Statica

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

statica

Domenico Tosato

In contrapposizione a dinamica economica, analisi di singoli fenomeni o di un sistema, condotta con riferimento a un solo istante (➔ dinamica economica; dinamica matematica).

Statica e dinamica

Secondo la definizione di J.R. Hicks (➔), rientrano nell’ambito della s. le parti della teoria economica in cui si prescinde dal passaggio del tempo, mentre appartengono alla dinamica quelle in cui è necessario datare tutte le grandezze, sicché il tempo svolge un ruolo essenziale nella distinzione. Questa definizione non appare però pienamente soddisfacente. Il sistema economico è costituito da un insieme di mercati interrelati, in cui operano agenti e istituzioni di governo dell’economia. Esso non rimane uguale a sé stesso, ma subisce cambiamenti nel corso del tempo, dovuti in parte ai comportamenti dei soggetti, in parte a condizionamenti esterni. Se, per comodità di ragionamento, si conviene di esaminare il passaggio del tempo attraverso la suddivisione in periodi di lunghezza finita (settimane, mesi, anni) e di concentrare il cambiamento nei punti di passaggio da un periodo all’altro, si ricava una definizione più precisa, secondo la quale è  statica la componente della teoria economica che studia le interrelazioni fra i mercati con riferimento a un orizzonte circoscritto al singolo periodo, mentre è dinamica quella che analizza le interrelazioni fra periodi. A tale proposito, P.A. Samuelson (➔), richiamando in particolare la formulazione di R.A.K. Frisch (➔), afferma che «un sistema è dinamico se il suo comportamento nel tempo è determinato da equazioni funzionali in cui ‘variabili in diversi momenti del tempo’ sono coinvolte in modo ‘essenziale’».

Caratteristiche generali dell’analisi statica. Lo studio delle interrelazioni all’interno di un singolo periodo implica, da un lato, che la teoria assuma come date le preferenze dei consumatori, la tecnologia delle imprese, le disponibilità di risorse produttive (in particolare dei mezzi di produzione) e, dall’altro, che trascuri l’effetto delle decisioni correnti sui periodi che seguiranno, se non nel senso di condizionare tali decisioni alle aspettative degli agenti sugli eventi futuri. Tipico della s. è quindi, in microeconomia, lo studio dell’equilibrio di un singolo mercato o dell’intero sistema di mercati e, in macroeconomia, la determinazione del prodotto nazionale di equilibrio nel modello di base di J.M. Keynes. L’applicabilità del metodo a un problema dinamico si realizza solo nel caso in cui il sistema economico presenti caratteri di ripetitività nel tempo. Quando esso si ripete esattamente uguale a sé stesso, quando cioè l’economia è stazionaria, l’equilibrio del singolo periodo è un equilibrio che permane ed è quindi descrittivo dello stesso processo. Non dissimile dal caso classico della stazionarietà (➔ stazionarietà economica) è una situazione in cui le quantità crescono nel tempo, mantenendo invariati i rapporti, come avviene nei modelli di crescita a un saggio uniforme, detti anche semi-stazionari.

La statica comparata

Seppure circoscritta all’analisi del singolo periodo, la s. offre un metodo particolare per lo studio del cambiamento, e precisamente delle conseguenze sulla posizione di equilibrio indotte dalla variazione di una delle grandezze supposte date. Scopo di tale studio, indicato con il termine di s. comparata, è di formulare predizioni sulla direzione delle modifiche dei prezzi e delle quantità scambiate. Nel mettere a confronto posizioni alternative di equilibrio, la s. comparata prescinde dall’analisi del processo di aggiustamento innescato dal cambiamento ipotizzato. La validità dei risultati dipende, quindi, dalla stabilità dell’equilibrio, ossia dall’esistenza di un processo che gradualmente porta dall’equilibrio iniziale a quello finale. Il teorema della ragnatela (➔ ragnatela, teorema della) mostra che il processo potrebbe non essere convergente. Samuelson ha evidenziato che il problema dinamico della stabilità dell’equilibrio è intimamente collegato alla possibilità di ricavare utili conclusioni di s. comparata, e ha denominato principio di corrispondenza (➔ corrispondenza, principio di) tale collegamento.