STALLI DEL CORO

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1999)

STALLI DEL CORO

C. Tracy

Ampie strutture lignee con funzione di sedile, peculiari della tradizione occidentale (nelle regioni mediterranee realizzate anche in pietra), poste ai lati del presbiterio o del coro per l'uso quotidiano del clero.Sebbene concepito principalmente per la posizione stante, dal momento che per la maggior parte del servizio liturgico il clero doveva restare in piedi, uno s. individuale consiste di un sedile ribaltabile, ruotante su cardini o perni, con al di sotto una piccola mensola detta 'misericordia'. Su ciascun lato si trova un sostegno nel quale è compreso l'appoggio per i gomiti, mentre al di sotto del sedile c'è un rivestimento a pannelli. L'uso di una struttura lignea sovrastante è facoltativo. Davanti agli s. si trovava un banco per appoggiare il libro. Normalmente gli s. erano disposti su una sola fila, ma in alcuni casi, per es. nelle cattedrali, si poteva verificare la presenza di una seconda.

Funzione e sviluppi formali

Nel Medioevo il coro liturgico era al centro della devozione comunitaria istituzionale, essendo il luogo dove i membri della comunità passavano buona parte della loro vita. L'arredo del coro non costituiva soltanto l'opportunità di un grande sfoggio di ricchezza, ma ai vari membri della comunità offriva anche un leggero, ma apprezzato sollievo dalla noia dei lunghi servizi, nonché dalle correnti di aria fredda nell'edificio.A proposito della funzione del sedile ribaltabile, va ricordato che per ciascuno degli antichi uffici liturgici (laudi, prima, terza, sesta, nona, vespri e compieta), oltre ai cantici e agli inni, venivano recitati ca. quattro salmi; ogni giorno dunque dovevano essere cantati ventotto salmi, sette cantici e sette inni per un totale, senza contare i versicoli e i responsi, di quarantadue; durante la recitazione si doveva restare in piedi. Quando gli officianti non erano in piedi dovevano essere inginocchiati. Le uniche volte in cui essi avevano il permesso di sedere e in cui l'intero sedile poteva essere abbassato era durante la lettura dell'Epistola e del Graduale nella messa e durante i responsi nei vespri. Nei periodi in cui si doveva stare in piedi la 'misericordia' offriva un certo sollievo. Per la maggior parte del tempo i sedili erano alzati, sicché è perfettamente logica la presenza di un elaborato intaglio nella fascia sottostante, che costituiva parte integrante della decorazione scultorea dell'arredo.Quando si realizzavano nuovi s., il loro progetto formale e la loro decorazione diventavano del massimo interesse per l'intera comunità. Nelle cattedrali secolari inglesi, per lo meno, a coloro che si prevedeva sarebbero stati i titolari degli s. era data l'opportunità di specificare l'aspetto formale della loro 'misericordia', mentre nell'Europa continentale di solito alla decorazione di questo dettaglio si concedeva minore attenzione.La disposizione dei posti a sedere negli s. di una grande chiesa era stabilita nei rituali liturgici, come quello adottato a Salisbury (Sarum Consuetudinary), scritto all'inizio del sec. 13° in Inghilterra, dove quasi ovunque era adottato. Il posto di maggior prestigio, destinato al decano, nella cattedrale secolare inglese era lo s. situato immediatamente a destra dell'ingresso, all'estremità occidentale del coro. Il secondo per importanza, destinato al primo cantore, era il seggio equivalente sul lato nord; quindi i due seggi all'estremità orientale, quello sul lato meridionale, per il cancelliere o theologus, che precedeva quello a N per il tesoriere. Accanto ai dignitari sedevano gli arcidiaconi, mentre gli altri s. erano occupati dai canonici, dai preti vicari e dai chierici, e da alcuni diaconi che per età e cultura avevano il diritto di stare in superiori gradu. Al di sotto di questa fila superiore si trovava la secunda forma per i canonici più giovani, per i diaconi, e per i parvi canonici e per il resto dei coristi. Nei monasteri la distribuzione dei posti a sedere era più semplice. L'abate e il priore sedevano di solito all'estremità occidentale e normalmente non vi erano altre posizioni particolari. Spesso i sedili degli s. del tratto occidentale diventavano più grandi via via che si avvicinavano verso il centro fino a che non raggiungevano i seggi dei dignitari, che erano i più ampi di tutti. Per sottolineare la maggiore importanza che veniva loro conferita, essi presentavano spesso speciali ornamenti architettonici, tra cui elaborati baldacchini.Nelle prime basiliche paleocristiane non esistevano seggi particolari per i celebranti. Gli unici posti a sedere erano costituiti da una panca continua posta dietro l'altare. Nel piano di San Gallo del sec. 9° (San Gallo, Stiftsbibl., 1092) compare a disposizione dei monaci una panca continua lungo il muro del presbiterio e del coro con un seggio per l'abate all'apice. C'era inoltre una campata quadrata all'incrocio del corpo longitudinale e del transetto che conteneva banchi per i salmisti. A Roma, all'epoca di Gregorio Magno (590-604), la recinzione rettangolare davanti all'altare era forse utilizzata dai cantori. Esempi successivi, quali S. Clemente a Roma del sec. 12°, sono caratterizzati da basse recinzioni di marmo che potevano essere provviste di banchi. Gli s. absidali continuarono in alcuni casi fino al sec. 11° inoltrato, ma nelle chiese romaniche gli s. vennero collocati davanti all'altare piuttosto che non alle sue spalle. Per quest'epoca, non si hanno testimonianze circa la loro forma, ma è probabile che il clero sedesse su lunghe panche di legno, come attesta l'esempio del sec. 12° che si conserva nella cattedrale di Winchester.All'inizio del sec. 11°, nelle Constitutiones Hirsaugienses (PL, CL, coll. 927-1146) gli s. vengono chiamati sedilia e si ha la