STERILIZZAZIONE

Enciclopedia Italiana (1936)

STERILIZZAZIONE

Nicola Leotta

. Termine usato in chirurgia per indicare tutti quei procedimenti con i quali si distruggono i microbî. Conosciuta l'azione che questi sono capaci di esercitare penetrando nei tessuti, e dato che essi sono diffusi in tutti gli ambienti, sospesi nell'aria, addossati alla biancheria, al materiale di medicatura, agli strumenti, agli aghi, alle mani, ecc., si previene il danno che essi eserciterebbero sui tessuti impedendone l'arrivo mercé la sterilizzazione di ciò che deve venire a contatto dei tessuti stessi durante l'atto operativo.

La sterilizzazione s'ottiene con agenti chimici e fisici. Gli agenti chimici sono usati per rendere sterile ciò che non può essere sottoposto agli agenti fisici, come: le mani del chirurgo, la cute dell'operando, gli oggetti di gomma, ecc. A tale scopo s'utilizzano i numerosi agenti chimici capaci di uccidere i germi con i quali vengono in contatto, detti antisettici (v.), come: il sublimato corrosivo, l'acido fenico, l'ipoclorito di calcio, il permanganato di potassio, lo iodio, ecc. Gli agenti fisici sono rappresentati dalle varie applicazioni del calore; utilizzando diversamente, secondo la natura dell'oggetto da sterilizzare, il calore secco, il calore umido e, in casi speciali, la cosiddetta sterilizzazione a freddo. La sterilizzazione con il calore secco s'ottiene: o con la fiamma diretta (sia dell'alcool, sia del gas illuminante che bruci al becco di Bunsen), o con le stufe a secco. La sterilizzazione alla fiamma è un mezzo rapido e sicuro, applicabile solo agli oggetti che non s'alterano alla fiamma, per es., gli oggetti metallici. La sterilizzazione con le stufe a secco s'ottiene tenendo in una stufa a doppia parete, di cui esistono varî modelli (Koch, Poupinel, Lautenschläger, Pean, ecc.) gli oggetti, per un'ora, a 180°; temperatura indispensabile per distruggere le spore di alcuni germi; cosicché si tratta di un metodo di sterilizzazione che si presta solo per dati oggetti di vetro o di metallo. La sterilizzazione con il calore umido ha le più larghe applicazioni, trattandosi di un mezzo molto più efficace e rapido nell'azione, anche sulle spore più resisienti, del calore secco. Essa si può ottenere: 1. a mezzo dell'ebollizione in acqua, 2. a mezzo del vapor d'acqua usato sotto pressione, che ne aumenta la temperatura - proporzionatamente alla pressione aumentata - in apparecchi (autoclavi) dei quali si hanno varî modelli e dove gli oggetti da sterilizzare si mantengono per un'ora all'azione del vapore a 120°; 3. a mezzo del calore discontinuo, detto metodo di Tyndall, che è indicato per le sostanze che s'alterano alle elevate temperature, ed è applicato con temperature di 60°-80° per brevi periodi, ma ripetuti per varî giorni. La sterilizzazione a freddo è applicata per le sostanze che s'altererebbero al calore, come, per esempio, i prodotti opoterapici; e s'ottiene con l'acido carbonico ad alta pressione nell'apparecchio di Arsonval o con la filtrazione a mezzo di apparecchi speciali, come il filtro di Kitasato, di Chamberland, ecc.