TERAPIA

Enciclopedia Italiana (1937)

TERAPIA (gr. ϑεραπεία)

Ugo DE' CASTRO
Cesare PATRIZI
Cesare SIBILLA

Terapia medica. - È quella parte della medicina che tratta del modo e dei mezzi di combattere e prevenire le malattie. La terapia ha guidato incessantemente il pensiero medico attraverso i tempi: le sue prime origini risalgono all'epoca preistorica, ai popoli primitivi, essendo noto che con l'allontanare le cause della malattia si toglieva la causa del dolore o della lesione e si permetteva alla natura di procedere alla guarigione; questa può essere facilitata dal calore, dalla luce solare, dall'acqua e dalle piante. A mezzo di formule e di scongiuri i "medici magi" esercitavano la terapia suggestiva e per semplice induzione fantastica utilizzavano gli organi dei nemici uccisi o di animali per correggere le deficienze funzionali di organi malati. La terapia conserva un carattere empirico in tutto il periodo preippocratico, e con Ippocrate, sebbene empirica, diventa razionale; asserisce Ippocrate che la natura ha la virtù di guarire le malattie (vis medicatrix naturae) e la terapia i mezzi per favorire questa virtù in base al principio "contraria contrariis". Tale concezione biologica della terapia riscuote consensi da parte di medici e filosofi, i quali fanno di Ippocrate il caposcuola di una dottrina, erigendone a sistema le norme e i precetti. Per molti secoli Ippocrate ha chi lo esalta e chi lo denigra, ma la sua dottrina resiste al tempo, vige ancora in pieno Rinascimento e nel '600 trova un autorevole codificatore in T. Sydenham, designato dai contemporanei come "l'Ippocrate inglese".

Una svolta importante segnò nello stesso secolo l'indagine sperimentale che sollevò la terapia a dignità di scienza.

Nuovi orientamenti del pensiero medico vengono agitati da F. Hoffmann (1660-1742), araldo di una dottrina secondo la quale l'azione dei farmachi non dipende soltanto dalle qualità essenziali di essi, ma anche dall'organismo su cui agiscono, e da C. F. S. Hahnemann (1755-1843) che immagina un nuovo metodo di cura (omeopatia) basato sul principio "similia similibus curantur". Hahnemann sostiene che la guarigione ha luogo per opera di quei medicamenti che sono in grado di provocare fenomeni analoghi a quelli che caratterizzano l'inizio della malattia, e che le dosi di essi debbano essere infinitamente piccole perché gli effetti siano efficaci. Il Settecento apre la serie delle grandi conquiste scientifiche con la scoperta del vaccino jenneriano, suscettibile di immediata applicazione pratica, e con le esperienze di Galvani e di Volta che preludono all'elettroterapia.

I nomi di R. Buchheim, O. Schmiedeberg, J. A. Buchner, L. Pasteur, R. Koch, E. A. v. Behring, P. Ehrlich, A. Yersin, G. Tizzoni, A. Calmette, E. Maragliano, F. Widal, A. E. Wright e di numerosi altri brillano alla fine dell'Ottocento nel campo della chemioterapia, della vaccinoterapia e della sieroterapia, mentre Ch.-E. Brown-Séquard e G. Vassale pongono le basi scientifiche dell'organoterapia e dell'opoterapia. Nel 1912 C. Funk isola le vitamine, sostanze in gran parte di natura e composizione tuttora ignota, le quali si trovano in molti alimenti e sono suscettibili di emendare disturbi e guarire processi morbosi dinnanzi ai quali eravamo impotenti nel passato. La terapia insulinica nel diabete, l'epatoterapia nell'anemia perniciosa, la terapia cortico-surrenale nel morbo di Addison, la malarioterapia e la ricorrentoterapia nelle manifestazioni tardive della sifilide nervosa e principalmente nella paralisi generale progressiva, rappresentano le grandi scoperte del sec. XX, che altri contributi ha dato in ogni ramo della terapia.

La chemioterapia sintetica è una delle più interessanti conquiste del nostro secolo e forse anche una delle più grandi speranze dell'avvenire.

A seconda degli scopi che si propone, la terapia viene distinta in profilattica, abortiva, etiologica, patogenetica, sintomatica.

Terapia profilattica. - Consiste nell'impedire che cause morbigene agiscano sull'organismo, sia evitando di esporti alla loro azione, sia creando una maggiore resistenza dell'organismo medesimo. Il primo scopo si ottiene mediante l'isolamento, la distruzione degli animali vettori di germi, la disinfezione dei locali e degli oggetti; il secondo attraverso l'igiene alimentare e generale, la ginnastica e soprattutto attraverso quei mezzi che sono in grado di creare una immunità passiva o attiva verso l'infezione. La sieroterapia e la vaccinazione realizzano questo scopo; la sieroterapia conferendo un'immunità immediata ma temporanea, la vaccinoterapia un'immunità più lenta ma duratura.

