STRONZIO

Enciclopedia Italiana (1936)

STRONZIO

Paolo Agostini

. Elemento chimico che ha peso atomico 87,63 e numero atomico 38. È poco abbondante in natura e lo si riscontra sempre allo stato di combinazione. Un minerale particolare trovato nelle miniere di piombo di Strontian nell'Argyllshire venne esaminato nel 1791 da Hope e nel 1793 da Kirwan e Klaproth: risultò essere il carbonato di un nuovo metallo alcalino-terroso che fu chiamato da Hope "strontites" e da Klaproth "strontia". Esso è oggi noto sotto il nome di "stronzianite". Altro minerale dello Sr è il solfato (SrSO4) chiamato "celestina", per il colore celeste pallido che presentano alcuni campioni.

Lo stronzio metallico, che serve principalmente per gli usi di laboratorio, si può preparare, sia per elettrolisi del cloruro e di un miscuglio di SrCl2 e KCl fusi (Trautz), sia per riscaldamento di un miscuglio di ossido di Sr e di polvere di alluminio nel vuoto a 1000° (Guntz). È un metallo bianco argenteo, che all'aria ingiallisce, alterandosi facilmente. Cristallizza in cubi a facce centrate. Fonde intorno a 800°. La sua densità è 2,54.

Riscaldato all'aria brucia; decompone l'acqua un po' più energicamente del calcio. Le sue proprietà e, in genere, quelle dei suoi composti, stanno fra quelle del calcio e quelle del bario.

I sali di stronzio si preparano, generalmente, partendo dal carbonato che è attaccato dagli acidi o dal solfato: in quest'ultimo caso, per ottenere i composti solubili, bisogna preventivamente ridurre il solfato a solfuro per riscaldamento con carbone (SrSO4 + 2C = SrS + 2CO2). Il solfuro così ottenuto si scioglie facilmente negli acidi.

Lo stronzio si combina con l'ossigeno per dare l'ossido SrO e il perossido SrO2. L'ossido si può ottenere per decomposizione col calore del carbonato, dell'idrato o, meglio, del nitrato. È una polvere bianca che facilmente si combina con l'acqua con sviluppo di calore e forma l'idrato. Sr (OH)2•8H2O può essere preparato per cristallizzazione di una soluzione di ossido o idrossido nell'acqua calda o per aggiunta di soda a una soluzione di nitrato di stronzio. È una base energica che si scioglie nell'acqua meno difficilmente dell'idrato di calcio. Trova impiego nell'industria dello zucchero e si aggiunge alle melasse perché, analogamente a Ca(OH)2 e Ba(OH)2, forma saccarati poco solubili, cristallizzabili. Il precipitato sospeso nell'acqua viene, poi, decomposto da una corrente di CO2: precipita così il carbonato di stronzio; lo zucchero puro rimane in soluzione e da questa viene cristallizzato. Per tale scopo è preferibile l'impiego degli idrati di calcio e di stronzio, perché i composti del bario sono velenosi. Il perossido SrO2 si ottiene scaldando l'ossido in presenza di ossigeno a 400° e sotto una pressione di 90 atmosfere.

Per azione dell'HCl o dell'HNO3 sul carbonato si possono preparare, rispettivamente, il cloruro e il nitrato. SrCl2•6H2O è igroscopico come il sale di calcio. È solubile in alcool assoluto e si profitta di questo fatto per separarlo dal cloruro di bario che non vi si scioglie. Il nitrato è, a differenza del sale di calcio, insolubile in alcool e si profitta di questa sua proprietà per eseguire la separazione del calcio dallo stronzio. Esso è impiegato in pirotecnica per ottenere fuochi artificiali color cremisi. Il solfuro può essere preparato facendo passare una corrente di idrogeno solforato su SrO; esso, come il solfuro di calcio e di bario, ha la proprietà, dopo di essere stato esposto alla luce, di diventare luminoso all'oscuro. Il carbonato e il solfato si ritrovano in natura e artificialmente si formano per doppia decomposizione tra un sale solubile di stronzio e un carbonato o un solfato solubili.

Riconoscimento e dosaggio. - I sali volatili dello stronzio colorano in rosso scarlatto la fiamma non luminosa della lampada Bunsen. Varî sono i metodi per separare lo stronzio dagli altri metalli alcalino-terrosi e per riconoscerlo. In genere essi sono fondati sulla poca solubilità in acqua del carbonato, del cromato e del solfato e, in alcool, del nitrato e sulla solubilità in alcool del cloruro. Per una determinazione quantitativa, dopo avere separato lo stronzio dagli altri metalli alcalino-terrosi, lo si può precipitare e pesare come solfato.

Farmacologia. - Dei preparati di stronzio la Farmacopea italiana (1929) registra soltanto il bromuro di stronzio (strontium bromatum, SrBr2•6H2O: sostanza in cristalli trasparenti, prismatici, o, se anidra, in polvere granulare bianca, solubile in acqua, in alcool; insolubile in etere); ha l'azione sedativa dei bromuri in genere e una particolare azione eupeptica. È indicata come succedaneo ai bromuri alcalini quando questi provochino disturbi a carico delle vie digerenti. Si somministra nella quantità di grammi 1,50 per dose, con massimo di grammi 10 nelle 24 ore. Assai meno usati sono altri sali di stronzio quali il caffeinsolfonato, il cloroarsenobenzolato, il colato neutro, lo ioduro, il lattato, il salicilato.