TENNIS

Enciclopedia Italiana (1937)

TENNIS (etimo incerto)

Leonardo Bonzi

Il giuoco del tennis, così come è praticato oggi in quasi tutto il mondo, è nato negli ultimi decennî del secolo scorso, ma i principî sui quali si basa erano già nel giuoco della pallacorda, le cui origini risalgono oltre il Rinascimento e si ritengono italiane. Il famoso Trattato del giuoco della palla di Antonio Scaino da Salò (Venezia 1555) contiene la descrizione del giuoco della pallacorda, che consisteva essenzialmente nel mandare la palla a mezzo di un attrezzo al disopra di una corda (alla quale per comodità di controllo fu poi appesa una rete), in un campo ben delimitato. Nella sua forma moderna, il tennis fu ideato col nome di sphairistike, nel 1874, da un inglese, il maggiore W.C. Wingfield.

Il campo non aveva allora la forma rettangolare, ma quella di due trapezî contrapposti lungo la base minore; la rete era alta da terra m. 2, 15 ai lati e m. 1,45 al centro. Questa altezza imponeva alla palla delle traiettorie tali da rendere gli scambî lunghi e noiosi. Il giuoco però incontrò subito fortuna in Inghilterra e subì in varie riprese (1877 e 1883) modifiche le quali portarono alla rettificazione del campo, alla creazione del "corridoio", all'abbassamento della rete fino alle misure attuali (v. figura). Nel 1888 venne fondata in Inghilterra la Lawn Tennis Association, che codificò il giuoco con regole rimaste sostanzialmente immutate.

Lo sviluppo del giuoco ha avuto due fasi principali. Nella prima gli avversarî stavano costantemente vicini alle righe di base e colpivano la palla nel primo balzo dopo ch'essa aveva toccato terra. Questo, chiamato "giuoco di fondo", consisteva in monotoni palleggi, poiché era difficile sbagliare nei rinvii o costringere l'avversario all'errore. Ma come il rugby è nato da un'infrazione alle regole dell'association (v. calcio), così fu in seguito all'idea (1881) di colpire la palla prima che toccasse terra correndo incontro alla rete, che nacque il cosiddetto "giuoco di volo". Ciò ebbe una grande importanza nell'evoluzione del giuoco perché diede origine a nuovi modi di colpire la palla, creò nuove concezioni tattiche, impose velocità di esecuzione e quindi di riflessi, costituendo la chiave del successo senza confronti che il tennis doveva avere nel mondo.

La forma in cui si giuoca attualmente il tennis richiede che gli avversari (due o quattro a seconda se si gioca in singolare o in doppio) rimanendo nella loro rispettiva metà del capo si rinviino la palla (sferica, di gomma, riempita d'aria, rivestita di panno) a mezzo di un attrezzo (la racchetta: telaio di legno attraverso il quale una rete di corde di budello costituisce il piano elastico col quale la palla viene colpita), fino a che uno sbaglia o mandandola fuori dei limiti, o non riuscendo a farla passare di là dalla rete, o mancando addirittura di colpirla per il rinvio. La palla viene alternativamente messa in giuoco dall'uno o dall'altro avversario o coppia, ciò che si chiama "servire" o "battere" e si ha il "battitore" e il "ribattitore" o "ricevente".

La prima unità di misura nel tennis è il punto che viene attribuito a chi vince per errore dell'avversario o per la propria abilità nel mandare la palla in modo che sia a quello impossibile raggiungerla. Il primo colpo vinto dà 15 punti, il secondo altrettanti e si va a 30, il terzo 10 e si va a 40, il quarto fa attribuire il "giuoco". È però necessario avere due colpi di vantaggio sull'avversario per vincere il giuoco (seconda unità di misura), che si può così prolungare indefinitamente oltre il "40 pari", fino a che uno dei due non vince due colpi consecutivamente. Ultimato un giuoco, si scambiano i ruoli di battitore e di ribattitore. Chi vince sei giuochi si attribuisce la "partita" (terza unità di misura), ma è necessario aver almeno due giuochi di vantaggio sull'avversario, così che da "5 pari" la partita si può prolungare fino a che tale condizione venga raggiunta: non però oltre il 67° giuoco. L'incontro è vinto dal giocatore (o dalla coppia) che ha vinto due partite o tre a seconda se giuoca al meglio di tre o di cinque partite.

La definizione della superiorità nel tennis non ha, dunque, un limite fisso di tempo: un incontro può durare da pochi minuti a parecchie ore, e richiede perciò nei contendenti una preparazione fisica adeguata.

In disuso è il giuoco "a vantaggi", in base al quale un giocatore, a seconda della propria abilità, è avvantaggiato o svantaggiato di un dato numero di colpi rispetto allo "zero", teoricamente equivalente al giocatore medio.

