non è possibile incorsare in modo del tutto automatico, si ricorre al sistema semiautomatico, in cui una macchina di preparazione provvede a passare tra i fili dell'ordito una catenella di filato che, disfacendosi poi su un'apposita attrezzatura in fase di rimettaggio vero e proprio, provvede a presentare singolarmente ogni filo alla passetta dell'operaia incorsatrice, rendendo così superfluo l'intervento dell'operaia porgifilo. Del tutto desueto, e ormai limitato a pochi articoli nella tessitura laniera (passature complicate, fili di effetto, filati cardati di titolo grosso, ecc.) il sistema classico di passatura manuale con incorsatrice e porgifilo.

Maggiori velocità di lavoro e miglioramenti nell'esecuzione meccanica e nella versatilità sono da rilevarsi sulle annodatrici e sulle ponilamelle, così come nell'ambito della preparazione della trama per quanto riguarda le rispolatrici; trattasi ormai di macchine già altamente automatizzate e a elevato livello di precisione, con ormai scarsi margini per ulteriori progressi. La produzione raggiungibile delle annodatrici attuali supera i 600 nodi/minuto, quella delle ponilamelle le 300 lamelle/minuto, le rispolatrici possono arrivare a 12.000 giri/minuto.

Interessante lo sviluppo delle copsatrici nella versione gigante per l'alimentazione dei telai senza navetta, specie in presenza di titoli grossi; con esse è possibile preparare confezioni cosiddette "a bottiglione", alte circa 1 m e del peso di vari kg: a una confezione di grande mole si unisce un'ideale disposizione del filato, per lo svolgimento a tensione bassa e praticamente costante durante l'inserzione della trama nel tessuto.

Infine è da segnalare, come diretta conseguenza dello sviluppo dei telai senza navetta, la diffusione delle roccatrici automatiche (fig. 2). Queste macchine, che costituirono una delle più grandi novità all'Esposizione internazionale di macchinario tessile ad Hannover nel 1963, hanno conosciuto da allora un successo senza precedenti. Le soluzioni proposte sono numerose e basate su diversi princìpi che possono così riassumersi: ad annodatore singolo, ad annodatore viaggiante e comune per un gruppo di teste, a teste viaggianti, ciascuna con relativi vantaggi secondo l'uso cui sono destinate. Tra gli ultimi sostanziali miglioramenti apportati a tali macchine si ricordano: il diffondersi di dispositivi per il caricamento automatico delle spole gettate alla rinfusa in un contenitore, l'alimentazione con rocche provenienti da filatoi a fibre libere, l'immediata frenatura della rocca a rottura del filo, il contatore a preselezione della lunghezza di filato avvolto, lo scarico e l'evacuazione automatica delle rocche piene, la velocità di avvolgimento dell'ordine di 1200 m al minuto e oltre, l'uso di un elaboratore per ottenere il miglior rendimento del reparto di roccatura. Il calcolatore elettronico è collegato a centinaia di teste e tramite una stampante offre, per ogni istante, una fotografia esatta delle condizioni operative in cui si svolge il lavoro (rendimento delle macchine, causa e durata delle fermate, interventi dell'operatore, ecc.); alla fine del turno gli stessi parametri vengono forniti in forma condensata come media di tutte le rilevazioni. L'utilità dell'impiego dell'elaboratore può apparire a prima vista come quella di un accessorio di lusso, ma in presenza di roccatrici moderne con carico automatico delle spole e scarico automatico delle rocche, esso si dimostra pressoché indispensabile in quanto, date le altissime assegnazioni, l'operaio non è più in grado di seguire a colpo d'occhio tutte le teste a lui affidate, e inoltre è importante conoscere con precisione l'andamento delle varie partite di filato per poter correggere tempestivamente eventuali anomalie.

