SONCINO

Enciclopedia Italiana (1936)

SONCINO (A. T., 24-25-26)

Giuseppe CARACI
Antonio MORASSI
Tammaro DE MARINIS
Natale CAROTTI

Paese della provincia di Cremona, dalla qual città dista 36 km. verso NO. Il territorio comunale (44,84 kmq.) tutto in pianura e sulla destra dell'Oglio, produce cereali, lino, gelso e foraggi; notevole, come in genere nella regione vicina, l'allevamento bovino e del baco da seta.

La popolazione era di 6929 ab. nel 1861, di 8136 nel 1901, di 9663 nel 1911, di 10.227 nel 1921 e di 9808 ab. nel 1931. A quest'ultima data il centro abitato numerava 7051 ab. In Soncino sono rappresentate le industrie serica, molitoria, alimentare e del legname. L'abitato è servito dalla tramvia Soncino-Romano (17 km.).

Monumenti. - Galeazzo Maria Sforza fece costruire nel 1473, in sostituzione dell'antico castello, che si dovette demolire, la nuova rocca, tutta in laterizio, restaurata da L. Beltrami circa il 1890 e più tardi. Il disegno della fortezza - che è una delle meglio conservate, di quel tempo, in Lombardia - si deve sostanzialmente a Bartolomeo Gadio da Cremona. Tra gli edifici privati è notevole la casa Viola, già Azzanelli, con terrecotte attribuite al cremonese Rinaldo de Stauris. La chiesa di Santa Maria delle Grazie, fondata nel 1492, è un bell'esempio di architettura lombarda del Rinascimento, in particolare per le formelle in terracotta policroma, che formano parte della sua decorazione. Essa contiene altresì un grande affresco di Giulio Campi (1530) sulla vòlta e nell'interno della facciata, oltre ad altri affreschi nelle cappelle, nonché il bel monumento funebre a Massimiliano Stampa, marchese di Soncino (1552). La chiesa di S. Giacomo, medievale, modificata nel sec. XVII, conserva l'originario campaniletto a pianta ettagonale, due vetrate a colori di Ambrosino de' Tormoli, soncinese (circa 1490), e varî affreschi dei secoli XV e XVI.

A cinque chilometri da Soncino si trova il bel palazzo di Torre Pallavicina (sec. XVI), con splendidi soffitti di legno e affreschi dei Campi.