prima menzione del termine 'misericordia' in questo contesto. Si sa che la cattedrale di Canterbury alla metà del sec. 12° possedeva s., poiché la loro distruzione in seguito a incendio è descritta dal monaco Gervasio (Tractatus de combustione et reparatione Cantuariensis ecclesiae; Rer. Brit. MAe. SS, LXXIII, 1, 1879, pp. 3-29). Probabilmente a quell'epoca la forma degli s. variava ancora da luogo a luogo, mentre a partire dal sec. 13° la tipologia si uniformò: rispettivamente sui lati nord e sud del coro due singole file di sedili collegate tra loro da una fila trasversale lungo il lato occidentale. Le cattedrali secolari e quelle monastiche inglesi erano spesso fornite di s. più piccoli e di banchi per i coristi. Il numero degli s. variava da venti a trenta nelle chiese più piccole fino a un massimo di centoventi. Nella Francia orientale, nei Paesi Bassi e in Germania si ritrova spesso una singola serie di s. su di un unico lato senza la fila occidentale. Nella cattedrale di Rochester, nel Kent, le basse tavole probabilmente non sono da intendere come veri e propri banchi, quanto piuttosto come semplici strutture cui appoggiarsi.L'Inghilterra possiede il più ricco corpus di s. conservati in Europa - in particolare esempi a partire dal sec. 14° -, seguita dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania e dall'Italia, mentre il patrimonio francese medievale è andato quasi del tutto distrutto. Nel taccuino di disegni di Villard de Honnecourt (Parigi, BN, fr. 19093) compaiono le terminazioni riccamente decorate dei salienti dei seggi copiati poi in Germania, come negli s. del St. Viktor a Xanten, della metà del sec. 13°, e in quelli della cattedrale di Colonia, dell'inizio del 14° secolo. La decorazione figurata delle estremità degli s. nella cattedrale di Losanna, risalenti al sec. 13°, ha probabilmente un carattere decisamente francese. Prima della metà del sec. 13° gli s. erano tendenzialmente privi di baldacchino, come quelli di Xanten e quelli del primo Duecento nella cattedrale di Rochester. Tale sistemazione si prestava a ospitare arazzi, spesso menzionati nei documenti e ancora oggi utilizzati a Xanten.Negli s. venivano poste anche pitture murali. Molto ambizioso è lo schema decorativo degli s. nella cattedrale di Colonia; qui, accanto a molte altre scene, compaiono quelle della Vita di s. Pietro sul lato nord e del ciclo mariano sul lato sud. Per l'Inghilterra si può menzionare l'estesa pittura murale realizzata nei secc. 13° e 14° nella cattedrale di Rochester, oggi solo parzialmente conservata.La parte posteriore di uno s., costituita da un pannello ligneo continuo, come negli s. della metà del sec. 13° di Saint-Denis, oppure i seggi conservati nella cattedrale di Losanna, rappresenta l'avvio della struttura a pannello singolo, divenuta in seguito la tipologia più diffusa per tutto il Medioevo. Tale sistemazione si prestava all'esposizione di sculture e pitture intorno al coro. È noto un ciclo del sec. 12° nella cattedrale di Peterborough in cui comparivano non meno di ottantasei scene, una per ciascun seggio. Si conosce anche l'importante esempio degli s. nella cattedrale di Winchester, in legno scolpito, dell'inizio del sec. 14°, raffigurante trentatré scene tratte dall'Antico Testamento, venti dal Nuovo, mentre altri sei pannelli rappresentano probabilmente scene apocalittiche.L'apparire di una struttura a doppio pannello nell'abbazia di Westminster a Londra intorno al 1255 segnala lo sviluppo in Inghilterra di una serie di variazioni sul tema, che trova il suo culmine alla fine del sec. 15° nella cappella di St George di Windsor. Lo schema consisteva nella sovrapposizione di un ulteriore livello costituito da una fascia lavorata a traforo, posta davanti ai pannelli sul retro degli stalli. Tale pannello si appoggiava sulle parti sporgenti della copertura del seggio e saliva fino a racchiudere le parti frontali dei baldacchini tridimensionali. La tipologia a doppio pannello degli s. del sec. 13° nell'abbazia di Westminster aveva probabilmente un'origine francese, ma è unica la notevole evoluzione che essa ebbe in Inghilterra, in particolare nel 14° secolo. Gli straordinari s. a doppio pannello nella cattedrale di Winchester, con la loro disposizione consistente in due seggi per campata e una sovrastruttura riccamente incisa, rappresentano un momento sommo nel panorama europeo per dimensioni, per disegno architettonico e per ambizione.Gli artefici inglesi degli s. divennero anche più audaci con l'inoltrarsi del sec. 14°, come dimostrano gli esempi nelle cattedrali di Ely (ca. 1342), di Gloucester (ca. 1350), di Lincoln (ca. 1370) e di Chester (ca. 1390). Il progetto degli s. di Ely è segnato dallo stile rayonnant francese, influsso evidente anche nei precedenti s. nella cattedrale di Winchester. Alcuni progetti infine si ispirarono al nascente perpendicular style inglese. Vennero create alte strutture, leggere, come a Chester, dove il colore e le potenzialità della fibra lignea furono sfruttati al meglio. Negli s. delle cattedrali di Lincoln e di Chester e in quelli della St Mary's a Nantwich, nel Cheshire, del 1390 ca., un'altezza irreale e un'elaborata cura del dettaglio evocano gli aspetti della lavorazione del metallo. Allo stesso modo nell'intaglio decorativo degli s. di Lincoln, nel 1370 ca., appare una notevole cura del particolare botanico: ogni crochet riproduce una diversa specie di pianta. Visti da lontano, però, tali particolari si fondono nell'insieme, esaltato in notevole misura dall'applicazione del colore e della doratura.In Italia le maestranze dell'intaglio e degli intarsia raggiunsero la loro perfezione nelle cattedrali di Orvieto (a partire dal 1325) e di Siena (1363-1397), opera di Francesco del Tonghio, e inoltre nel S. Domenico a Ferrara, opera di Giovanni da Baiso.

