neoplatonismo Movimento di pensiero sviluppatosi dalla metà del 2° sec. d.C. fino alla metà del 6° (e in [...] , Origene e Plotino, massimo fra tutti e principale elaboratore delle dottrine del sistema neoplatonico. La scuola di Plotino è idealmente continuata dalla scuola di Siria , a capo ... ...
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Un'utopia neoplatonica Vi sono molte espressioni, nel nostro parlato quotidiano, inerenti alla memoria e alla sua visibilità: quando si vuole, ad esempio, spingere qualcuno [...] sia il funzionamento della mente umana, sia l’ordine del cosmo secondo la visione neoplatonica. Si passa non a caso dal grado più alto, in cui tradizionalmente risiedevano gli ... ...
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sapienza. - Partecipe della tradizione neoplatonica e biblica, D. si serve della nozione di s. (σοφία - sapientia) di derivazione veterotestamentaria inserendola in uno schema fondamentalmente emanatistico all'interno del quale recupera alcuni temi della cultura filosofica del suo tempo, d' ...
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Sallùstio neoplatonico. - Filosofo della scuola neoplatonica di Pergamo (sec. 4º d. C.). Resta di lui l'operetta De diis et mundo, ispirata alle dottrine di Plotino e di Porfirio e scritta probabilmente per appoggiare Giuliano l'Apostata nella sua lotta contro il cristianesimo. ...
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Ièrocle il Neoplatonico. - Filosofo della scuola neoplatonica di Alessandria , dove insegnò dal 420 circa d. C. in poi. Il sistema di I., rifiutando le complicate gerarchie d'ipostasi plotiniane e postplotiniane, torna a una sintesi di elementi platonici, peripatetici e stoici, che ricorda quella ...
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La concezione agostiniana del sapere e la tradizione neoplatonica latina Sommario: 1. La scientia tra curiositas e sapientia. 2. La funzione delle arti liberali. 3. Il predominio [...] e gli intellictibilia, le forme pure completamente svincolate dalla materia). 6. L'Universo neoplatonico Al di là dei modelli di organizzazione del sapere, ci si può chiedere quale ... ...
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Sòpatro (gr. Σώπατρος, lat. Sopăter) di Apamea. - Filosofo (sec. 3º-4º d. C.) di scuola neoplatonica, esercitò dapprima grande influsso su Costantino, ma fu poi condannato a morte, forse per il suo politeismo. Una sua opera Sulla provvidenza e su coloro che hanno fortuna o sfortuna oltre quanto è ...
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Filosofo (4° sec. d.C.). Seguace della scuola neoplatonica di Pergamo, resta di lui l’operetta De diis et mundo, ispirata alle dottrine di Plotino, Porfirio e Giamblico e scritta probabilmente per appoggiare Giuliano l’Apostata nella sua lotta contro il cristianesimo. Vi si rintracciano infatti ...
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participare. - É un verbo caratteristico del linguaggio filosofico, di tradizione platonico-neoplatonica (nel latino medievale participatio, participare). In esso si esprime la nozione del rapporto di ‛ partecipazione ' che sussiste tra una realtà mutevole e inferiore e una immutabile e superiore ( ...
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Dàvid di Dinant. - Filosofo (2a metà del 12º sec.). Svolge temi della tradizione neoplatonica medievale, nel senso di una riduzione di materia e spirito a una radicale unità; conosce e in parte traduce scritti fisici di Aristotele. Condannato nel 1210 insieme ad Amalrico di Bène, la sua opera ...
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neoplatònico agg. e s. m. [comp. di neo- e platonico1] (pl. m. -ci). – Relativo al neoplatonismo: movimento n., corrente n., teorie neoplatoniche. Seguace del neoplatonismo: un filosofo n., e, come sost., un n., i neoplatonici.
neoplatonismo s. m. [comp. di neo- e platonismo]. – Movimento di pensiero che, estendendosi all’incirca dalla metà del sec. 2° d. C. fino alla metà del 6° (e in Alessandria anche alla metà del 7°), è caratterizzato dalla tendenza a rinnovare...