Switchover

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

switchover

Enrico Menduni

Termine che indica il passaggio, nella televisione digitale terrestre, dal sistema di trasmissione analogico a quello digitale, con lo spegnimento delle trasmissioni analogiche (switchover) e una nuova pianificazione delle frequenze. L’operazione è assai complessa perché richiede il passaggio alla trasmissione digitale delle emittenti esistenti, un’offerta aggiuntiva che renda appetibile per il pubblico il passaggio al digitale e soprattutto la disponibilità da parte di tutte le famiglie di un apposito decoder, chiamato anche semplicemente set topbox, che permette di visionare la televisione digitale terrestre su un normale televisore e, se vi sono programmi in modalità pay tv, di gestire le richieste dei clienti e leggere le carte prepagate (scratch cards) con cui viene effettuato il pagamento. Il possesso di uno dei nuovi televisori a schermo piatto (a cristalli liquidi o al plasma) elimina la necessità del decoder, che tuttavia rimane necessario se si intende accedere a programmi a pagamento (quindi in pratica il decoder rimane determinante). Nell’entusiasmo della Internet Economy, la data dello switchover era stata fissata dagli Stati Uniti e altri Paesi, fra cui l’Italia, nel 2006. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 questa data è stata gradualmente spostata in avanti: oggi è collocata nel 2012. In Italia la diffusione dei decoder è iniziata nel 2004 a un ritmo sostenuto dagli interventi statali e dall’introduzione di programmi sportivi a pagamento a prezzi concorrenziali rispetto a quelli del digitale satellitare; dal 2006 si punta su una nuova strategia, volta a digitalizzare interamente un’area alla volta: dopo la Valle d’Aosta e la Sardegna si procede con il Piemonte e altre regioni. Il passaggio integrale al digitale consente di razionalizzare lo spettro elettromagnetico e di risparmiare molte frequenze. Sulla banda di frequenza su cui prima passava un solo programma adesso passa un intero multiplex con sei programmi. Ciò permette un digital dividend, cioè la distribuzione delle frequenze lasciate libere ad altri servizi di telecomunicazione, dietro adeguato pagamento.

Televisione: sviluppi tecnologici

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