STOMATOLOGIA

Enciclopedia Italiana (1936)

STOMATOLOGIA (dal gr. στόμα "bocca" e λόγος "studio")

Arturo Beretta

La stomatologia è la disciplina medico-chirurgica che s'occupa della bocca e dei suoi annessi. Essa ne studia le condizioni normali e le malattie; e di queste ultime la profilassi, la cura medica, chirurgica, prostetica e ortopedica. La stomatologia comprende quindi l'odontologia", o "odontoiatria", ossia la conoscenza del dente, organo importante della bocca, il quale però non è autonomo, ma intimamente collegato con gli organi vicini e con altri lontani.

Al termine stomatologia corrisponde la professione dello stomatologo; la vecchia qualifica di "dentista" o "odontoiatra" è divenuta impropria perché riguarda solo una parte della specialità. Questa infatti oggi non si limita più alla cura dei denti, ma estende il suo compito allo studio e alla terapia delle malattie dello scheletro mascellare, della mucosa orale, della lingua e di tutti gli altri organi della cavità buccale, nonché alla diagnosi dei molteplici rapporti esistenti tra le condizioni patologiche di questa regione e quelle di organi lontani. Pertanto la stomatologia non è più arte empirica distaccata dalle discipline mediche, ma è una branca della medicina. Deve quindi anche dal punto di vista didattico e professionale esser considerata e trattata allo stesso titolo e alle stesse condizioni delle altre specialità medico-chirurgiche; i suoi elementi fondamentali debbono essere impartiti nelle università a tutti gli studenti in medicina e chirurgia, allo scopo di fornire al nuovo medico generico le cognizioni indispensabili alla diagnosi e agl'interventi più semplici e urgenti per le malattie dei denti e della bocca, nell'esercizio pratico della professione; come specialità essa deve venire insegnata, in apposite scuole postuniversitarie di perfezionamento, solamente a chi abbia conseguita la laurea in medicina e chirurgia; l'esercizio professionale della specialità dev'essere riservato esclusivamente ai laureati in medicina e chirurgia. Con questi principî, che in Italia hanno già trovato una realizzazione totalitaria, contrasta il programma di coloro che ancora oggi considerano l'odontologia quale scienza particolare, che non solo va mantenuta distinta dalla stomatologia, ma che deve altresì, per l'ordinamento didattico e per l'esercizio professionale, essere separata dalla medicina generale. La questione, per l'enorme diffusione delle malattie della bocca e per la necessità di combatterle con i mezzi più efficaci, non è senza interesse per il pubblico ed è perciò agitata nei varî paesi da lunghi anni nei varî campi della scienza, della professione e della politica sanitaria. Per convincere anche il profano della necessità dell'indirizzo stomatologico, cioè medico, nella cura delle malattie della bocca, fa d'uopo enunciare principî oggi da tutti ammessi.

Le affezioni del sistema dentale e degli organi con esso in rapporto, e talora le cure improprie o intempestive, possono provocare le più gravi complicazioni interessanti il campo della medicina e della chirurgia. Basti citare i focolai infiammatorî degli apici delle radici dentali, le cisti radicolari, le osteiti dei mascellari, gli osteoflemmoni e gli adenoflemmoni odontogeni, le infezioni che partendo dagli apici radicolari si localizzano in regioni e organi vicini o lontani, le setticemie talora mortali che prendono origine da un dente infetto: complicazioni tutte che, se talvolta costituiscono delle pure accidentalità, sono tal'altra da imputare a vera colpevolezza da parte di chi presta le cure odontoiatriche senza una completa cultura medica, e d'altra parte esigono un trattamento rigorosamente medico-chirurgico.

Il sistema dentale e peridentale risente elettivamente di molti stati patologici e distrofici dell'organismo. È ormai indiscusso che la carie dentale, cioè la malattia più frequente e più importante del dente, non rappresenta sempre un processo puramente locale, ma è molto spesso la conseguenza di stati patologici generali dell'organismo; l'alterato ricambio del calcio, le anemie, le diatesi più diverse, le malattie infettive a lungo decorso sono forse le principali cause della carie.