Tessitura. - Classificazione delle macchine a tessere. - Le macchine a tessere, chiamate anche telai senza navetta, sono nate dopo lunghi studi e numerose prove di esperti tessili e d'ingegneri: alcune brillanti soluzioni ebbero applicazioni pratiche qualche volta assai lusinghiere, altre dopo le prime esperienze furono abbandonate, altre sono ancora allo stadio di esperimento e le macchine sono poco più che prototipi. Fu Gabler, nel lontano 1923, che ebbe per primo l'idea di abolire nel telaio la navetta, sostituendola con lance che provvedevano al trasporto del filo di trama. Da questo primo tentativo che inizialmente, come tutte le novità rivoluzionarie, non ebbe una buona accoglienza, molto si è fatto con soluzioni diverse, partendo sempre dalla contraddizione operativa implicita nella tessitura con navetta, per cui si mettono in movimento pesanti masse per imprimere il moto alternato, con fortissime e frequentissime accelerazioni e decelerazioni, a una navetta pesante circa 1 kg la quale, a sua volta, depone nel passo appena qualche centigrammo di filato. I concetti informativi, che devono essere tenuti presenti nello studio e nella costruzione di una macchina a tessere, si possono riassumere in questi termini:

a) ottenere una produzione elevata, in termini di metri di trama inserita nell'unità di tempo, dovuta in parte alla maggior velocità di marcia rispetto al telaio convenzionale e in parte al minor numero di rotture del filato, sia di ordito che di trama, in virtù delle minori sollecitazioni esercitate sul filato stesso (riduzione dell'apertura del passo, diminuzione della corsa della cassa battente, ecc.);

b) per le ragioni su esposte possibilità di effettuare una maggiore assegnazione di macchine per addetto e quindi di ridurre l'incidenza della mano d'opera per unità prodotta;

c) eliminare numerose operazioni complementari (trasporto spole, spolatura, caricamento dei revolver, pulizia dei supporti delle spole, ecc.) sostituendole con un'unica operazione di roccatura automatica, economicamente molto più conveniente;

d) ottenere un semilavorato più regolare e di miglior qualità, sia per la diminuzione delle rotture dei fili, sia per la presenza di numerosi dispositivi che affidano alla macchina operazioni di controllo una volta lasciate alla discrezione e alla diligenza dell'operatore;

e) garantire alla macchina la massima flessibilità d'esercizio, in modo da poter lavorare la più vasta gamma possibile di filati e ottenere una grande varietà di tessuti;

f) ridurre drasticamente il livello di rumorosità nei saloni di t., causa di sordità e di disturbi nervosi.

I princìpi costruttivi attuati nella fabbricazione dei telai senza navetta allo stato odierno si possono così riassumere, in relazione al tipo di vettore usato per l'inserzione della trama o al modo con cui la stessa si realizza: a) a proiettile con alimentazione unilaterale; b) a lance bilaterali con alimentazione unilaterale; c) a lance bilaterali con alimentazione bilaterale; d) ad asta rigida unica con alimentazione unilaterale; e) a navetta non caricata o tiratrama; f) a inserzione pneumatica; g) a inserzione idraulica.

Vale la pena di ricordare che la differenza tra telaio convenzionale e macchina a tessere risiede praticamente solo nel sistema d'inserzione della trama, in quanto sono identiche tutte le altre funzioni principali del telaio (svolgimento dell'ordito, avvolgimento del tessuto, comando dei licci, battuta della trama inserita contro il tessuto in formazione, ecc.).

Si compirà ora una breve panoramica su questi diversi tipi di macchine a tessere.

a) Telaio a proiettile con alimentazione unilaterale. - Questo principio è applicato sul telaio Sulzer ed è già largamente diffuso nell'industria tessile con decine di migliaia di macchine funzionanti. Il proiettile portatrama prende il filato da una rocca collocata su un lato del telaio e lo trascina attraverso la bocca; dopo l'inserzione, il proiettile vien riportato automaticamente in ciclo, pronto per essere ricaricato, da una catena trasportatrice. Le figg. 3 e 4 illustrano il funzionamento e un particolare del telaio. Il telaio Sulzer è di una versatilità estrema, può lavorare con un massimo di 6 colori in trama, è adatto per qualsiasi filato o tessuto, e in altezza utile di 330 cm può inserire 240 colpi al minuto, pari a circa 800 m di trama; vengono costruiti telai di altezza sino a 541 cm per la t. di più pezze contemporaneamente. Oltre alla Sulzer ultimamente hanno inserito nel proprio programma di fabbricazione il telaio a proiettile l'OMITA (Italia) e la Crompton & Knowles (SUA). Da notare ancora che sui telai a proiettile, così come sui telai di cui ai prossimi paragrafi, è conveniente e in certi casi indispensabile montare speciali fornitori di trama; detti dispositivi, mantenuti in movimento da un motore elettrico, accumulano su un tamburo una certa quantità di riserva di filo di trama, regolabile a mezzo di cellula fotoelettrica o da altro sensore, sufficiente per circa una battuta e mezza. Lo sfilamento della trama dal tamburo si effettua per il tramite di un dispositivo compensatore di tensione e inoltre la trama non proviene direttamente dalla rocca a strappi, ma in modo continuo e a una velocità media più bassa di quella d'inserzione; non si riscontrano più le differenze di tensione causate dal diverso coefficiente di riempimento della rocca.

