(gr. Kράντωρ, lat. Crantor -ŏris) di Soli. - Filosofo greco dell'antica Accademia (vissuto tra il 330 e il 270 a. C.), discepolo di Senocrate amico e condiscepolo di Polemone, maestro di Arcesilao. Commentò il Timeo , iniziando così la serie dei commentatori di Platone. Nel suo libro Περὶ πένϑους ...
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ANTAGORA ('Ανταγόρας, Antagŏras). - Nato a Rodi, fu contemporaneo e amico dei filosofi accademici Crantore, Cratete e Polemone, l'ultimo dei quali diventò capo dell'Accademia nel 314-313 a. C. e morì tra il 276 e il 270. L'amicizia con gli ultimi due è provata da un affettuoso epigramma (Anth. Pal., ...
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Antàgora (gr. ᾿Ανταγόρας, lat. Antagŏras) di Rodi. - Poeta greco (sec. 3º a.C.), amico dei peripatetici Crantore, Cratete, Polemone; fu con Arato alla corte di Antigono Gonata . Scrisse una Tebaide, che non ci è rimasta, ed epigrammi. Scrisse esametri sulla discendenza di Eros, che dovettero essere ...
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consolatio Composizione filosofico-letteraria scritta per consolare sé o altri di qualche dolore. Il genere fu già in uso fra i letterati-filosofi [...] greci: tipico/">tipico il περὶ πένϑους, perduto, di Crantore, accademico del 4°-3° sec. a.C. Cicerone scrisse un De consolatione per la morte della figlia Tulliola; Seneca la C. ad ...
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accademia 1. A. platonica ̕Ακαδήμεια [...] periodi. Nella prima (o antica) A. (scolarchi: Speusippo, Senocrate, Polemone, Cratete e Crantore) l’insegnamento platonico fu di stimolo a una vasta serie di ricerche filosofiche ...
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ANTIGONO Caristio ('Αντίγονος ὁ Καρύστιος, Antigŏnus Carystius). - Visse nella prima metà del sec. III a. C. (295/90 - dopo 239) nel periodo più fecondo della vita [...] Pirrone e Timone, degli stoici Zenone e Demetrio di Eraclea, degli accademici Polemone, Crantore, Cratete, Arcesilao. In queste vite il biografo sfrutta i suoi ricordi personali ...
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eternità del mondo In quanto la si tratti in questa sede, la questione dell’e. del m. richiede che siano in breve richiamati il modo e la ragione per i quali M. esplicitamente [...] enim semper esse aiunt. Mundum enim semper fieri et fluere secondo l’interpretazione di Crantore, Plotino, Porfirio, Giamblico, Proclo e la maggior parte degli altri, esso è sempre ...
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ESCULAPIO ('Ασκληπιός, Aesculapius). - Divinità in origine di carattere ctonio (sotterraneo), posta poi dal mito in stretta relazione con Apollo. Patrono della medicina. Il mito e il [...] superstizioso; ma uomini colti, come il tragico Aristarco, il comico Teopompo, il filosofo Crantore, ne richiesero l'assistenza e la salvezza. Dunque alla loro prassi medica non si ...
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DIOGENE Laerzio (Διογένης Λαέρτιος; Diogĕnes Laërtius). - Persino il nome è incerto, essendo dalle varie fonti indicato come Diogene Laerzio o Laerzio Diogene quasi [...] . Nel IV sono passati in rassegna i platonici (Speusippo, Senocrate, Polemone, Cratete, Crantore, Arcesilao, Bione, Lacida, Carneade, Clitomaco), nel V gli aristotelici (Aristotele ...
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MORTE (lat. mors; fr. mort; sp. muerte; ted. Tod; ingl. death). Sommario. - Biologia (p. 878); Filosofia (p. 878); Teologia cattolica (p. 879); Diritto (p. 879); [...] una tradizione di cui sussistono non poche tracce (p. es. nel περὶ πένϑους dell'accademico Crantore e nel I libro delle Tusculanae di Cicerone). Può anche darsi, anzi, che questa ...
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