Storia. - Fondato, secondo il Muratori, nel sec. IV, passa, dopo il 552, sotto il dominio del duca bizantino e quindi del duca longobardo di Bergamo; la pieve è aggregata, verso il 600, al vescovato di Cremona. Dopo il dominio franco, agl'inizî del sec. X il borgo, fortificatosi contro le invasioni degli Ungheri, diviene castrum; nel 1041 viene incluso nel comitato di Bergamo. Nel 1118, acquistandolo dai conti di Bergamo, i Cremonesi ne fanno un baluardo contro i Bresciani alleati dei Milanesi: 50 milites di Soncino ricevono in feudo la corte e il castello dal popolo cremonese, e giurano alleanza perpetua al comune di Cremona; investitura confermata nel 1200. Secondo alcuni storici, distrutto da Lotario II (1133), poi ricostruito, Soncino fu nel 1193 gravemente danneggiato dai Milanesi. Frequenti i contrasti anche con Brescia, soprattutto a causa del passo dell'Oglio, finché una convenzione del 1224 pose il corso del fiume nel territorio di Soncino, devolvendo ai Soncinesi il pedaggio del ponte e del porto. Il governo si trasforma verso la metà del Duecento: il ghibellino cremonese Buoso da Dovara assume (1247) il potere. La caduta del suo alleato Oberto Pallavicino, signore di Cremona, e la generale riscossa guelfa segnala il suo tramonto (1267). Cacciato, ritorna, ma per poco: nel 1282, riebbe il potere, ma presto assalito da Cremonesi e Bresciani, cadde prigioniero dei guelfi. Nel 1306 i Soncinesi si liberano dal dominio cremonese. Col 1329 incomincia la lunga dominazione viscontea, benefica, particolarmente con Bernabò, alla vita economica del paese. Sotto Gian Galeazzo si compie la riforma degli statuti (1391). Passato in varie mani fra il 1402 e il 1413, nel 1413 Soncino cade sotto il dominio di Filippo Maria Visconti e quindi (1432-1438; 1441-1448) di Venezia. Dal 1448 ha inizio la dominazione sforzesca, interrotta, solo per breve tempo, da Venezia. In virtù del trattato di Blois (1498), Soncino ritorna ancora per un decennio a Venezia; dopo la sconfitta veneziana di Agnadello (1509) passa ai Francesi. Disputato fra i contendenti nel periodo delle grandi guerre franco-spagnole (1520-1525), tornato a Francesco Maria Sforza è infine concesso in feudo, con titolo marchionale, a Massimiliano Stampa (1536), nella cui famiglia rimane sino alla fine del sec. XVII in un continuo decadimento. Durante la guerra di successione spagnola, Soncino passa ripetutamente dai Francesi agli Austriaci: a questi rimane per l'accordo del 1707. Durante la guerra di successione polacca, Soncino passa dagli Austriaci ai Francesi e ai Sardi e nel 1736 definitivamente agli Austriaci. Le riforme di Maria Teresa e la lunga pace fanno rinascere il benessere. Nel maggio 1796 Soncino è occupato dai Francesi, ai quali la popolazione è avversa. Aggregato al dipartimento dell'Adda nell'agosto 1797, nell'aprile 1798 Soncino è incluso nel dipartimento dell'alto Po; ma l'anno dopo i popolani accolgono con entusiasmo le avanguardie dell'esercito austro-russo. Dopo Marengo, rientrati i Francesi e ricostituita la Cisalpina, Soncino è dichiarato piazza di secondo rango. Restaurato il dominio austriaco (agosto 1814), Soncino, divenuto comune di terz'ordine, perde la modesta importanza amministrativa che aveva avuto durante il regno italico, ma progredisce economicamente. Sgombrato dagli Austriaci il 28 marzo 1848, il 31, Soncino è occupato dai soldati piemontesi; ripreso dagli Austriaci nel luglio 1848, ne è liberato definitivamente nel 1859.

Arte della stampa. - A Soncino fiorì nel sec. XV la tipografia ebraica per opera di una famiglia di ebrei originari di Spira, il cui capo si chiamava Giosuè Salomone. Assistito da due nipoti, Girolamo e Salomone, egli favorì attivamente la nuova industria, rivolta principalmente a pubblicare a prezzi modici i testi sacri, i commentarî e le opere dei rabbini. Si conoscono almeno venti volumi stampati a Soncino: il primo, un Talmüd, reca la data del 19 dicembre 1483; il più tardo noto, un Corpus iuris ebraico, di Mosè Maimonide, è del 23 marzo 1490. Alcuni sono privi di data, e fra questi una rarissima e quasi sconosciuta raccolta di favole di Isaac ben Salomone Sahula, di cui si conoscono i tre esemplari appartenenti alla Biblioteca Nazionale di Firenze, al British Museum e alla Biblioteca Bodleiana di Oxford: libro quanto mai prezioso anche per essere forse il solo ebraico del secolo XV ornato di figure.

Questi stampatori si attribuirono poi il nome della località in cui prima avevano operato e col nome Soncino (v. appresso) esercitarono l'arte loro in altri luoghi d'Italia e a Costantinopoli.

Bibl.: Oltre agli storici principali di Cremona, Bergamo, Milano, cfr.: Baris, Historia di Soncino (ms. nella Bibl. gov. di Cremona); P. Ceruti, Biografia soncinate, Milano 1834; F. Galantino, Storia di Soncino con documenti, ivi 1869-1870; Astegiano, Codex diplomaticus Cremonae, Torino 1895-1898; L. Beltrami, Soncino e Torre Pallavicina, Milano 1898; A. Perotti, I pittori Campi da Cremona, ivi 1933. Per la stampa a Soncino, v. soncino (Soncinati).

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