Ando, Tadao

Lessico del XXI Secolo (2012)

Ando, Tadao


Ando, Tadao. – Architetto giapponese (n. Osaka 1941). Fra i maggiori protagonisti della scena internazionale, A. si è imposto come progettista in grado di coniugare il lascito della tradizione costruttiva nipponica con gli aspetti più classici e significativi della modernità, utilizzando un linguaggio estremamente sobrio ma al tempo stesso poeticamente ispirato, fondato su calibrate composizioni geometriche, sull’uso prevalente del cemento armato a vista e sul ruolo della luce nella conformazione degli spazi interni. Autodidatta, opera dal 1969 a Osaka con lo studio Tadao Ando architects & associates. Nel 1995 gli è stato conferito il Pritzker prize; nel 1996 il Praemium imperiale della Japan art association; nel 1997 la Royal gold medal del RIBA (Royal institute of British architects); nel 2002 la Gold medal dell’AIA (American institute of architects). All’attività professionale ha affiancato quella didattica, insegnando in alcune fra le più prestigiose scuole d’architettura americane, quali, per esempio, la Yale university a New Haven, in Connecticut nel 1987, la Columbia university a New York nel 1988 e la Harvard university a Cambridge, in Massachusetts nel 1990. Nel 2002 gli è stata conferita la laurea ad honorem in architettura dall’università Sapienza di Roma. Fra le sue realizzazioni italiane, si ricorda il centro Fabrica per le ricerche e la comunicazione della Benetton a Catena di Villorba, in provincia di Treviso (1992-2000); il Teatro Armani e la sede della Giorgio Armani spa a Milano (2002); la ristrutturazione degli interni di Palazzo Grassi (2006) e il magistrale recupero del museo dedicato alla collezione di François Pinault alla Punta della Dogana (2009), entrambi a Venezia e di proprietà dello stesso Pinault; lo showroom Duvetica ancora a Milano (2010). Negli Stati Uniti si segnalano la sede della Pulitzer foundation for the arts a Saint Louis, in Missouri (1991-2001); il Modern art museum a Forth Worth, in Texas (1997-2002), caratterizzato da una sequenza di padiglioni vetrati che si rispecchiano nelle acque di un bacino, addizione allo storico edificio di Louis I. Kahn, uno dei più celebrati della modernità americana; lo Stone Hill center, anch’esso un’addizione, ma al Clark art institute di Williamstown, in Massachusetts (2008). In Germania si ricorda la trasparente sede della Langen Foundation a Neuss (2004). Fra le molte case unifamiliari si segnalano il ranch realizzato per Tom Ford presso Santa Fe, in New Mexico (2010), e la casa studio di Karl Lagerfeld a Biarritz, in Francia. In Giappone, dove si trova la maggior parte delle opere di A., si segnalano: la colta e raffinata ricostruzione del Komo-ji Pure Land temple, tempio ligneo del periodo Edo, nella città di Saijo (2000); il Chichu art museum a Naoshima (1999-2004), posto in un contesto naturale di straordinaria bellezza; il complesso commerciale di Omotesando Hills a Tokyo (2006), in una delle zone commerciali più eleganti della capitale giapponese; il cosiddetto 21_21 design sight, ancora a Tokyo (2007), piccolo e sperimentale spazio espositivo dedicato alla progettualità nella sua accezione più ampia, parzialmente ipogeo e ideato in collaborazione con Issey Miyake all’interno del parco che circonda il colossale complesso polifunzionale di Midtown; il centro visitatori, le sale espositive e la cappella del Domaine château La Coste a Puy Sainte Réparade in Provenza (2012), in un parco al cui interno sono presenti opere di artisti quali Alexander Calder, Louise Bourgeois, Richard Serra e Franz West. Fra i molti, nuovi progetti in corso di realizzazione si ricorda infine il Maritime museum, che farà parte del nuovo Cultural district attualmente in costruzione sulla Saadiyat Island ad Abu Dhabi.

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