Terapia abortiva. - Si propone d'impedire lo sviluppo di determinate malattie sia sopprimendone, con un intervento tempestivamente precoce, il focolaio iniziale, sia creando, nei limiti del possibile e nel più breve tempo, la cosiddetta sterilisatio magna dell'organismo. La terapia abortiva della sifilide consiste nell'escissione del sifiloma iniziale e nel trattamento arsenobenzolico consecutivo per via endovenosa.

Terapia etiologica. - Mira a rimuovere la causa di uno stato morboso, e pertanto presuppone la conoscenza di questa causa; la diagnosi etiologica però talvolta manca di prove decisive e ciò malgrado può essere indicato talvolta un trattamento di prova, il quale, quando non vi siano controindicazioni e sia condotto con prudenza, non riesce dannoso e spesso è causa di miglioramento e di guarigione. La cirrosi del fegato disgiunta da segni sospetti di sifilide e non accompagnata da modificazioni umorali svelabili con la reazione di Wassermann può, ad es., rendere legittimo un trattamento di prova antisifilitico quando l'etiologia più comune, l'etilismo cronico, non figuri tra gli antecedenti del malato.

Terapia patogenetica. - Indipendentemente dalla possibilità o meno di combattere efficacemente la causa di una malattia, diviene talora opportuno correggere disturbi di cui si conosce il meccanismo di produzione mediante farmachi che agiscono in senso antagonista. Così l'azotemia cloropenica che ha luogo in caso di occlusione intestinale acuta viene corretta mediante soluzioni ipertoniche di cloruro di sodio; lo scorbuto e altre forme di avitaminosi mediante la somministrazione di vitamine, i disturbi prodotti da insufficiente funzione di alcune ghiandole mediante l'opoterapia.

Terapia sintomatica. - Consiste nel sopprimere o mitigare i sintomi e viene impiegata sia quando non è possibile combattere le cause di una malattia, sia quando la cura radicale delle cause si svolge lentamente; in quest'ultimo caso i sintomi possono rendersi responsabili di uno stato di debilitazione generale che disturba o attenua i processi naturali della guarigione. Se i sintomi sono numerosi, può riuscire opportuno, a evitare gli eccessi terapeutici, limitarsi alla cura dei più molesti e associare ai farmachi tutti gli altri espedienti (diatermia, radioterapia, ecc.) che sono in grado di sostituirli vantaggiosamente. I sintomi sono d'ordine respiratorio, circolatorio, nervoso, endocrino, ecc., o di ordine generale (dolori, insonnia, febbre, ecc.). La terapia sintomatica riposa spesso sul principio ippocratico "contraria contrariis" ossia sull'antagonismo tra il sintomo stesso e quello che il farmaco è in grado di provocare.

A seconda dei mezzi adoperati, la terapia si distingue in farmacoterapia, organoterapia, immunoterapia, dieteticoterapia, psicoterapia, omeopatia.

a) Farmacoterapia: contempla l'uso dei farmachi ossia di sostanze capaci d'incidere sulle funzioni dell'organismo umano modificandole e, in determinate condizioni, di ricondurre alla norma una funzione patologicamente alterata. In quest'ultimo caso il farmaco funge da medicamento. I medicamenti si distinguono in galenici e chimici; galenici quelli che hanno una composizione variabile come la droga da cui derivano; chimici quelli che hanno composizione, caratteri e proprietà definite e costanti. I medicamenti d'uso universale vengono raccolti in un testo riconosciuto e pubblicati dallo stato (Farmacopea ufficiale), nel quale sono stabiliti i requisiti di ognuno di essi, come pure le dosi massime e le formule delle diverse preparazioni. I medicamenti vengono adoperati topicamente o per uso interno; le vie d'introduzione sono diverse, la più comune essendo la via orale che è anche la meno attiva perché implica un lento e non sempre completo assorbimento. Il cattivo sapore, l'azione irritante di alcuni medicamenti sulla mucosa gastrica e l'azione dei succhi gastrici sui medicamenti consigliano spesso di ricorrere alla via parenterale; questa comprende la via percutanea, l'intradermica, l'intramucosa, la sottocutanea, l'endomuscolare, l'endovenosa, l'epidurale, l'endorachidea. La via mucosa (rettale, respiratoria) è talvolta in grado di dare ottimi risultati.

