SZÉKELY

Enciclopedia Italiana (1937)

SZÉKELY

Giulio de Miskolczy

. Popolazione ungherese che abita le contrade sudorientali della Transilvania. L'origine dei Székely non è stata ancora con evidenza chiarita. Vi è chi ha sostenuto che fossero Magiari di pura razza incaricati della difesa dei confini; altri credono che siano i discendenti di una popolazione trovata dai Magiari conquistatori nel paese, o discendenti di un popolo venuto nell'Ungheria insieme con i Magiari o poco dopo, Bulgari-Eseghel, o Cabari (una parte dei Cazari) o Avari, mentre, secondo una leggenda assai diffusa i Székely sarebbero i discendenti degli Unni di Csaba, figlio minore di Attila. In ogni modo è assai probabile che i Székely siano di razza turca e che si siano stabiliti in Transilvania, nelle vallate dei fiumi Maros, Küküllö e Olt in masse compatte, al più tardi all'inizio del sec. XI. La popolazione, rivestita di privilegi e assimilata pienamente, e nel carattere etnico e nella lingua ai Magiari, era organizzata in sette "sedi", con una amministrazione autonoma ed era obbligata a prestare importanti servizî militari. I movimenti sociali, verificatisi nel seno delle sedi, condussero nel 1562 a una ribellione sanguinosa, domata dal principe Giovanni Sigismondo. Una volta costituito il principato di Transilvania (dopo il 1542), l'universitas dei Székely formò con quella dei Sassoni e con i comitati magiari un'unione che servì di base politica all'organizzazione statale del principato. Un'altra ribellione dei Székely contro il principe S. Báthory abortì pure. L'organizzazione dei confini militari nelle terre dei Székely (dopo il 1761) condusse a uno scontro memorabile fra loro e la forza militare a Mádéfalva (1764), causa dell'emigrazione di molti Székely nel principato di Moldavia.

Bibl.: V. Hóman, A székelység eredete (L'origine dei Sz.), Budapest 1921; L. Szádeczky-Kardoss, A székely nemzet története és alkománya (Storia e costituzione della nazione dei Sz.), ivi 1927; id., A székely határörség szervezése (L'organizzazone dei confini militari Sz.), ivi 1908.