SZÉKESFEHÉRVÁR

Enciclopedia Italiana (1937)

SZÉKESFEHÉRVÁR (nel Medioevo Albareale; ted. Stuhlweissenburg; A. T., 59-60)

Elio MIGLIORINI

Città dell'Ungheria, posta presso le ultime pendici dei monti centrali ungheresi, presso il luogo dove la stretta di Mór (tra Selva Baconia e M. Vértes) si apre verso la pianura, a una quarantina di chilometri dal Balaton in direzione NE., 111 m. s. m. Essa esisteva già prima della venuta degli Ungheresi, poi divenne capitale dello stato nei primi tre secoli del regno (sotto gli Arpadi), quando ancora il Grande Alföld non era colonizzato, residenza reale con numerose chiese e con mura, che aumentavano la protezione data dalle paludi dei dintorni, ora trasformate in fertili campi. Molto danneggiata dai Turchi, che la occuparono dal 1543 al 1688, la città attuale venne per la massima parte ricostruita nel sec. XVII, in parte sulle rovine di costruzioni medievali; centro di essa è la Várkerület con il Palazzo del comitato. Gli abitanti, che erano 11.202 nel 1777 e 22.683 nel 1870, sono poi aumentati a 36.625 nel 1910 e 40.731 nel 1930. Il comune si estende su una superficie di 120 kmq. Székesfehérvár è notevole mercato agricolo e nodo ferroviario, con concerie, fabbriche di scarpe e di sapone, distillerie di alcool.

Bibl.: Z. Bátky, Székesfehérvár és földrajzi helyzetének vázlata, in Földrajzi Közlémenyek, XLVI (1918), pp. 198-212.

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