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Pseudonimo dell’artista statunitense Caledonia Dance Curry (n. New London 1978). Una delle più affermate artiste statunitensi sulla scena internazionale dell’arte urbana, dall’età di diciannove anni vive e lavora nel distretto di Brooklyn a New York. Nel 1999, durante la frequentazione del Pratt Institute di Brooklyn inizia la sua attività artistica stradale specializzandosi nell’unione delle tecniche di incisione con il medium contemporaneo del poster. Le immagini create da S. sono incise a mano su legno o linoleum e stampate con inchiostro nero su carta di stampa riciclata o su una particolare carta cerata resistente agli agenti atmosferici, per poi essere sagomate e installate a muro. In alcuni casi la stampa lascia spazio a delicatissimi e ornamentali ritagli di carta. I suoi lavori, volti alla trasmissione di molteplici indirizzi di dialogo e connessione con lo spazio e il pubblico circostante, trovano la loro più tipica conformazione nel ritratto di persone comuni, catturate come portatrici di emozioni essenziali, delineate da uno stile grafico che ricorda quello delle stampe indonesiane. Nel 2005 la sua opera si impone all’attenzione internazionale dopo la mostra tenuta nello spazio newyorkese di Jeffrey Deitch, che successivamente nel 2011 la inviterà come una delle protagoniste della mostra Art in the streets al Moca di Los Angeles. A partire dallo stesso anno la ricerca artistica di S. si volge a una più spiccata attività performativa, installativa e progettuale, con caratteristiche di partecipazione e attivismo collettivo, evidenziando in questa fase interessi di tipo sociale e umanitario. A questa matrice appartengono progetti come “Swimming Cities”, di cui fa parte Swimming cities of Serenissima, una grande performance che riflette sui temi di riuso e condivisione e che vede nel 2009 approdare nel golfo di Venezia, in occasione della 53a Biennale, imbarcazioni costruite con materiali di scarto, abitate da un collettivo composto da artisti di differente estrazione. La predilezione di materiali riciclati e naturali, nonché l’attitudine collaborativa, si riscontra anche nell’iniziativa “Konbit Shelter”, un intervento di architettura sostenibile realizzato ad Haiti dopo il terremoto del 2010 con il supporto esterno di una squadra di architetti ed ingegneri. La notorietà e il riconoscimento acquisiti dall’artista americana sono testimoniati sul fronte istituzionale da esposizioni personali promosse da accreditate realtà come quella del Brooklyn Museum, dove nel 2014 ha messo in scena Submerged motherlands, e dalla presenza di sue opere nelle collezioni di alcuni dei più importanti musei d’arte contemporanea americani e internazionali, come il Moma di New York.

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