b) Organoterapia: le cellule di qualsiasi tessuto vivente elaborano sostanze capaci di svolgere peculiari attività, molte delle quali sono indispensabili a mantenere l'equilibrio delle funzioni dell'organismo. Gli organi che versano nel sangue tali sostanze sono denominati organi a secrezione interna o organi endocrini, e vengono adoperati per la preparazione di prodotti organoterapici. La cura mediante succhi di organi è più specialmente indicata col termine di opoterapia (v.). I preparati organoterapici si ricavano da ghiandole a secrezione mista, esterna e interna (p. es.: fegato, pancreas, ecc.), da ghiandole esclusivamente endocrine (surreni, tiroide, ecc.), da tessuti diversi come, p. es., polmone, rene, placenta, ecc.: il loro impiego mira a sostituire una secrezione interna mancante (terapia di sostituzione), a colmare le deficienze di secrezione di una ghiandola o tessuto (terapia supplementare), a stimolare l'organo ipofunzionante (terapia stimolativa), infine a moderare gli effetti di una funzione endocrina eccessiva mediante prodotti di altre ghiandole ad azione antagonista (terapia moderatrice).

c) Immunoterapia: viene distinta in immunoterapia specifica e immunoterapia aspecifica.

1. Immunoterapia specifica: si propone di conferire all'organismo uno stato di refrattarietà (immunoprofilassi) o di maggiore resistenza alle infezioni (immunoterapia) provocando artificialmente quel complesso di reazioni biologiche che, in modo spontaneo, hanno luogo ogni qualvolta un agente infettivo riesce a superare le barriere naturali. L'immunoterapia specifica viene applicata in due forme differenti: sieroterapia e vaccinoterapia, a seconda della natura o del modo con cui si svolge un processo infettivo; ciascuna forma si basa su un diverso principio. La sieroterapia è la forma più semplice di terapia immunitaria, in quanto l'organismo non ha bisogno di impiegare le sue forze reattive, ma acquista l'immunità (immunità passiva) con l'introduzione di siero immune e cioè di un siero vettore di anticorpi, che proviene da un animale immunizzato in via attiva col germe che è causa della malattia. I sieri si distinguono in sieri antitossici e sieri antibatterici. La vaccinoterapia consiste nell'introdurre nell'organismo tossine: germi o virus patogeni di una determinata malattia convenientemente attenuati o uccisi (vaccino) allo scopo di promuovere da parte dell'organismo stesso la produzione di corpi immuni.

2. Immunoterapia aspecifica: mentre la sieroterapia e la vaccinoterapia hanno carattere strettamente specifico perché derivano dal germe che è causa della malattia, l'immunoterapia aspecifica viene conseguita a mezzo di sostanze che non hanno nessuna corrispondenza con l'agente morboso che si vuol combattere; tali sostanze hanno la virtù di conferire all'organismo una maggiore resistenza verso le infezioni in generale. La proteinoterapia, la batterioterapia aspecifica, la terapia con metalli colloidali, la malaria e la ricorrentoterapia sono le forme d'immunoterapia aspecifica più comunemente usate nella pratica.

d) Dieteticoterapia: s'occupa dei principî secondo i quali viene regolata qualitativamente e quantitativamente l'alimentazione allo scopo di conservare e di migliorare le forze e lo stato di nutrizione dell'organismo malato in conformità delle variabili esigenze degl'individui e dei morbi; si propone peraltro di correggere i perturbamenti del ricambio materiale che si verificano in determinate malattie.

e) Psicoterapia: utilizza l'influenza curativa degli eccitamenti psichici; si tenta di conseguire l'effetto terapeutico col ragionamento o con la suggestione o col rendere progressivamente coscienti all'io del malato le situazioni inconsce, causa dei sintomi. Sono specialmente suscettibili di psicoterapia i disturbi psicogeni e i disturbi fisici collaterali delle malattie psichiche. V. psicoanalisi; psicoterapia.

f) Omeopatia: parte dal presupposto che due malattie simili non possono coesistere e pertanto si propone di guarire i morbi determinandone artificialmente i sintomi. I farmachi deputati a questo scopo vengono usati a dosi infinitesimali.

