STRASBURGO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1997)

STRASBURGO

J.-J. Hatt

Città della Francia orientale, capoluogo del dipartimento del Basso Reno, corrispondente al sito dell'antica Argentorate, castrum fondato su un'altura nel 12 a.C. a opera dell'ala di cavalleria ausiliare di Petronio. La città deve dunque a Roma e all'esercito romano la sua prima origine, così come deve a Roma anche i successivi 460 anni di sviluppo economico e culturale, che avrebbero costituito le basi profonde della sua ulteriore evoluzione.

Una lunga serie di ricerche - una quarantina di campagne di scavo condotte tra il 1947 e il 1987 - ha consentito di comprendere meglio la storia della città, grazie allo studio della stratigrafia dell'accampamento militare e del vicino agglomerato urbano. Si è così appurato che

Argentorate, punto di passaggio obbligato verso gli itinerari renani, aveva subito numerose vicissitudini: minacce germaniche, ancora sotto Tiberio, intorno al 21 d.C., comportarono la duplicazione dei fossati dell'accampamento e ristrutturazioni a carattere difensivo in profondità. Sotto Nerone, intorno al 60, forti inondazioni sommersero i fossati della cinta tiberiana. Nel 70 d.C. la città e l'accampamento vennero incendiati e distrutti in conseguenza dell'ammutinamento delle legioni renane (Tac., Hist., IV, 41). Nel 97 si verificarono nuove distruzioni a seguito di un ammutinamento delle legioni, stavolta domato da Traiano (il quale fondò anche su questo successo la sua ascesa al trono).

Numerose distruzioni e incendi ebbero luogo alla fine del II sec.: gli edifici di uná parte dell'agglomerato civile vennero distrutti sistematicamente, con un massiccio reinterro fuori le mura (Piazza Kléber). Nel 235, in conseguenza degli ammutinamenti che in Germania avevano causato la morte di Alessandro Severo e della madre, la città e l'accampamento subirono terribili devastazioni, dopo una battaglia che ebbe luogo alla periferia della città, a Koenigshoffen. Nel 352 la città venne completamente distrutta, nel quadro di una terribile invasione da parte di una coalizione di Franchi e di Alamanni. Il sito dovette essere abbandonato e la popolazione in parte venne condotta in schiavitù, in parte fu massacrata.

La città e l'accampamento sarebbero stati ricostruiti nel 357, dopo la vittoria di Giuliano sui Franchi e gli Alamanni nella battaglia che ebbe luogo non lontano da S., ai piedi dei colli di Hausbergen. Ancora tre distruzioni dovevano verificarsi alla fine dell'età imperiale, dopo l'incendio del 352, tra la fine del IV e la metà del V sec.: nel 388 e nel 406-407 (invasione vaṇḍala), nel 451 (invasione degli Unni).

Poiché la maggior parte dèi militari della II Legione proveniva dalla Gallia Cisalpina e dall'Italia, fin dall'inizio la produzione artistica subisce forti influssi di tali regioni (stele di Largennius). Testimonia la complessità di queste situazioni la presenza della famiglia, originaria di Mediolanum, del legionario Tiberius Babuleius Garrulus, la cui iscrizione funeraria è stata rinvenuta a Koenigshoffen.

Sotto i Flavi Argentorate fu centro di una considerevole attività, dal momento che la città servì tanto da base militare che da centro di approvvigionamento dopo la creazione di una strada diretta che conduceva sino alla Rezia, preludio alla costruzione della linea fortificata del limes.

Nel 74 d.C., dopo la conquista degli Agri Decumates, alla Legio II subentrò la Legio VIII. Giunta dal settore orientale dell'impero, essa diede vita a S. a una produzione di ceramica (Rue de l'Ail): alcuni artigiani ceramisti parlavano e scrivevano in greco.

Il ruolo militare di S. era destinato ad attenuarsi nel II sec. d.C. Tra il 120 e il 130 il comando della Legio Vili e del distretto militare è assunto da un importante personaggio, appartenente all'aristocrazia senatoria, il legato Oppius Severus. Molto probabilmente è sotto il suo comando che venne costruita la nuova cinta difensiva; egli inoltre si fece erigere la residenza in città, una villa nel territorio, a Kirchheim, e fece costruire un acquedotto che portava l'acqua potabile da Kuttolsheim a Strasburgo. Senza dubbio fu lo stesso personaggio a promuovere, intorno al 130-140, l'attività dell'eccellente scuola di scultura, caratterizzata da forti influssi urbani, alla quale si devono le splendide sculture del mitreo di Koenigshoffen. Il legato probabilmente contribuì anche allo sviluppo della navigazione sul Reno, dal momento che si è di recente rinvenuto a S., nella Rue du Puits, un altare con iscrizione al Rhenus pater da lui dedicato.

Sotto i Severi, stando a quanto si può desumere da recenti scavi, si verificarono importanti ricostruzioni sia nel castrum sia nell'agglomerato civile, accompagnate da un totale rifacimento della rete viaria. Nel corso di recenti lavori sono state rinvenute una testa di Caracalla, proveniente da un arco edificato in corrispondenza dell'attuale Piazza Gutenberg, e una stele dedicata a quattro divinità che sorgeva presso un incrocio stradale situato all'angolo di Piazza Kléber: sono sculture di gran livello, opera di un atelier provinciale guidato probabilmente da un artista originario della valle della Mosella che doveva aver avuto contatti con l'imperatore Settimio Severo prima della sua ascesa al trono,/quando risiedeva come governatore di provincia a Lione. Alla sua mano si attribuisce, oltre al ritratto di Caracalla, anche quello di Geta, scoperto a Grand.

Per ciò che riguarda il Basso Impero, la scoperta fondamentale nel corso degli ultimi anni è stata quella di una basilica costruita agli inizî del V sec., verosimilmente nel momento in cui, secondo la Notitia Dignitatum (Not. dign., Occ., I, 34; V, 130; XXVII) era stata creata la rete viaria fortificata di Argentorate (tractus Argentoratensis), posta sotto il comando del Comes Argentoratensis. A questo stesso Comes, che probabilmente risiedette ad Argentorate solo per un breve periodo, dal 409 al 412, si può attribuire la costruzione di un palazzo fortificato, situato sul posto della villa di Oppius Severus a Kirchheim.

Bibl.: J.-J. Hatt, Sculptures antiques régionales. Strasbourg Musée Archéologique, Parigi 1964; Musée archéologique Strasbourg, Strasburgo 1973; J.-J. Hatt, A. Thévenin, H. Vogt, Strasbourg des origines à l'invasion des Huns, Strasburgo 1980; V. Arveiller-Dulong, J. Arveiller, Le verre d'époque romaine au Musée archéologique de Strasbourg (Notes et documents des Musées de France, 10), Parigi 1985; M. D. Waton, Un nouveau système défensif à Strasbourg (Bas- Rhin), in RAE, XXXIX, 1988, pp. 285-290; AA.VV., 12 av. J.C. Aux origines de Strasbourg, Strasburgo 1988.