b) Telai a lance bilaterali con alimentazione unilaterale. - In queste macchine esistono due lance, rigide o a nastri flessibili, munite di apposite pinze e collocate una per parte nella cassa battente: una di esse (fig. 5) prende il filato da una rocca e lo porta al centro della bocca stessa, dove l'altra pinza lo preleva per completare il trasporto, mentre la trama medesima viene tenuta in continua tensione. Tali telai vengono costruiti in varie altezze, fino a 375 cm, tessono qualsiasi articolo e marciano a una buona velocità, anche se leggermente inferiore a quella dei telai a proiettile (lunghezza massima di trama inserita 700 ÷ 750 m/minuto). Tale tipo di telai rientra nel programma di fabbricazione della Nuovo Pignone-SMIT (Italia), Rüti (Svizzera), G. Fischer (Svizzera), SACM (Francia), Dornier (Rep. Fed. di Germania), Draper (SUA), Galileo (Italia), Saurer-Diederichs (Francia), ecc.

c) Telai a lance bilaterali e alimentazione bilaterale. - La prima casa a intraprendere la costruzione di tale tipo di telaio fu la J. Mackie (Gran Bretagna), seguita poi dalla Galileo (Italia), Dornier (Rep. Fed. di Germania), Roscher (Rep. Fed. di Germania), ecc. Il trasporto della trama avviene con due lance rigide, ciascuna delle quali è collocata su un lato del telaio e l'alimentazione si effettua con rocche poste pure su entrambi i lati del telaio; le lance si "passano" la trama al centro del tessuto e ogni lancia compie due evoluzioni: una a vuoto e la seconda per il deposito del filato nella bocca. Come ordine di velocità d'inserzione della trama sono paragonabili a quelli del punto b.

d) Telai ad asta rigida unica con alimentazione unilaterale. - Sono costruiti dalla IWER (Spagna) e dalla Fatex (Francia), sfruttando un brevetto Ancet-Fayolle. Il sistema d'inserzione della trama è abbastanza originale in quanto la pinza è portata da una lancia rigida che trasforma in movimento lineare quello rotatorio ricevuto dall'albero motore; per ogni movimento attivo, cui corrisponde l'inserzione di una trama, segue un movimento passivo di ritorno, e pertanto, onde ottenere una produzione di 200 colpi/min è necessario far compiere alla pinza 400 percorsi. Gl'inconvenienti principali di questo tipo di telaio non molto diffuso sono rappresentati dalla bassa produzione, dalla poco attraente struttura delle cimose e dall'elevato spazio d'ingombro richiesto, mentre il pregio maggiore è costituito dalla praticamente illimitata versatilità d'impiego.

e) Telai a navetta non caricata o tiratrama. - L'introduzione della trama avviene a mezzo di una speciale navettina munita di pinza, che trascina nella bocca il quantitativo di filato occorrente per la relativa inserzione e prelevato da una rocca. Oggi la costruzione di questo telaio è stata per lo più abbandonata stante la difficoltà di regolare esattamente la tensione con cui la trama viene inserita. All'esposizione ITMA del 1975 solo la casa Bonnard (Francia) esponeva un telaio tiratrama.

f) Telai a inserzione pneumatica. - Come quelli a inserzione idraulica (di cui al punto g), sono macchine che si presentano, come aspetto e caratteri costruttivi, notevolmente diverse dai telai senza navetta descritti in precedenza. In questi telai infatti non si ha un vettore meccanico che provvede al trasporto della trama, ma l'inserzione avviene per lancio, attraverso la bocca dell'ordito, del tratto di trama precedentemente preparato, utilizzando allo scopo un fluido in pressione (aria o acqua) che accompagna la trama su tutta l'altezza del telaio.

