Sulpìcio Sevèro (lat. Sulpicius Severus). - Scrittore ecclesiastico (n. in Aquitania360 circa - m. Primuliacum 420 circa); dopo la morte della moglie, si ritirò a vita monastica presso Primuliacum (forse l'od. Primillac) seguendo l'esempio di s. Martino di Tours e s. Paolino di Nola. È autore di Chronicorum libri duo (dalla creazione al 400 d. C.), importanti per la storia del priscillianesimo in Gallia, di scritti agiografici (Vita Martini; Dialogi), modelli di stile classico (sull'esempio di Sallustio e Tacito) largamente seguiti dall'agiografia medievale.
Scrittore cristiano, originario di una nobile famiglia dell'Aquitania. Nato verso il 360, studiò a Bordeaux e si segnalò ben presto brillantemente nella carriera forense. Sposò una nobile fanciulla di famiglia consolare, che lo lasciò presto vedovo e proprietario - per la generosità di Bassula, madre ...
sevèro agg. [dal lat. severus]. – 1. a. Che esercita la propria autorità o il proprio ufficio con rigore, senza indulgenza e senza debolezza: giudice, esaminatore, critico severo; padre, maestro severo; un dirigente severo ma comprensivo; essere, mostrarsi...
severità severita f. [dal lat. severǐtas -atis]. – L’essere severo; carattere, atteggiamento, comportamento di chi è severo: la severita dei giudici, della commissione d’esame; trattare con severita; qualità di ciò che è severo: la severita del verdetto;...