Terapia fisica. - Sotto questo nome si raccolgono le pratiche terapeutiche che sono dirette a curare le malattie con mezzi fisici, sfruttando in gran parte quelli che ci sono direttamente forniti dalla natura. L'arte di sanare con mezzi fisici è antichissima: Ippocrate nel suo trattato Delle arie, delle acque e dei luoghi parla dell'influenza che hanno le stagioni sulla vita umana, dell'importanza che si deve attribuire all'esposizione delle abitazioni ai venti e al sole per renderle più salubri, del valore terapeutico dei varî climi; gli Egizî e gli Assiri esponevano il corpo nudo ai raggi del sole per fortificarlo; Oribasio consigliava i bagni di mare nelle flussioni articolari, Plinio nelle malattie nervose; i Cinesi usavano la ginnastica per correggere attitudini viziose del corpo, per rinvigorirlo, per migliorare la respirazione; i Greci applicavano il massaggio per fare riassorbire versamenti articolari e per rendere liberi i movimenti degli arti; i Romani usavano largamente i bagni nella cura dei più svariati processi morbosi e lasciarono traccia indelebile del loro culto per l'idroterapia nelle terme monumentali. Dopo periodi di maggiore o minore rigoglio, col fiorire del Rinascimento la fisioterapia, non più basata su criterî puramente empirici ma su quelli rigorosamente scientifici che venivano tratti dallo studio della fisica, dell'anatomia, della fisiologia, della patologia, arricchita di nuovi mezzi che la genialità umana andava scoprendo e, primo fra tutti, dell'elettricità, iniziava il suo cammino ascensionale che doveva portarla a un grado di perfezione sempre maggiore. Negli ultimi decennî la progressiva ascesa della fisioterapia non s'è arrestata; arricchita di nuovi meravigliosi mezzi, quali il radium e i raggi X, che se non ancora sfruttabili perfettamente schiudono all'arte medica nuovi e vasti orizzonti, la terapia fisica è assurta a un grado tale d'importanza da farla ritenere come un mezzo dei più efficaci per prevenire e curare molti processi morbosi, integrando o addirittura sostituendo completamente la comune terapia medicamentosa.

Per non citare che alcuni pochi esempî, basti ricordare l'efficacia dei bagni di sole d'alta montagna nella cura della tubercolosi ossea, quella dei bagni di mare nella scrofolosi, l'utilità dei bagni raffreddati nella cura del tifo, l'efficacia dei raggi ultravioletti nel trattamento del lupus vulgaris, quella dei fanghi, dei bagni di luce artificiale, della diatermia in tutte le manifestazioni dolorose di natura reumatica a carico dei nervi, dei muscoli e delle articolazioni, i vantaggi della ginnastica medica nella cura delle deviazioni della colonna vertebrale e in senso più generico delle malattie dell'apparato scheletrico, i successi della collassoterapia nella tubercolosi polmonare e quelli meravigliosi della radiumterapia e röntgenterapia nella cura di alcune forme di cancro. I mezzi di cui oggi dispone la terapia fisica sono numerosi; da ognuno di essi prendono il nome delle branche principali in cui essa viene suddivisa (idroterapia, termoterapia, crenoterapia, cinesiterapia, elioterapia, talassoterapia, inalatorioterapia, collassoterapia, climatoterapia, fototerapia, elettroterapia, röntgenterapia, radiumterapia).

Terapia vegetale.

Comprende lo studio dei rimedî, della loro somministrazione e della loro azione sulle piante malate e sugli eventuali loro parassiti. In senso lato la terapia comprende anche tutte quelle misure profilattiche che sono il mezzo più conveniente, e più ampiamente impiegato nella lotta contro le malattie. Così le irrorazioni di poltiglia bordolese non risanano certo le foglie di vite già colpite da peronospora, ma creano sulle foglie ancora sane un ambiente sfavorevole allo sviluppo del parassita; lo spargimento d'insetticidi tende a prevenire i danni degl'insetti fitofagi provocandone la morte. La terapia propriamente detta cerca di curare le malattie già in atto e può essere esterna e interna. La terapia esterna, con la quale i rimedî vengono applicati alla superficie delle piante, dà ottimi risultati nei casi in cui i parassiti (animali o vegetali) siano superficiali; è il caso della fumaggine degli agrumi, delle cocciniglie, degli acari, ecc. Per molte altre malattie, dovute a parassiti interni all'ospite o a cause inorganiche, sarebbe necessaria la terapia interna, cioè l'introduzione di rimedî nell'interno delle piante. Questo tipo di terapia presenta invece gravi difficoltà e incerta efficacia per la mancanza, nell'organismo vegetale, di un sistema circolatorio paragonabile a quello animale. Tuttavia in pochi casi la terapia interna ha dato risultati soddisfacenti, così l'assorbimento per parte delle radici di sostanze curative, solubili in acqua, mescolate al terreno può giovare nella cura di malattie di carenza, e l'iniezione di soluzioni di solfato ferroso nel legno fa migliorare peschi affetti da un tipo di clorosi. Un ramo della terapia è la chirurgia vegetale che consiste nell'asportare, fino ai tessuti sani, le parti ammalate. Questo metodo è abbastanza diffuso nella cura dei tumori radicali degli alberi fruttiferi ed è comunemente applicato ogni qualvolta si facciano potature di rami malati.