stucco Nome generico di diversi tipi di materiali plastici adesivi, di varia consistenza, che induriscono all’aria più o meno rapidamente, impiegati per la levigatura di superfici.
Lo s., usato in scultura o nella decorazione architettonica per creare elementi in rilievo, è costituito da una malta di gesso e colla, mescolata talora con polvere di marmo; si applica su un’ossatura rustica di muratura o di legno o di ferro, che ne assicura la resistenza e l’adesione alla struttura portante. Può essere costituito anche da un impasto di calce, polvere di marmo, sabbia, caseina. Lo s. usato nelle opere di legno, infissi o mobili, e anche per pareti murarie, è formato di gesso o caolino e colle, mescolati con olio di lino, ed è adoperato, per es., per creare motivi decorativi a rilievo (➔ pastiglia), in preparazione di un successivo trattamento di verniciatura, doratura, lucidatura, o come preparazione per un trattamento pittorico.
1. Il mondo antico
Frammenti di figure di s. a rilievo dipinto restano specie da
Nel mondo romano questo genere di decorazione (tectorium, albarium opus) fu largamente sfruttato per decorare sia superfici esterne, sia volte di ambienti interni, di cui restano esempi artistici notevoli. La rapidità e l’immediatezza del modellato portano a effetti di grande freschezza, di uno stile impressionistico e disinvolto.
La decorazione in s. ebbe larga parte nell’architettura del 5° sec. a
L’uso dello s., raro nel 13°-14° sec., torna in grande auge nel 16° sec., dalle decorazioni plastiche della scuola di Raffaello e Giulio Romano (Logge Vaticane, villa Madama a Roma, Palazzo Te a
Malattia degli stuccatori Forma di pneumoconiosi, conseguente a inalazione di polvere di solfato di calcio (gesso), osservata in stuccatori e altre categorie di lavoratori.