Costruttivamente vi sono due tipi di telai a inserzione pneumatica: 1) a unico getto d'aria compressa, proveniente da un lato del telaio ed esternamente al passo, che provvede a spingere il filato nella bocca d'ordito; 2) a getto laterale rinforzato da ugelli disposti all'interno del passo, per favorire tramite il flusso d'aria che fuoriesce dai medesimi il movimento della trama in corso d'inserzione. Evidentemente i telai di questo secondo tipo sono stati ideati per sopperire alla grave limitazione dell'altezza di lavoro per le macchine a unico getto, in quanto con luce pettine molto alta si avrebbe una drastica caduta dell'energia cinetica.

Il principio di funzionamento del telaio a ugelli multipli appare evidente dallo schema della fig. 6 nella quale a rappresenta la rocca d'alimentazione, b il filato di trama, c il dispositivo alimentatore, d l'ugello principale, e gli ugelli supplementari. La posizione dell'ugello e del filo di trama mostra chiaramente come il filo sia trasportato tangenzialmente o "su cuscino d'aria"; per migliorare l'accelerazione della trama anche il pettine è stato ridisegnato in modo da costituire un canale ideale entro cui l'aria iniettata può sviluppare il massimo effetto dinamico. Il telaio in questione, costruito dalla Rüti (Svizzera), inserisce 400 trame al minuto su altezza 200 cm, è adatto per ogni tipo di filato e filamento, praticamente non si hanno durante il suo funzionamento rotture di trama o di catena (altezza del passo di 15 mm e movimento d'oscillazione del pettine con ampiezza di soli 37 mm). Telai ad aria a ugello unico sono fabbricati dalla Rüti (Svizzera), dalla Investa (Cecoslovacchia), dalla Enshu (Giappone), ecc.; con altezza in pettine di 160 cm si possono inserire fino a 700 m di trama al minuto. Un compromesso tra telaio a proiettile e a getto d'aria può riguardarsi la macchina Novostav della Investa, in cui il proiettile portatrama del peso di 50 g viene lanciato nel passo con l'aiuto dell'aria compressa e guidato nel suo tragitto tramite lamine; tale macchina non ha tuttavia ancora una diffusione tale da garantire la validità del sistema.

g) Telai a inserzione idraulica. - Il principio di funzionamento (fig. 7) può così schematizzarsi: la trama, che si svolge in modo continuo da una rocca d'alimentazione a, è richiamata e avvolta su un tamburo b che determina, a mezzo di un altro tamburo (di misurazione) c, la lunghezza necessaria per ogni inserzione e quindi temporaneamente messa in riserva in un tubo piatto d mediante aspirazione all'estremità e, in attesa che si esaurisca la battuta precedente: in tal modo non si hanno strappi nell'inserzione e quindi le variazioni di tensione sono insignificanti. Uscito dal tubo di riserva, il filo passa attraverso una guida e in seguito è condotto a un ugello, f, dopo essere stato afferrato da una pinza g. Quando la valvola h, azionata da una camma i, invia l'acqua sotto pressione all'ugello, la pinza abbandona il filo di trama e questo, trascinato dal getto d'acqua, attraversa il passo apertosi nell'ordito. Al termine dell'inserzione due coltelli l tagliano la trama inserita, mentre alcuni fili supplementari provvedono alla legatura delle cimose.

I principali vantaggi dei telai a fluido (idraulico o pneumatico) sono: alta velocità d'inserzione, semplificazione della manutenzione, ridotto ingombro di spazio, condizioni di lavoro più confortevoli per la maestranza (minori rumori e vibrazioni). Completano la macchina un dispositivo per l'aspirazione dell'eccesso d'acqua sul tessuto o addirittura per l'essiccazione. Sino ad oggi il telaio ad acqua si presta solo per la tessitura di fili continui idrofobi sia in trama che in catena; si spera di estendere l'impiego di tali telai anche per i tessuti con orditi composti da fibre discontinue grazie all'uso di resine sintetiche che creino sul filato una guaina idrorepellente. Con un'altezza di 200 cm si possono raggiungere le 600 inserzioni al minuto, pari a 1200 m di trama inserita. Costruiscono tali telai a inserzione idraulica la Rüti (Svizzera), la Galileo (Italia), l'Investa (Cecoslovacchia), la Enshu (Giappone), la Nissan Motor Co. (Giappone), ecc.