Del pari esiste un altro gruppo di affezioni che interessano i tessuti disposti attorno al dente e con questo intimamente legati, vale a dire le paradentosi, e fra queste la malattia a tutti nota sotto il nome di piorrea alveolare, nella cui patogenesi hanno massima importanza la disposizione costituzionale e i rapporti con sindromi generali. D'altra parte vi sono infezioni, come la sifilide, e intossicazioni, come quelle da mercurio, da piombo e da fosforo che possono determinare le più gravi alterazioni dei denti e dei loro annessi.

Quanto siano strette le interdipendenze fra stomatologia e medicina generale, appare particolarmente evidente nel campo delle anomalie dento-maxillo-facciali. Le cause di queste viziature come pure la cura di esse si connettono così intimamente ai fattori costituzionali, che l'ortopedia dento-maxillo-facciale non è concepibile senza una larga base di nozioni biologiche e mediche.

Ortopedia dento-maxillo facciale. - Impropriamente detta anche ortodonzia, è la parte della stomatologia che ha per fine lo studio, la prevenzione e la correzione delle malposizioni dentali e delle deformazioni maxillo-facciali. Si tratta, in generale; d'irregolarità nelle arcate dentali, e di sviluppo incompleto o eccessivo dello scheletro mascellare, con alterazione nell'armonia della parte inferiore del viso, la quale è legata al normale sviluppo della mascella, della mandibola nonché delle rispettive arcate dentali. L'importanza del sistema dento-maxillo-facciale si desume da alcune funzioni cui è direttamente collegato: la masticazione, la respirazione, che spesso risente della strettezza dello scheletro facciale, e l'articolazione della parola. Dall'armonico sviluppo delle singole sue parti dipende in gran parte l'estetica del viso. Le cause delle viziature mascellari e dentali sono intimamente legate ai fattori costituzionali, sia ereditarî sia acquisiti, a disfunzioni delle ghiandole a secrezione interna (ipofisi, tiroide, paratiroidi, ecc.) e a malattie contingenti che influiscono sullo sviluppo dell'embrione e sulla mineralizzazione delle ossa e dei denti. Oltre a queste cause generali ve ne sono altre locali: certe abitudini viziate come il succhiamento del dito, o posizioni atipiche nel sonno, le estrazioni precoci di denti di latte, la permanenza di questi oltre l'epoca normale del cambio, ecc. Il criterio migliore per valutare l'equilibrio e l'armonia di sviluppo delle singole regioni del sistema cranio-maxillo-dentario è costituito dall'esame dell'impianto dei denti. Non soltanto le gravi deformazioni di questo sistema, ma anche una sua anomalia lieve potrà essere rivelata dal conseguente disordine delle arcate dentarie; e reciprocamente il sistema di masticazione influirà sull'arehitettura del massiccio facciale che potrà essere rimodellato, entro certi limiti, a mezzo di stimoli meccanici applicati principalmente sui denti.

Quanto al trattamento preventivo o curativo, mentre fino a pochi anni or sono, prescindendo da ogni criterio biologico e medico, si mirava empiricamente solo a correggere con artifici meccanici le deviazioni e le anomalie d'impianto dei singoli denti, attualmente la stomatologia si vale essenzialmente dei concetti informatori della pratica medico-pediatrica, tenendo nel debito conto tutti i fattori in giuoco, e cioè la costituzione individuale, i precedenti morbosi, la possibilità di cure mediche generali, l'età con particolare riferimento alle fasi dello sviluppo somatico, la normalità della respirazione, ecc. Perciò la correzione meccanica oggi rappresenta soltanto un singolo elemento nel procedimento rimodellatore dell'architettura del sistema maxillo-facciale. E poiché l'ortopedia dentomaxillo-facciale è interessata essenzialmente dai processi più importanti dello sviluppo embrionale e della crescenza post-natale, essa necessariamente deve limitare l'efficacia del suo trattamento alle età giovanili. L'enorme e crescente frequenza delle anomalie dento-maxillo-facciali, le gravi loro eonseguenze insieme con i grandi benefici di una cura tempestiva e razionale, fanno sì che questa nuova branca della stomatologia assuma oggi una notevole importanza individuale e sociale.

