Tarquinio il Superbo

Enciclopedia Dantesca (1970)

Tarquinio il Superbo (Tarquino)

Clara Kraus

Ultimo dei sette re di Roma. Secondo la tradizione liviana (I XLVIII-LX), si sarebbe impossessato del potere dopo aver fatto uccidere Servio Tullio e avrebbe meritato il soprannome di ‛ Superbo ' per le molte efferatezze commesse, a cominciare dal divieto di dare sepoltura al suo predecessore, di cui era genero, e dall'uccisione dei maggiorenti che sospettava amici di Servio.

Per quanto egli accrescesse Roma sia con le arti della diplomazia, sia con alcune guerre vittoriose, il periodo del suo regno rimase proverbialmente legato all'idea del terrore. L'oltraggio recato da suo figlio, Sesto Tarquinio, a Lucrezia - la virtuosa moglie del cugino Tarquinio Collatino, la quale si sottrasse all'onta con il suicidio - ebbe come conseguenza la sollevazione del popolo, sotto la guida di Collatino e dell'amico Giunio Bruto. Decretata dalla moltitudine l'abolizione della monarchia e l'instaurazione della repubblica, T. cercò scampo nella fuga, ritirandosi con i propri figli a Cere in Etruria.

Il nome di T. ricorre in If IV 127 Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino, a proposito di Lucio Giunio Bruto che D. giudica meritevole di essere posto nel Limbo per aver liberato Roma dal giogo di un re crudele (cfr. Livio II II; v. BRUTO, Lucio Giunio). Una seconda menzione del personaggio è implicita nell'espressione li re Tarquini, con cui si conclude l'elenco de li sette regi in Cv IV V 11. Per le fonti di D. relative a tale espressione, v. SERVIO TULLIO.

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