Il movimento agonistico generato dal tennis, e che si basa sull'incontro di singolare (maschile o femminile) e di doppio (la coppia può essere di due uomini, di due donne o mista), si svolge attraverso tornei a eliminazione semplice o a incontri a squadre con formule variabili: in tal modo vengono messe a confronto le rappresentative di società, di regioni o di nazioni. Questo movimento è vastissimo, essendo in diretta funzione della popolarità e della diffusione del tennis, che è oggi giuocato da centinaia di migliaia di persone in tutti i paesi e in tutte le stagioni. Questa universalità di diffusione è una delle cause che hanno fatto nascere dei campi di giuoco di diverso genere, coperti o scoperti, dal fondo erboso o di terra battuta o di legno. Quest'ultimo tipo però è ammesso solo per i campi coperti, mentre quelli erbosi sono un omaggio degli Anglosassoni (Gran Bretagna, Australia e America Settentrionale) alla tradizione, e quelli in terra battuta, colorati in rosso (sono ammessi anche in grigio o in verde) sono ritenuti quelli tecnicamente più adatti per la regolarità del rimbalzo della palla. Il tennis è giuocato generalmente all'aperto e di giorno; ma come il desiderio di giuocarlo nella cattiva stagione ha portato alla costruzione di campi coperti, così quello di praticarlo senza subire la sferza del sole ha fatto sorgere nei paesi caldi la consuetudine del giuoco serale, su campi artificialmente e razionalmente illuminati.

Il campo di tennis ha la sagoma e le dimensioni di cui alla figura. I giocatori, indipendentemente dallo stile personale di esecuzione, hanno a disposizione varî tipi di colpi per mandare o rinviare la palla; la relativa scelta dipende principalmente dalla posizione del giocatore rispetto alla direzione da cui proviene la palla, dal punto del campo avversario nel quale si vuole inviarla e dalla situazione in cui si vuol mettere l'avversario.

Il colpo d'inizio, detto "servizio" o "battuta", é eseguito da fuori la linea di fondo, e diretto a volta a volta verso uno dei due "rettangoli di servizio" del campo avversario, cominciando da destra verso sinistra. Chi "serve" deve mantenersi altresì di là dell'ipotetica prosecuzione della linea mediana, rispetto alla zona verso cui dirige la palla. Questa dev'essere lanciata con la mano e colpita, prima che tocchi terra, con la racchetta; se viene lasciata cadere, il colpo è dato dal basso in alto e raggiunge solo lo scopo primo della battuta; se viene lanciata in alto, perpendicolarmente sopra la spalla, viene colpita dalla racchetta dall'alto in basso, e in tal caso la battuta diventa un colpo d'attacco, perché alla palla si possono imprimere velocità ed effetti di rotazione e un preciso piazzamento, così da poter conquistare più facilmente il punto o provocare una risposta tanto debole da rendere facile il successivo colpo d'attacco. A seconda dell'angolo con il quale la racchetta colpisce la palla e della rotazione che essa le imprime, si hanno battute diritte o tagliate.

Il colpo basilare del tennis è il "colpo piatto" (ingl. drive), che consiste nell'imprimere alla palla la traiettoria più breve possibile sufficiente a farla passare di là dalla rete (alta al centro m. 0,91, alle estremità m. 1,065) e cadere nel campo avversario. La racchetta colpisce la palla con un movimento dall'indietro in avanti, movimento che viene continuato in modo leggermente rotatorio dopo che la palla è stata colpita. Tale colpo ha due grandi varietà: il "diritto" e il "rovescio", che si applicano a seconda che la palla arrivi sulla destra del giocatore (dato che impugni la racchetta con la destra) o sulla sinistra; il nome deriva dal lato della racchetta che colpisce la palla. Altri colpi diritti e rovesci consentono d'imprimere alla palla effetti di rotazione che si manifestano all'incontro col terreno o con la racchetta dell'avversario, e che dànno vita alle molte specie di colpi "tagliati".

Secondo colpo basilare del tennis è la "volata", consistente nel colpire la palla prima che tocchi terra. È evidente che per far ciò bisogna correre incontro alla palla e colpirla possibilmente durante la parte ascendente della sua traiettoria. La volata diminuisce il tempo fra un rinvio e l'altro e permette a chi l'esegue di riuscire a definire il punto più rapidamente. Essa va generalmente eseguita con forza ed ha la sua maggiore efficacia nella potenza, nella velocità e nel piazzamento che la palla riceve. Una sua sottospecie è la "mezza volata", che sta a metà tra il colpo diritto e la volata sia perché colpisce la palla non appena è rimbalzata da terra, sia perché viene ad essere eseguita in una zona del campo quasi ugualmente lontana dalla rete e dalla linea di fondo nella quale il giocatore si trova correndo a rete, troppo avanti per far il colpo diritto e troppo indietro per colpire a volo la risposta dell'avversario.

Il successo di questo colpo dipende dall'angolo formato dalla traiettoria della palla dopo il balzo e il piano della racchetta, e non richiede forza di esecuzione, bensì esatta valutazione di quest'angolo.

