dianoetiche, virtù Nella dottrina morale aristotelica, le virtù che, a differenza di quelle etiche, attinenti più propriamente all’attività pratica, si riferiscono al retto [...] e consiste nel creare (ποιεῖν), operare (πράσσειν), conoscere (ϑεωρεῖν): al creare corrisponde la virtù dell’arte, all’operare la prudenza, al conoscere il sapere (o scienza) e l ... ...
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VIRTÙ. - Valore, eccellenza di buona qualità; potenza, vigore, forza, qualità connaturata; retta e costante volontà di fare il bene; armonia di vita. Nella terminologia [...] Mentre Aristotele svolgeva la sua dottrina etica attraverso la distinzione tra virtùdianoetiche e virtu etiche, gli stoici costruivano sul loro concetto fondamentale dell'identità ... ...
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etica In senso ampio, quel ramo della filosofia che si occupa di qualsiasi forma di comportamento (gr. ἦθος) umano, politico, [...] È solo con il prevalere delle facoltà razionali e con la realizzazione delle virtùdianoetiche (sapienza, scienza, intelligenza, arte, saggezza) che l’uomo può essere felice. Anche ...
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Aristòtele (o Aristòtile; gr. ᾿Αριστοτέλης, lat. Aristotĕles, nel Medioevo latino Aristotĭles). - Filosofo greco (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.). Fu, con Socrate e Platone, [...] pratica o del "costume" (εϑος), a queste sovrastano d'altro lato le virtùdianoetiche, o virtù della διάνοια, del retto "esercizio intellettuale". E così, culmine della possibile ...
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dianoetico, pensiero Nella gnoseologia aristotelica, l’attività mentale che viene messa in atto dalla διάνοια, [...] noetico, cioè dell’intuizione intellettuale della νόησις. Virtùdianoetiche Nella dottrina morale aristotelica, sono le virtù (arte, scienza, saggezza, sapienza, intelletto) che, a ... ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Filosofia (2012)
Marsilio da Padova Sarebbe oggi ingenuo non riconoscere il sovraccarico teorico e ideologico cui le dottrine di Marsilio furono sottoposte nel secondo Ottocento e in buona parte del [...] efficienti. In Marsilio l’autonomia della civitas non appare finalizzata al raggiungimento delle virtùdianoetiche da parte di una eletta cerchia di ‘filosofi’, ma è intesa e direi ...
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mente. - Nell'uso dantesco il termine designa la somma delle capacità più alte dell'uomo e, di volta in volta, l'intelletto, la ragione, la memoria; è usato anche a designare l'intelletto [...] potenze dell'anima (§ 11), la più alta delle quali è la ragione (§ 14), sede delle virtùdianoetiche come il poeta ricorda citando Eth. Nic. VI 2, 1139a 11 ss. Quindi afferma (§ 16 ...
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verità (veritade; veritate). - Il termine designa la struttura ontologica delle cose considerata in rapporto all'ordinamento generale dell'universo; insieme, designa la conoscenza che [...] quae vera ratio dicit "). Nella speculazione della v. l'uomo è sostenuto da quelle virtùdianoetiche che sono dette scienze... per l'abito de le quali potemo la veritade speculare ...
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La polemica di Croce con Francesco De Sarlo In una lettera del 22 aprile 1907, Croce informa l’amico e collaboratore Giuseppe Lombardo-Radice della sua decisione di «non dare tregua a De [...] ottimamente al mio intento di ritrarre in modo tipico, e in un caso particolare, le virtùdianoetiche ed etiche di una certa genia di professionisti e mestieranti, la quale, fino a ...
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operazione. - Termine presente nella Vita Nuova, nella Monarchia (operatio) e prevalentemente nel Convivio (79 volte), una sola volta invece nella Commedia (Pg XVIII 105). [...] accanto alla felicità dovuta alle o. secondo virtù etiche quella più perfetta dovuta alle o. secondo virtùdianoetiche (nostra beatitudine... prima trovare potemo quasi imperfetta ...
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dianoètico agg. [dal gr. d¿a¿¿¿t¿¿¿¿, der. di d¿a¿¿¿s¿¿ «pensiero»] (pl. m. -ci). – Nel linguaggio filos., relativo alla dianoia: pensiero d., nella gnoseologia aristotelica, l’attività mentale che viene messa in atto dal pensiero discorsivo;...