Bussòtti, Sylvano

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Musicista italiano (Firenze 1931 - Milano 2021). Allievo di G. Maglioni e R. Lupi a Firenze, si perfezionò poi a Parigi con M. Deutsch. Considerato l'esponente più radicale e reazionario della nuova musica per la sua posizione isolata nel panorama musicale contemporaneo, ha realizzato una sua concezione dell'atto creativo che, avvicinandolo alla monodia, di cui è ritenuto l'ultimo erede, lo ha condotto ad una riscoperta della vocalità; tale concezione lo ha indotto a rivolgere la sua attenzione anche al passato attuando un recupero sia della musica popolare sia di quella colta, in particolare madrigalistica. Come regista, si è orientato verso una forma di teatro complessivo e integrale in cui musica, danza, canto, parola e pittura vengono a fondersi in un tutt'uno. Ha composto l'opera teatrale Lorenzaccio (da A. de Musset, 1958), Torso per violino e orchestra (letture di Braibanti, 1961-63), La passion selon Sade (1965), Rara (dolce) per flauto diritto (1966), Rara (eco sierologico) per archi (1967), The Rara Requiem (1969), Ultima rara per chitarra e voce parlata (1970), I semi di Gramsci per quartetto d'archi e orchestra (1967-70), Le rarità di Potente (1979), Le Racine, pianobar pour Phèdre (1980), Bergkristall (1983), Phèdre (1988), Nuite du faune (1991), Madrelingua (1995), Orchestre mozartiane I e II (2005-06), Silvano Sylvano (2006). Nel 2002 ha pubblicato Disordine alfabetico. Musica, pittura, teatri, scritture.

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