Tecniche di lavorazione

Probabilmente soltanto nel sec. 12° il legno iniziò a essere utilizzato per gli arredi liturgici di ogni dimensione; tale uso dovette poi rapidamente diffondersi (v. Carpenteria). In Inghilterra la prima menzione di carpentiere risale al sec. 13°; tale sviluppo deve essere stato un riflesso della riorganizzazione della corporazione in Francia: nel 1258 Luigi IX aveva decretato che tutti gli artigiani del legno - realizzatori di cassoni, madie, infissi, letti, tavoli, travi e panche - dovessero essere accorpati come maestri carpentieri. La presenza di una terminazione di s. tra i disegni di carattere strettamente architettonico del c.d. palinsesto di Reims, del 1240-1250 ca. (Reims, Arch. dép. de la Marne, G661), e tra i disegni nel taccuino di Villard de Honnecourt potrebbe interpretarsi come prova del fatto che i primi s. in legno vennero progettati da maestri scalpellini. Questo non dovrebbe sorprendere, dal momento che erano stati fino a quel momento gli scalpellini a fornire tradizionalmente le esigue strutture per sedersi previste nelle chiese. Infatti molti dei primi s., in particolare in Italia e in Spagna, erano in pietra.Per la realizzazione pratica è improbabile che il carpentiere abbia copiato, come si è spesso ipotizzato, i metodi dello scalpellino, in primo luogo per la diversa natura dei materiali. I limiti e i vantaggi del legno sono determinati dall'andamento delle fibre, le venature. Per lavorare secondo la venatura del legno, le varie parti di un'opera devono essere intagliate separatamente e quindi assemblate.Il tipo di legno preferito era quello di quercia. In alcune regioni d'Europa, dove quest'ultimo era difficile da trovare, veniva impiegato il legno di pino; talvolta erano utilizzati anche il noce e il tiglio, più facili da scolpire rispetto alla quercia, ma meno resistenti alle variazioni climatiche. Non si conservano s. in tiglio e restano soltanto frammenti di quelli in noce. Gli alberi venivano tagliati in inverno. Per l'Inghilterra si ricava una testimonianza dai Close Rolls di Enrico III in un'annotazione relativa al 18 giugno 1236 nella quale il re concorda nel dare venti buone querce provenienti dalla foresta di Chippenham per realizzare s. per la cattedrale di Salisbury.La linfa poteva essere eliminata più velocemente tramite l'immersione del legno in una speciale soluzione. Il legno veniva stagionato per parecchi anni in magazzini che garantissero una buona circolazione dell'aria; a Exeter la durata era di quattro anni. Tale pratica non veniva sempre seguita e sono numerosi i casi di arredo medievale in cui era stata utilizzata quercia non invecchiata, con l'inevitabile conseguenza della deformazione.Nel corso del Medioevo la quercia si poteva reperire in tutta l'Europa settentrionale; alcuni dei tronchi più dritti per es. erano esportati in grandi quantità dall'Irlanda; essi erano i più ricercati per la realizzazione di strutture a pannello. Questa quercia, c.d. wainscot, era tradizionalmente fornita dalle foreste ancora vergini della Germania settentrionale, dalla regione baltica e dalla Scandinavia. Il tronco veniva diviso in quarti, non segato, ma spaccato o aperto da un ferro apposito nella sua parte più tenera, lungo le linee dei raggi midollari. Il legno aveva una scarsa tendenza a deformarsi o a contrarsi ed era in tal modo pronto per la stagionatura. La superficie irregolare era poi piallata e ogni pannello era così costituito da una tavola priva di giunture.La struttura delle fondazioni di un impianto di s. deve essersi stabilita presto e si deve essere diffusa rapidamente da una chiesa all'altra. Nonostante le forme della struttura sovrastante, sembra che essa sia variata di poco nel corso del tempo. Le fondazioni consistevano in muri sotterranei di rinforzo, generalmente costituiti da pietre di calcare alternate nel senso dell'altezza, e separati gli uni dagli altri da grandi trincee larghe m 1,2 circa. Queste erano molto più larghe di quanto occorreva per permettere al legno di mantenersi asciutto. Se le fondazioni dell'edificio erano in solida pietra, tali passaggi venivano direttamente scavati al loro interno, mentre se il