Telai a passo ondulante. - Appartengono alla terza generazione, dopo quelli a navetta o della prima generazione, e quelli senza navetta utilizzanti altri sistemi d'inserzione o della seconda generazione. La prima casa a costruire un prototipo di telaio che adottava tale sistema d'inserzione fu la società Rüti di Rüti (Svizzera) che utilizzò un brevetto Rossmann: si tratta di una macchina per tessere a più fasi, in quanto parecchi portatrama corrono simultaneamente uno dietro l'altro attraverso il passo che si apre e si chiude. La catena è suddivisa in elementi, formati da fili d'ordito, ciascuno dotato di movimento indipendente; si viene a creare così un passo ondulato, con movimento progressivo, mentre la trama viene prelevata da rocche laterali, immessa nel vettore per la lunghezza corrispondente all'altezza del tessuto e inserita nel passo partendo dal medesimo lato.

Nella fig. 8 è rappresentato nelle sue fasi principali il principio di lavoro della macchina a passo ondulante. Un turbomeccanismo, sul quale è montato un fornitore di trama a placchetta, costituisce il dispositivo di spolatura e la trama a, proveniente dalla rocca b, dopo aver attraversato un guardiatrama e un frenafilo, viene guidata attraverso l'albero cavo e quindi avvolta sulla placchetta c. L'avvolgimento di trama così formato viene poi spinto, quando si è raggiunta la giusta lunghezza di trama, nel passo terminale libero del supporto portatrama d, mentre in seguito la turbina provvede alla preparazione della trama successiva e così via. A questo punto un portafilo vuoto viene abbassato magneticamente sulla placchetta con il filo di trama pronto, preleva il capofilo e viene quindi spinto nel passo che si sta formando. Alla formazione del passo presiede un pettine di nuovo tipo, chiamato anche "pettine ondulante", e composto da denti mobili singolarmente e lamiere di guida; i denti, separati dalle lamiere di guida, vengono mossi positivamente da due alberi elicoidali a marcia contrapposta e corrispondentemente al profilo dell'albero elicoidale nasce così un movimento ondulante del pettine e; tale movimento determina da un lato l'avanzamento del portatrama attraverso il passo e dall'altro spinge il tratto di filo di trama appena inserito contro il tessuto. Tutti questi movimenti sono comandati positivamente e sincronizzati in modo da garantire il passaggio del portatrama senza intoppi e, poiché la lunghezza della trama corrisponde all'altezza del tessuto, i portatrama quando lasciano la cimosa opposta sono del tutto vuoti; essi verranno portati di fronte al dispositivo di caricamento formato dal complesso placchetta-turbina, mediante una catena trasportatrice f posta sotto il pettine.

I principali vantaggi derivanti dal sistema d'inserzione ora descritto possono così elencarsi: alta velocità d'inserzione (circa 2000 m di trama al minuto contro i 450 m al minuto dei migliori telai a navetta e i 1200 m dei più veloci telai senza navetta), piccole masse oscillanti, funzionamento privo di vibrazioni, ridotto impiego d'energia, nessuna limitazione all'altezza di lavoro in quanto, essendo il portatrama fatto avanzare dal movimento del pettine ondulante, non vi è riduzione alcuna dell'energia di accelerazione. Tale sistema di tessitura presenta alcune serie limitazioni, quali possibilità di tessere solo con armature semplici ed esclusione degli articoli molto battuti. Il telaio ondulante appare promettente per articoli semplici e di grande serie, ma necessita ancora di notevoli perfezionamenti; nei prossimi anni si vedrà se avrà lo sviluppo e l'applicazione pratica proporzionali all'interesse suscitato alla sua presentazione. Oltre alla Rüti costruiscono tale tipo di telaio la Investa (Cecoslovacchia), la Nuovo Pignone-SMIT (Italia), l'IWER (Spagna). Nella macchina della Investa i portatrama non sono spinti nel passo ma trascinati da magneti solidali a una catena trasportatrice e con questo accorgimento si è potuto aumentare la loro velocità. Nella versione della IWER infine i vettori portatrama non hanno un percorso di ritorno passivo ma, essendo la macchina a doppio fronte, provvedono a inserire un'altra trama caricata nel lato opposto del telaio e con ciò si possono ottenere oltre 2500 m di trama inserita al minuto.

