CORTEZ, Stanley

Enciclopedia del Cinema (2003)

Cortez, Stanley

Stefano Masi

Nome d'arte di Stanislaus Krantz, direttore della fotografia statunitense, di famiglia ebrea austro-ungarica, nato a New York il 4 novembre 1908 e morto a Los Angeles il 23 dicembre 1997. Operatore di grande personalità, maestro della doppia esposizione, ritrattista con il gusto dell'ombra inquietante, a volte temuto dai registi per troppa intraprendenza, fu uno dei grandi maestri del bianco e nero hollywoodiano della fine degli anni Trenta e degli anni Quaranta, e diede un contributo decisivo allo stile visivo dei film Universal Pictures di allora, basato sui forti contrasti di luminosità. Fu candidato all'Oscar per The magnificent Ambersons (1942; L'orgoglio degli Amberson) diretto da Orson Welles, e per Since you went away (1944; Da quando te ne andasti) di John Cromwell. Nel 1990 ricevette dall'ASC (American Society of Cinematographer) il premio alla carriera.

Figlio di un sarto austriaco e di una cantante ungherese, era fratello minore del popolare attore del muto Ricardo Cortez (nome d'arte di Jacob Krantz). Lavorò giovanissimo come assistente fotografo negli studi di grandi ritrattisti (E. Steichen, P. MacDonald, L.F. Bachrach). Dal 1925 si dedicò al cinema come aiuto operatore alla Pathé News e poi alla Paramount, dove imparò il mestiere da Alvin Wyckoff, Karl Struss e George Barnes; lavorò anche nelle troupe di Joe August e George Miller. Contemporaneamente frequentò i corsi della New York University. Sotto l'influenza di un tecnico degli effetti speciali, il serbo Slavko Vorkapich (Vorkapić), realizzò in proprio un cortometraggio sperimentale, Scherzo (1932), una fantasia sull'acqua e sulla pioggia che C. stesso definì una specie di ballet mécanique. Nel 1934 era il più giovane capo operatore di Hollywood. Fu lui a riprendere in quegli anni, insieme a Barnes, alcune delle celebri coreografie di Busby Berkeley. Passato alla Universal nel 1936 come direttore della fotografia, lavorò prevalentemente in film diretti da mestieranti (Otis M. Garrett, John Rawlins, Arthur Lubin, Albert S. Rogell), nei quali poté comunque dare spazio al suo gusto per la sperimentazione; ma partecipò anche a progetti più coraggiosi: per es., The forgotten woman (1939; Donna dimenticata) di Harold Young, dove materializzò i pensieri della protagonista Sigrid Gurie (interpretata da Anne Kennedy) con sovraimpressioni sulla sua pupilla ingigantita e utilizzò luce colorata per illuminare alcune scene (idea considerata allora assai singolare per un film in bianco e nero); o Badlands of Dakota (1941; Odio di sangue) di Alfred E. Green, dove usò pellicola all'infrarosso per una scena ambientata in un cimitero. Al principio degli anni Quaranta C. divenne uno dei più apprezzati 'principi delle tenebre' del cinema hollywoodiano: uno dei rari operatori che potevano permettersi di girare night for night, ovvero di realizzare effettivamente di notte le sequenze di ambientazione notturna, come fece in Eagle squadron (1942) di Lubin. Riuscì inoltre a imporre il marchio di uno stile quasi espressionista ad alcuni dei suoi film, come The black cat (1941) di Rogell (remake del celebre film del 1934 di Edgar G. Ulmer), o The secret beyond the door (1948; Dietro la porta chiusa) di Fritz Lang. Su richiesta di Welles, la Universal lo 'prestò' alla RKO per The magnificent Am-bersons, che rappresentò un vero salto di qualità nella sua carriera e per il quale sostituì il celebre Gregg Toland, l'operatore di Citizen Kane (1941; Quarto potere). C. giocò un ruolo decisivo nella progettazione dei piani-sequenza di questo film di calcolatissima eleganza: il suo uso magistrale della profondità di campo gli procurò un premio della National Society of Film Critics, anche se nelle copie distribuite nelle sale i produttori tagliarono molte delle sequenze di cui C. era più orgoglioso (in particolare il finale). Si rivelò anche grande ritrattista femminile, per es. in Since you went away, dove cesellò alcune delle più eleganti immagini di Claudette Colbert e Jennifer Jones. Durante la guerra fece parte dell'Army Signal Corps e, in qualità di operatore, al termine delle ostilità filmò la conferenza di Yalta. Dal 1950 lavorò prevalentemente per la United Artists, in film e con registi di seconda categoria; fanno eccezione in questo quadro The night of the hunter (1955; La morte corre sul fiume) di Charles Laughton, che C. considerava il suo miglior film dopo quello di Welles, e due notevoli thriller di Samuel Fuller, Shock corridor (1963; Il corridoio della paura) e The naked kiss (1964; Il bacio perverso). Dall'inizio degli anni Settanta lasciò il cinema; vi ritornò brevemente per firmare le immagini di Another man, another chance (1977; Un altro uomo, un'altra donna) diretto da Claude Lelouch.

Bibliografia

C. Higham, Stanley Cortez, in Hollywood cameramen, London 1970, pp. 98-119, 167-69 e passim.

American Society of Cinematographers, An American Film Institute seminar with Stanley Cortez, in "American cinematographer", 1976, 11, pp. 1238-39, 1242-43, 1246-47.

P. McGilligan, Stars behind the lens, in "Take one", 1979, 2, pp. 23-28, 41.

P. Carcassonne, J. Fieschi, Stanley Cortez, in "Cinématographe", 1981, 68, pp. 18-22.

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