TEL AVĪV

Enciclopedia Italiana (1937)

TEL AVĪV (A. T., 188-189)

Roberto Almagià

V Città della Palestina, fondata nel 1909 a nord di Giaffa, in prossimità del mare, su un'area occupata da cordoni di dune, allora del tutto desolate e aride. In origine popolata da un piccolo nucleo di 60 famiglie, progredì, dapprima lentamente, poi più rapidamente perché destinata a diventare il centro urbano per tutta la vasta zona di colonie agricole ebraiche dei dintorni. Nel 1914 aveva 2000 ab., nel 1920 3600, nel 1922 circa 15.200, nel 1931 oltre 46.000; oggi, dopo un nuovo rapido incremento dovuto soprattutto all'immigrazione della Germania, tocca i 100.000 ab. e perciò uguaglia quasi Gerusalemme. Di pari passo è proceduto lo sviluppo territoriale, che ha condotto Tel Avīv a fondersi quasi con la vicina Giaffa. Ma dal 1921 la città costituisce un municipio a sé con propria amministrazione. È città prettamente ebraica, costruita su un piano regolare, con lunghi, e ampî viali rettilinei fiancheggiati da costruzioni in genere basse, fra giardini, ma ha anche imponenti edifici pubblici, grandi istituti di cultura: un liceo, un istituto superiore tecnico, una biblioteca, un grande salone per concerti, un museo commerciale, ecc. È anche sede di notevoli industrie, importatevi di recente, specialmente da Tedeschi (industrie chimiche, ecc.). Alla periferia sono quartieri operai e sulla spiaggia un sobborgo balneare. Ora si tende a costruire un porto che possa servire al crescente movimento commerciale. La città possiede anche alberghi, circoli di soggiorno e ottime istituzioni sanitarie. Ha una stazione sulla linea Gerusalemme-Giaffa. Da Tel Avīv irradiano numerosi servizî automobilistici.