In margine all'argomento macchinario per t. si fa rilevare che va sempre più diffondendosi il sistema di controllo centralizzato tramite calcolatore di un'intera sala di t.; tali attrezzature sono costruite dalla Sulzer (Svizzera), dalla Zellweger (Svizzera), dalla Schlafhorst (Germania), ecc.; un'unità di elaborazione provvede a calcolare i tempi di marcia, le rese per articolo o gruppo di telai o per operatore, gli scostamenti dal rendimento standard, ecc., e i risultati possono venire stampati periodicamente, o forniti in modo continuo, e visualizzati in appositi monitor dislocati in sala o negli uffici della direzione di produzione.

Infine si stanno mettendo a punto sistemi che consentono di realizzare, riprodotto sul tessuto in tempo reale, il disegno ideato dallo stilista in fase di progettazione, ottenendo così in pochi minuti quello che normalmente richiede almeno due o tre giorni di lavoro di un operatore specializzato. Ecco in sintesi come funziona il procedimento della Computer Equipment Corp. (SUA): il disegno da riprodurre viene posto su un tavolo quadrettato e viene esplorato mediante un dispositivo scrivente, impostando volta per volta su un pannello di selezione il colore che si vuole utilizzare; il relativo impulso elettrico viene raccolto da un calcolatore digitale; questo effettua la perforazione del nastro che comanda il iacquard, o la messa in movimento in tempo reale del jacquard stesso.

Dati statistici sul macchinario di tessitura. - Si riportano alcune statistiche relative al macchinario di t., distinguendo le macchine in telai per tessuti cotonieri o assimilabili, telai per tessuti lanieri o assimilabili, telai per tessuti serici o assimilabili:

Telai cotonieri (dati dell'Associazione cotoniera italiana). - In Italia al 31 dic. 1977 si contavano: 52.120 telai, di cui oltre 3000 senza navetta.

Nel mondo alla fine del 1977 i telai erano così ripartiti: 107.533 in Africa, 343.208 nel Nord America, 236.815 nel Sud America, 1.448.036 in Asia, 932.154 in Europa, 4250 in Oceania, per un totale di 3.071.096.

Si rileva che quasi il 50% dei telai è installato in Asia, il 30,3% in Europa e appena l'11,2% nell'America del Nord. Ma nel Nord America la quasi totalità è composta da telai automatici o senza navetta, mentre la maggioranza dei telai installati in Asia è ancora del tipo a cambio manuale della navetta e il numero di questi ultimi, contrariamente alle tendenze generali in tutto il mondo, non diminuisce ancora.

Telai lanieri:

In Italia le stime più attendibili relative al 1978 parlano di 27.000 telai, compresi quelli presso gli artigiani. Il numero dei telai senza navetta cresce rapidamente e ha superato le 4000 unità, anche se non esistono statistiche precise al riguardo.

Nel mondo la stima non è altrettanto agevole in quanto, per es., non si hanno i dati relativi a parecchie nazioni del blocco Comecon, tuttavia la cifra totale per il 1977 non dovrebbe discostarsi molto dalle 150.000 unità, escludendo però i telai per tappeti. Le maggiori localizzazioni sono nella CEE (52.000), Giappone (31.600), URSS (20.000).

Telai serici e per fili sintetici:

In Italia alla fine del 1975 risultavano installati 18.000 telai.

Nel mondo non si hanno statistiche precise; vi sono però sicuramente alcune decine di migliaia di telai serici in alcuni paesi asiatici, specialmente in Giappone, Cina e India.

Numero totale di telai:

In Italia, comprendendovi anche i telai destinati alla tessitura delle fibre liberiane (lino, canapa, iuta, ecc.), il numero dei telai installati può valutarsi intorno ai 100.000 (1976).

