TEANO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)

TEANO (Teanum Sidicinum)

A. de Franciscis

Città dei Sidicini, al confine settentrionale della Campania sita sul versante E del massiccio di Roccamonfina, al punto d'incontro della Via Latina con una importante variante della Via Appia.

Il carattere strategico di questa sua posizione ha condizionato gran parte della sua storia anche in rapporto con la storia di Capua, di cui T. è quasi un posto avanzato verso Roma. Strabone (v, 249) dice anzi che, dopo Capua, solo T. è città degna di considerazione in tutto l'entroterra campano, e riferisce che due templi della Fortuna stavano a segnare il confine tra il territorio di T. e quello di Cales. La città antica, sorta con ogni probabilità, a giudicare dai dati archeologici, verso la fine del IV sec. a. C. su pianta ortogonale, si estendeva su un'area più vasta dell'abitato attuale che occupa più dell'arce. Ancora in età ellenistica essa dovette ampliarsi verso E fino al corso d'acqua che viene denominato Savone delle ferriere. Esistono ancora molti tratti della cinta muraria dell'arce in opera quadrata che dev'essere contemporanea allo schema urbanistico nel quale s'inserisce. Sempre sull'arce, che nell'alto Medioevo venne a coincidere con l'abitato, sono state trovate nel sottosuolo della cattedrale le fondazioni di un edificio, forse templare, di età ellenistica.

Nella città bassa è stato riconosciuto, attraverso scavi recenti a N-O, su un pendio degradante verso il Savone, un grande complesso di santuario a terrazze, le cui origini risalgono ad epoca anteriore all'impianto della città come dimostrano terrecotte votive e architettoniche della fine del VI sec. a. C. Sono state finora messe in luce opere di terrazzamento degli inizi del III sec. a. C., quattro piccoli templi a podio databili fra il III e il II sec. a. C. e parte delle opere di sostruzione della terrazza superiore di epoca tardo-ellenistica ampliate in età sillana. A ridosso dei vari muri di sostegno è stato trovato, in gran parte in strato, numeroso materiale votivo fra cui abbondano teste e frammenti di statue fittili di grandezza naturale e la ceramica sovradipinta locale del primo ellenismo. Di singolare interesse sono alcuni modelli di edifici templari del III e II sec. a. C., fra cui uno con decorazione frontonale a rilievo.

Quasi al centro della città antica sono gli avanzi di un altro complesso sacro sorto, a giudicare dagli avanzi finora conosciuti, verso la fine del II sec. a. C. di cui era parte integrante il teatro e che ricorda nello schema generale una parte del santuario contemporaneo di Pietrabbondante (v.). Della parte alta addossata alla collina sono attualmente visibili le grandiose opere di sostruzione in opus incertum, dalla cui planimetria si può dedurre che il tempio sorgeva al centro fra due corpi laterali. Il teatro di epoca tardoellenistica aveva una cavea più che semicircolare che poggiava interamente su fornici e aveva con ogni probabilità le pàrodoi aperte. Ad un rifacimento di età tardo-adrianea o antoniniana ed in cui il teatro fu ampliato fino ad avere un diametro di 85 m risalgono gli ambulacri esterni e l'edificio della scena. La scenae frons a pianta rettilinea della cui architettura a due ordini, di proporzioni grandiose, si sono già trovati numerosi elementi in posizione di caduta, ha una ricca decorazione che riprende motivi di età flavia.

A breve distanza dal teatro, ma fuori delle mura, sono avanzi dell'anfiteatro, sorto nel I sec. d. C. e ampliato successivamente; nella zona d'ampliamento della città a S-E è stata recentemente iniziata l'esplorazione di un grande edificio termale sorto anch'esso in età repubblicana e rifatto varie volte. Affiorano inoltre in tutta l'aera della città numerosi avanzi di costruzioni di carattere pubblico e privato. L'attuale chiesa di S. Pietro in Aquariis ha incorporato le strutture di una chiesa paleocristiana a navata unica con abside più che semicircolare. Anche molte tombe di ogni epoca sono venute alla luce: notevole è la necropoli di contrada Gradavola, che risale al IV-III sec. a. C. Una necropoli di età romana era lungo la via che si dirigeva verso Allifae, in località S. Amasio. Infine sono stati rinvenuti qua e là alcuni tratti degli acquedotti e delle strade romane che erano in rapporto con la città. Nel territorio, in località Terragnano, sono avanzi di un edificio termale abbastanza cospicuo del I sec. a. O., che era alimentato da una copiosa sorgente. Tra i ritrovamenti di età paleocristiana si notano alcune iscrizioni da frazione Versano ed un mosaico trovato in fondo Mottola. L'esistenza di varî templi tra cui quelli di Giunone Populona e di Cerere ed una terma detta balneum Clodianum sono documentati epigraficamente. Il Foro ed i bainea virilia sono ricordati in una orazione di C. Gracco a proposito di un grave episodio che vi accadde (Gell., x, 3, 3).

Bibl.: Atti Commiss. Monum. Caserta, 1870-1896, passim; M. Ruggiero, Scavi di antichità, Napoli 1888, p. 370 ss.; C.I.L., X, 4779-4828; Ephem. Epigr., VIII, 570-580; 882-885; A. Sogliano, in Not. Scavi, 1896, p. 71; V. Spinazzola, ibid., 1907, p. 697 ss.; E. Gabrici, ibid., 1908, p. 399 ss.; E. Gabrici, Necropoli di età ellenistica a Teano dei Sidicini, in Mon. Ant. Lincei, XX, 1910, p. 5 ss.; A. Maiuri, in Not. Scavi, 1913, p. 247 ss.; K. Miller, Itineraria Romana, Stoccarda 1916, p. 331; Elenco degli edifici monumentali, XLVIII, Provincia di Caserta, Roma 1917, p. 159 ss.; G. Raiola, Teanum Sidicinum, S. Maria C.V. 1922; M. Della Corte, in Not. Scavi, 1928, p. 366 ss.; id., ibid., 1929, p. 173 ss.; H. Philipp, in Pauly-Wissowa, V A, 1934, c. 97 ss.; A. de Franciscis, in Riv. Arch. Crist., XXIX, 1953, p. 227 ss.; W. Johannowsky, in Boll. d'Arte, 1962, p. 63 ss.; 1963, p. 131.

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