BEN JELLOUN, Tahar

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

BEN JELLOUN, Tahar

Simona Mambrini

Scrittore marocchino di lingua francese, nato a Fez il 21 dicembre 1944. Ha studiato filosofia all'università di Rabat; ha collaborato (1968-70) alla rivista letteraria marocchina Souffles; nel 1975 ha conseguito il dottorato alla Sorbonne di Parigi con una tesi in psichiatria sociale sulle condizioni di vita e di lavoro degli immigrati nordafricani in Francia, successivamente rielaborata nel saggio La plus haute des solitudes (1977; trad. it. L'estrema solitudine, 1988) e nel romanzo La réclusion solitaire (1976; trad. it. Le pareti della solitudine, 1990). Un'analisi ancora più accurata di questi temi viene sviluppata nel saggio Hospitalité française (1984; trad. it. 1992). Il romanzo La nuit sacrée (1987; trad. it. Notte fatale, 1988) gli è valso il premio Goncourt. In collaborazione con E. Volterrani, suo traduttore italiano, ha pubblicato la raccolta di racconti ambientati nel Meridione d'Italia Dove lo Stato non c'è (1991).

Nei suoi romanzi B. J. contamina la tradizione araba, scritta e orale, con i moduli della narrativa moderna e postmoderna, attraverso una scrittura polifonica e uno stile eclettico e raffinato. I suoi libri si ispirano al mondo dei reietti, dei folli, degli esclusi, dei diversi: la protagonista del suo primo libro, Harrouda (1973; trad. it. 1992), è una prostituta; l'eroe di Moha le fou, Moha le sage (1978; trad. it. 1988) è un folle, mentre La prière de l'absent (1981; apparso prima in trad. it., 1989) racconta l'errare di due vagabondi. Temi privilegiati di B. J. sono l'allontanamento dalle origini e la frattura che ne deriva: la scrittura diventa il luogo stesso della separazione e della ricreazione dell'identità. Esemplari in tal senso i romanzi L'enfant de sable (1985; trad. it. 1987) e La nuit sacrée, che raccontano, in un gioco fantastico di rifrazioni, e da punti di vista sempre diversi, la storia della cancellazione e del ritrovamento di un'identità femminile. Sono seguiti Jour de silence à Tanger (1990; trad. it. 1993), Les yeux baissés (1991; trad. it. A occhi bassi, 1993), L'ange aveugle (1992), L'homme rompu (1994; trad. it. Corrotto, 1994), Les raisins de la Galère (1996; trad. it. Nadia, 1996), La nuit de l'erreur (1997; trad. it. Lo specchio delle falene, 1998), Le racisme expliqué à ma fille (1998; trad. it. 1998); L'Auberge des pauvres (1999; trad. it. 1999).

Nella poesia di B. J. si ritrovano tutti i temi legati all'immigrazione, alla ricerca di identità, alla ferita causata dal colonialismo. L'intera produzione poetica è raccolta in Poésie complète, 1966-1995 (1995; trad. it. Stelle velate: poesie 1966-1995, 1998).

Bibl.: S. Zoppi, La casa della scrittura, in T. Ben Jelloun, Creatura di sabbia, Torino 1987; Le banquet maghrébin, a cura di G. Toso Rodinis, Roma 1991; M. Gontard, Le moi étrange. Littérature marocaine de langue française, Paris 1993; Tahar Ben Jelloun. Stratégies d'écriture, éd. M. M'Henni, Paris 1993; R. Bourkhis, T. Ben Jelloun. La poussière d'or et la face masquée, Paris 1995.

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