pavimento dei passaggi era in fango o terra, esso veniva piastrellato. Vista l'importanza attribuita a una parte destinata a non essere mai visibile, è molto probabile che tali passaggi avessero una funzione particolare, ovvero acustica.Il livello pavimentale della prima fila di sedili poteva sia coincidere con quello del coro sia essere leggermente sollevato; nel secondo caso nel plinto di pietra si trovavano fori che permettevano la circolazione di aria al di sotto del mobile. La parte più importante della struttura degli s. è la pesante serie di sedili ai quali sono incardinate le 'misericordie' e su cui viene costruita la parte posteriore dell'intera struttura sovrastante. La serie dei sedili è a sua volta sostenuta, in corrispondenza della divisione di ciascun seggio, da travetti di quercia su cui poggiano le assi della base.Il sec. 14° si distingue, in particolare in Inghilterra, per lo sviluppo e la perfezione delle strutture di coronamento, imponenti e dai particolari elaborati. La tendenza verso una maggiore altezza e un sovrapporsi di elementi venne facilitata dai metodi sempre più raffinati di giunzione, che trovavano un confronto nel campo della realizzazione dei soffitti. I complessi dettagli, tipici dei tabernacoli, venivano ottenuti assemblando piccoli elementi con l'aiuto di colla e di chiodi. All'inizio del sec. 14° nel trono del vescovo di Exeter in alcuni sostegni strutturali si ritrova l'uso dei giunti a tassello propri delle opere in pietra, ma allo stesso tempo vi compaiono giunti a incastro aperto o a dente. I giunti a incastro aperto furono utilizzati anche nella cattedrale di Ely negli anni quaranta del 14° secolo. Nel complesso, il principio dell'assemblaggio era antitetico alle pratiche dell'inizio del sec. 14°, quando da una singola tavola di legno venivano tratte superfici più ampie possibili. L'assemblaggio venne comunque utilizzato in maniera sperimentale nella cattedrale di Winchester, nel 1310 circa. Gli archi posti dietro gli s. sono ricavati da due pezzi di legno distinti; gli oculi con i loro lobi cuspidati erano anch'essi scolpiti in due pezzi e poi uniti; i pennacchi sono delicati bassorilievi fogliati triangolari giuntati, con il sistema della maschiatura, ai conci dell'arco. Comunque, anche nei più tardi s. di Ely gli interi montanti erano ricavati ancora da un unico pezzo di legno, a eccezione delle basi delle colonne addossate sui lati. In questo caso, il carpentiere ancora copiava una forma propria della lavorazione della pietra. Nel baldacchino del trono del vescovo a Exeter il riempimento delle volte consiste di blocchi trattati come pietre nella costruzione di una volta. Sugli s. di Winchester invece il singolo baldacchino è assemblato da molte parti diverse, tenute insieme da tasselli di legno e da chiodi di ferro. Nei baldacchini di Ely il principio dell'assemblaggio è sfruttato al massimo delle sue potenzialità: un singolo baldacchino si compone di dozzine di parti separate, tenute insieme da tasselli di legno e da chiodi di ferro. Come nell'esempio di Winchester, i singoli elementi della volta del baldacchino sono composti da sottili porzioni triangolari di legno. Il fatto che tali elementi siano flessi conferma che a quest'epoca era utilizzata la tecnica della curvatura del legno tramite calore e pressione. In seguito, nel sec. 14°, in Inghilterra i soffitti a volta venivano modellati da un singolo pezzo di quercia.Exeter fornisce uno degli esempi più spettacolari del principio del traforo intersecato del pinnacolo. Qui il traforo è praticato su sottili fogli di quercia; il legno in eccesso, rimosso presumibilmente tramite una sega, è stato posto nel rinforzo del pinnacolo. A Winchester viene accennato questo tipo di lavorazione a traforo, successivamente presente a Ely, nei pennacchi degli archi. Si sa inoltre che l'uso del tornio costituiva un fattore importante nella realizzazione dei gigli di coronamento degli s. nella cattedrale di Winchester. Dai resoconti della cappella di St George a Windsor si apprende che dalla metà del sec. 14° William Hurley, il maestro carpentiere di alto rango della corte inglese, utilizzò elementi verticali torniti.

