Parte invariabile del discorso che determina il verbo, l’aggettivo o un altro avverbio. A seconda della funzione, gli a. italiani si distinguono in: a. qualificativi (bene, male, volentieri, velocemente ecc.); a. di luogo (qui, là, dove, fuori ecc.); a. di tempo (prima, poi, ora, subito, sempre ...
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AVVERBIO (dal lat. adverbium, che traduce esattamente il greco ἐπιρρημα "parola apposta al verbo"; fr. adverbe; sp. adverbio; ted. Adverbum, Umstandswort; ingl. adverb). - Parte [...] nome, un pronome, irrigiditi, rimasti senza flessione. L'impiego d'una parola come preposizione e come avverbio esiste ancora: prima o poi fa lo stesso; prima di te vengo io. Ma la ... ...
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prima (pria). - Avverbio (e, in unione con ‛ che ' o ‛ di ', introducendo una proposizione dipendente, congiunzione) temporale, di media frequenza nell'opera dantesca. Anche se a [...] / a lo splendore assai più che di prima (il sintagma avverbiale impiegato in luogo del semplice avverbio compare anche in Pg XIV 76 lo spirto che di pria parlòmi, e, col valore di ... ...
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sempre (sempre mai). - Avverbio di tempo, di frequenza media nell'opera dantesca: 2 casi nella Vita Nuova, 21 nelle Rime, 78 nel Convivio (di cui uno in integrazione, in IV XX 7), [...] ma del non volere è sempre (rimarchevole l'ellissi del participio, con un più forte rilievo dell'avverbio; altri casi del sintagma ‛ essere s. ', in III 11, III X 6, XIII 8, di un ... ...
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troppo (tro'). - Avverbio di quantità di media frequenza nelle opere di D., con una trentina di occorrenze in quelle canoniche (quasi un terzo fuori della Commedia), e oltre 50 nel [...] , 127-128 (dov'è citato espressamente il tro' grella di XLIII 6), e v. anche GALLICISMI. L'avverbio compare in rima in If XIII 119 e in XXII 110, in entrambi i casi in posizione ... ...
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). - È usato da D. con una frequenza superiore rispetto agli avverbi equivalenti ‛ sovente ' e ‛ spessamente '. Di questi il primo aveva una notevole diffusione nella lirica [...] I casi in cui s. segue il verbo sembrano rientrare in una più precisa tipologia: a) l'avverbio separa il verbo dall'oggetto: [donna] ch'era là 'v'io chiamava spesso Morte (Vn XXIII ... ...
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ove ('v'; 've). - L'avverbio di luogo si presenta nelle opere di D. in alternanza con ‛ dove '. Mentre nella Vita Nuova è nettamente prevalente o. (34 occorrenze, di fronte alle 5 [...] 8, XV 2, XVIII 4, XXI 13 (riferito al passo che precede), XXV 11, XXX 4. 3. L'avverbio si presenta in correlazione con ‛ là ' che precede (in un unico caso colà, Fiore CXXIV 2), in ... ...
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tosto (avverbio). - È presente in tutto il D. canonico e nel Fiore, con una frequenza abbastanza elevata: una decina di occorrenze nella Vita Nuova e nelle Rime, una ventina nel [...] mal non ha altra cagione, / se non ched i' fu' troppo tosto nata (cfr. CLXII 7). L'avverbio può comparire preceduto da ‛ sì ', che ne sottolinea e rafforza il valore (per lo più di ... ...
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via (vie). - L'avverbio di moto, con un generico valore di allontanamento, è presente in tutte le opere di D., anche se con frequenza non troppo elevata (meno di una settantina di [...] contesti) con i quali si accompagna. L'impiego più generale, e anche quello in cui l'avverbio assume un valore funzionale semantico più ‛ pieno ', è quello con il verbo di moto per ... ...
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avvèrbio s. m. [dal lat. adverbium, comp. di ad- «accanto a» e verbum «parola, verbo»]. – Parte invariabile del discorso che determina il verbo (per es., dorme saporitamente) e anche l’aggettivo o un altro avverbio (molto buono, troppo duramente). Gr
mòdo s. m. [lat. modus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e in qualche altro), è sinon. di maniera, con cui...