Nel mondo alcuni istituti specializzati stimano che il numero totale di telai installati si aggiri intorno ai 3,3 ÷ 3,5 milioni, di cui poco più di 200.000 senza navetta. In tale cifra sono compresi tutti i telai, sia per tessuti cotonieri, che lanieri, serici, per sintetici, lino, canapa, iuta, ecc.

Tendenze e prospettive nel macchinario di tessitura. - Telai cotonieri. - Nettissima è la tendenza a costruire telai di maggiore larghezza utile, in quanto il telaio più alto consente di ottenere una maggiore produttività per la minore incidenza dei tempi passivi. Hanno ancora una discreta validità i telai tradizionali a navetta alti 330 cm, che battono 190 colpi al minuto, dotati di spoliera incorporata; tuttavia la quota relativa al ricambio del parco macchine è quasi totalmente coperta dalle macchine senza navetta. Il telaio a proiettile domina in molti settori, il telaio ad acqua non è adatto per le note limitazioni, mentre il telaio ad aria non si è ancora affermato in quanto restano da risolvere numerosi problemi. Il sistema d'inserzione tramite pinze portate da lance flessibili o aste rigide è anch'esso molto diffuso e, secondo i tipi d'industrie e di articoli da produrre, può risultare più o meno competitivo rispetto al sistema a proiettile. Per quanto riguarda i telai a passo ondulante è ancora troppo presto per formulare un giudizio definitivo, ma si può ritenere che per certi settori esso avrà una sicura collocazione negli anni Ottanta.

Telai lanieri. - Le considerazioni sull'altezza espressa per i telai cotonieri non valgono per quelli lanieri che tessono, di regola, una pezza per volta e per i quali la luce pettine più conveniente è compresa tra 190 e 220 cm. Mentre per il tessuto cotoniero il telaio a navetta, sia pure limitato a certi tipi, può avere ancora qualche possibilità, per la t. laniera esso deve ritenersi del tutto obsoleto. Il telaio a proiettile della Sulzer è oggi universalmente giudicato il migliore per la sua versatilità, per l'elevata velocità, per la scarsa manutenzione richiesta, per la bassa difettosità dei tessuti prodotti e per la buona presentazione delle cimose. Escluso l'impiego dei telai ad acqua e, data la scarsissima esperienza, quello dei telai ad aria e di quelli a passo ondulante, allo stato attuale l'industria laniera può solo scegliere tra telai a proiettile e telai a pinze; questi ultimi inferiori per molti aspetti a quelli a proiettile, presentano tuttavia due grossi vantaggi: minor costo dell'investimento, dell'ordine del 35 ÷ 40% a parità di tessuto prodotto, e miglior adattabilità per tessere trame grosse e filati speciali.

Telai serici e per fili continui. - Data la relativa ristrettezza del mercato e la possibilità di tessere articoli serici sui principali telai cotonieri, nessun costruttore progetta ormai telai esclusivamente destinati a tessuti di seta e pertanto sono in gran parte valide le considerazioni espresse per i telai cotonieri. Invece per i fili continui sintetici sono molto adatti i telai a getto d'acqua, installati in tutto il mondo dal 1970 in poi. Vedi. tav. f. t.

Bibl.: R. Thiebaut, Principes et réglages dans l'industrie du tissage, Parigi 1959; A. Ormerod, Modern developments in weaving machinery, Manchester 1962; F. Testore, Esposizione mondiale di macchinario tessile, ITMA '67, Biella 1967; id., Esposizione mondiale di macchinario tessile, ITMA '71. Novità e tendenze, ivi 1971; id., All'ATME '73 di Greenville. Impressioni e novità, Milano 1973; K. Greenwood, Weaving: control of fabric structure, Watford, Herts, 1973; P. R. Lord, M. H. Mohamed, Weaving: conversion of yarn to fabric, Niagara Falls, New York 1973; R. Marks, A. T. C. Robinson, Principles of weaving, Manchester 1976; F. Testore, ITMA '75: la tessitura, in Selezione tessile, vol. 3°, marzo 1976, pp. 21-44; id., L'industria e la tecnologia di fronte a nuove realtà, in Cronache italiane, CCIAA di Torino, fascicolo n. 7/8, luglio-ag. 1976.

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