Maestranze e committenza

Esistono tre possibili modi per costruire gli s.: a opera di una bottega di un'importante città, di una bottega itinerante o di un carpentiere dei dintorni o locale (v. Artigianato). Tra le botteghe itineranti si deve effettuare una distinzione qualitativa tra le organizzazioni provinciali e quelle che dipendevano invece da un centro cittadino importante. In questo caso, anche se per ragioni di praticità l'arredo non veniva realizzato in una bottega di una grande città, ma sul luogo, esso era quasi certamente eseguito da artisti che in definitiva ottenevano il loro compenso da un committente di una grande città, o persino di una corte regia.A causa della difficoltà di trasportare pesanti pezzi di quercia intagliata per distanze considerevoli è certo che quasi invariabilmente gli s. venissero eseguiti in situ.Un nuovo impianto di s. veniva finanziato in vari modi, a seconda del tipo di chiesa. Spesso ciò era dovuto alla munificenza dei sovrani, come è già stato detto per la cattedrale di Salisbury, ma si potevano anche avere donazioni dall'aristocrazia e dalla piccola nobiltà, come pure da borghesi e da mercanti. Sugli s. venivano spesso scolpiti gli stemmi dei donatori. I vescovi elargivano spesso generose donazioni in denaro alle loro cattedrali. Nelle cattedrali secolari inglesi i canonici dovevano talvolta fornire un contributo al costo del loro seggio, per es. a Wells, dove nel 1325 ciascuno dovette pagare trenta scellini in stall faciendo. Gli English Royal Works attestano l'importanza dei carpentieri impiegati per la realizzazione di questi grandi complessi d'arredo, fornendo ragguagli circa i pagamenti e le considerevoli uscite. Meno è noto delle consuete committenze ecclesiastiche, ma in Inghilterra il maestro Page di Newport in Essex, per es., ricevette trenta sterline e notevoli privilegi per la realizzazione dei nuovi s. nel priorato di Hatfield Regis, nel 1317.

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