La stomatologia ha spesso necessità di applicare metodi e nozioni che appartengono alla medicina e alla chirurgia generale. Oggi la specialità segue una tecnica eminentemente chirurgica per interventi che non sono più circoscritti al dente e debbono uniformarsi strettamente ai principî della chirurgia generale; onde non è più ammissibile che un odontoiatra per qualsiasi necessità che esorbiti dal ristretto ambito del dente, debba ricorrere all'aiuto di un medico. Chi cura la bocca e i denti deve essere in grado di prestare cure generali in ausilio alle cure locali, deve avere la necessaria preparazione per formulare ricette, per eseguire anestesie locali e generali, deve avere un'adeguata cultura radiodiagnostica, deve possedere chiare cognizioni di sepsi e d'igiene, deve essere in grado di sostenere discussioni di carattere medico-legale, ecc.

Questa triplice serie di fatti, per brevità appena accennati, dimostra che gli organi della bocca sono sede di complesse alterazioni analogamente agli altri organi, sistemi e apparati del corpo umano, e che la loro cura deve essere affidata solamente a chi sia fornito di una completa educazione medico-chirurgica, vale a dire della laurea in medicina e chirurgia. E per vero è assurdo pensare che una regione del corpo umano possa fare astrazione dal resto dell'organismo ed essere considerata a parte, con una sua patologia del tutto differente, e come tale studiata e curata; l'apparato buccale è parte integrante dell'organismo per cui il suo trattamento esige preparazione medica, scienza medica, terapia medica.

Questo vale oggi anche per le cure di prostesi (meno bene protesi) che una volta sembravano avere rapporti meno intimi con l'organismo generale e richiedere soli mezzi tecnici e meccanici.

L'evoluzione storica della prostesi dentaria, cioè del ramo della stomatologia che provvede alla sostituzione di elementi anatomici e funzionali in rapporto all'apparato di masticazione, lascia riconoscere tre tappe nella sua ascesa dagli esordî empirici verso la maturità scientifica. In un primo periodo la prostesi aveva fini prevalentemente estetici ai quali solo in secondo tempo s'aggiungevano quelli attinenti alla funzione masticatoria.

Il moderno indirizzo medico, invece, oltre ad avere enormemente perfezionato il valore estetico e funzionale della prostesi dentaria, ha stabilito per essa nuovi postulati trascurati dai prostesisti empirici del passato: la necessità di mantenere condizioni igieniche nella cavità buccale nonostante la presenza del corpo estraneo, con salvaguardia dell'integrità dei denti naturali e dei tessuti buccali, quali pilastri e sostegni della prostesi, affinché questa risulti anche a distanza di tempo efficiente e priva di pericoli per la salute dell'organismo.

La concezione stomatologica ha influito fecondamente su tutte le forme di applicazioni prostetiche e sui risultati vicini e lontani di esse. Per le prostesi fisse, cioè i tipi di prostesi saldamente connessi con denti naturali e non asportabili da parte del portatore (capsule metalliche, ponti, ecc.), il maggior progresso dei metodi moderni consiste nella scrupolosa cura per la conservazione ove sia possibile della polpa dentaria nei denti pilastri, in contrasto con i procedimenti sistematicamente mutilanti del passato che con la devitalizzazione dei denti pilastri spesso aprivano la porta a processi osteitici con tutte le conseguenze già accennate sopra per la salute dell'individuo. Un altro tipo di prostesi fissa, il dente di porcellana a perno, ancorato con il suo perno nel canale radicolare previa asportazione della parte coronaria del dente, è oggi spesso sostituito dalla corona a giacca, costituita da un sottile ma resistente strato di porcellana che copre la corona deteriorata del dente senza ledere la parte contenuta nel canale. Quando, nonostante ogni accorgimento tecnico la prostesi non può essere ancorata che in un dente a polpa morta, i moderni metodi conservatori e chirurgici per la disinfezione dei canali radicolari, hanno di molto aumentato la probabilità di evitare complicazioni infiammatorie.