Nei colpi considerati la palla mantiene un andamento di va e vieni pressoché orizzontale, ma ve ne sono due altri, tra loro contrastanti, che imprimono alla palla traiettorie più o meno verticali: il "pallonetto ", per cui la palla viene lanciata in alto, descrive una parabola e ricade nel campo avversario; e il "colpo schiacciato" che, con un movimento analogo a quello della battuta dall'alto, spezza questa parabola e manda la palla dall'alto in basso con tale violenza che spesso essa rimbalza totalmente fuori dalla possibilità dell'avversario di raggiungerla e respingerla. Il pallonetto è in generale un colpo di difesa, usato per allontanare dalla rete l'avversario che vi si è installato; il colpo schiacciato è un colpo definitivo ancor più che di attacco.

L'esecuzione dei colpi e i rinvii della palla sono però soltanto i mezzi per conseguire il risultato finale: a questo è indispensabile, oltre alla tecnica, la "tattica". Il tennis, anche se non dà luogo a contatti fra gli avversarî come il pugilato o il calcio, è uno sport di combattimento, la cui tattica consta di due fasi. L'una è quella per cui bisogna scegliere la direzione del colpo e variare i temi di attacco a seconda del tipo di giuoco e delle debolezze dell'avversario, che possono essere noti o possono venire studiati nelle prime fasi della partita; l'altra è quella psicologica, che si sviluppa nel corso della partita e che richiede la capacità di reagire a una situazione di svantaggio non giustificata dalla reale inferiorità, o quella di sorprendere i momenti di eccesso di fiducia o di sfiducia dell'avversario, così da poter imporre il proprio sisterna di giuoco.

Il momento tattico e psicologico del tennis ha ancora più importanza nel doppio, in quanto si deve tenere qui conto anche delle reazioni del compagno.

In base alle maggiori o minori attitudmi per un colpo o per l'altro e al particolare temperamento si hanno varî tipi di giuoco e di giocatori: da quelli che impostano il giuoco sui lunghi rinvii (giuoco di fondo), in attesa dell'errore avversario, a quelli che cercano l'immediata decisione correndo a rete per finire il punto (giuoco d'attacco o giuoco di rete).

V. tavv. LXXXV e LXXXVI.

Tutte le nazioni in cui si pratica il tennis aderiscono alla Federazione internazionale del tennis (I.L.T.A.: International Lawn Tennis Association), la quale disciplina l'applicazione e l'evoluzione delle regole del giuoco, stabilisce le norme per le gare, promuove e controlla l'attività agonistica internazionale. Le nazioni numericamente più forti sono gli Stati Uniti d'America e la Gran Bretagna; la Federazione italiana tennis (F.I.T.) conta (1936) 569 società affiliate con 8369 tesserati, ma assai più elevato è il numero dei praticanti i quali, non prendendo parte a gare, non sono tesserati.

Il tennis, introdotto in Italia dagl'Inglesi negli ultimi anni del secolo XIX, era assai limitatamente praticato fino al dopoguerra, e rarissimi erano i contatti internazionali dei migliori giocatori e le loro affermazioni. Intorno al 1924 si iniziò il periodo ascensionale del tennis italiano, che qualitativamente raggiunse il suo massimo dal 1928 al 1932, mentre quantitativamente è tuttora in sviluppo.

Attualmente non vengono disputati fra tennisti campionati mondiali o europei e il tennis non figura fra gli sport olimpici. Si svolgono però annualmente nelle maggiori nazioni i "campionati internazionali", a tre dei quali, quelli di Gran Bretagna (Wimbledon), quelli degli Stati Uniti (Forest Hills) e quelli di Francia (Parigi), partecipano quasi sempre tutti i migliori giocatori del mondo. Dal 1900 in poi si disputa la gara a squadre per la "Coppa Davis", alla quale prendono parte ogni anno 30 e più nazioni di tutti i continenti, così che essa ha acquistato il valore ufficioso di un campionato del mondo.

La superiorità in questo sport si è alternata fino al 1914 i tra Nordamericani, Inglesi e Australiani, con qualche rara affermazione di Belgi, Giapponesi e Tedeschi. Nel dopoguerra gli Stati Uniti hanno mantenuto nettamente il primato, ma nel 1927 la Francia ha vinto la Coppa Davis detenendola fino al 1933, anno in cui essa passava agl'Inglesi.

Bibl.: S. Lenglen, Le tennis, Parigi 1922; R. Lacoste, Tennis, Parigi 1928; A. Wallis Myers, Lawn tennis: its principle and practice, Londra 1930; A. Bonacossa e E. Porro Lambertenghi, Il tennis, Milano 1931; B. von Reznicek, Tennis, das Spiel der Völker, Marburgo 1932; H. Cochet, Le tennis, Parigi 1933; H. H. Jacobs, Modern tennis, Londra 1933; W. Tilden, The art of lawn tennis, nuova ed., Londra 1935.