Nel campo dei materiali per la prostesi fissa, l'oro viene sempre più spodestato dalla porcellana che ai pregi estetici unisce il vantaggio di essere meglio tollerata dai tessuti a contatto con essa.

Nella prostesi mobile parziale la quale s'appoggia, oltre che sui denti residui, sulla gengiva con larga base palatina o linguale e può essere tolta dallo stesso portatore, la cura principale dei prostesisti stomatologi era rivolta a prevenire ogni sovraccarico dipendente dalla prostesi e il riassorbimento osseo con perdita dei denti pilastri da esso causato. Per evitare questi danni, occorrono metodi tecnici affinati e un'esatta valutazione dei fattori funzionali e biologici per ogni singolo caso; le difficoltà non stanno più nell'esecuzione manuale della prostesi, ma nello stabilire indicazione e progetto in base a criterî clinici. La vulcanite, il materiale più comunemente usato per questo tipo di prostesi, va cedendo il passo all'acciaio inossidabile, più igienico e dotato di una resistenza meccanica eccezionale che permette di ridurre le dimensioni delle prostesi rendendole meglio sopportate iprostesi a placca scheletrata).

Nelle prostesi mobili totali (dentiere), lo studio dell'anatomia della bocca edentula ha portato importanti contributi pratici alla risoluzione del problema di garantire la loro stabilità. In base a ricerche sui movimenti articolari della mandibola furono perfezionate le forme e il montaggio dei denti artificiali, in modo da assicurare anche all'edentulo, insieme con il ripristino estetico della bocca, una perfetta fonazione e una sufficiente funzione masticatoria.

Questi pochi esempî, i quali non possono che dare una breve sintesi del progresso dovuto all'indirizzo stomatologico nella prostesi dentaria, servono a illustrare come anche le cure prostetiche, in quanto si svolgono su organi delicati e vulnerabili intimamente connessi con l'organismo, abbiano un profondo addentellato con la medicina, dalla quale non possono essere separate senza riuscire più pericolose che utili al paziente.

Nel campo della legislazione sanitaria l'indirizzo medico (stomatologico) nelle cure delle malattie della bocca, e quindi l'obbligatorietà della laurea in medicina e chirurgia per chi voglia dedicarsi a questa disciplina, è adottato oltre che in Italia, in Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania, Iugoslavia e, parzialmente, anche in Bulgaria, Russia e Polonia. Esistono ancora in tutti i paesi gruppi di non medici esercenti la specialità dall'epoca antecedente alla riforma stomatologica. In Italia questa categoria di professionisti anziani, non stomatologi, benemerita per lo sviluppo storico della specialità, ma oramai destinata a cedere il passo, è rappresentata da un numero esiguo di odontoiatri di fronte a circa 4000 medici stomatologi.

Nella maggior parte dei paesi a regime non stomatologico, l'esercizio professionale della specialità è legato a titoli di studî superiori, sempre più decisamente orientati verso la medicina. Oggi la durata di essi già si avvicina a quella dei corsi per medici, con programmi in cui abbondano discipline mediche e con molti medici tra i docenti. Vediamo quindi il principio stomatologico, così saldamente affermato nella scienza e nella clinica, in pieno cammino anche nel campo dell'attuazione pratica. Anche in questa evoluzione l'Italia è all'avanguardia e possiede nella sua legislazione in materia un primato riconosciutole da tutte le altre nazioni.