SOMALIA

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Somalia

Paolo Migliorini
Magali Steindler
ENCICLOPEDIA ITALIANA VI APPENDICE TAB somalia 01.jpg

(XXXII, p. 99; App. II, ii, p. 860; III, ii, p. 773; IV, iii, p. 370; V, v, p. 54)

Geografia umana ed economica

di Paolo Migliorini

Popolazione

La stima più recente (1998) attribuisce alla S. una popolazione di 9.237.000 ab. (densità media 14 ab. per km²). L'intensificazione delle ostilità nel Sud del paese a partire dall'aprile 1992 e i disastrosi effetti della siccità che ha colpito la S. in quello stesso anno hanno avuto ripercussioni di rilevante portata sul quadro demografico.

Nel dicembre 1992 fu stimato che più di 300.000 Somali si fossero rifugiati in Etiopia, almeno 100.000 nello Yemen e altre diverse centinaia di migliaia in paesi del Vicino Oriente, dell'Europa e dell'America Settentrionale. Nel 1993 il Comitato internazionale della Croce Rossa rese noti dati secondo i quali tre quarti della popolazione somala erano stati coinvolti in migrazioni all'interno del paese a causa della guerra civile. Gli effetti della siccità hanno aggravato il dissesto dell'economia rurale e hanno contribuito a rendere difficile l'opera delle organizzazioni di soccorso, già pregiudicata dal conflitto in corso, di modo che il tributo pagato dalla popolazione in termini di vite umane perdute a causa della fame e di malattie connesse è stato impressionante: almeno 500.000 individui nel solo 1992.

Anche dopo la fine della guerra civile la sicurezza alimentare non si può considerare raggiunta, dato che la scarsità di piogge rappresenta un rischio ricorrente, suscettibile di influenzare negativamente i risultati della produzione agricola, com'è accaduto anche nell'annata agraria 1997.

Condizioni economiche

Mancano dati attendibili recenti sul PIL, che nel 1990, secondo la Banca mondiale, equivaleva a 150 dollari statunitensi pro capite, tra i più bassi del mondo. I dati più aggiornati disponibili, relativi al periodo 1980-90, indicano un incremento del PIL, in termini reali, dell'1,1% medio annuo, a fronte del quale si sarebbe registrato, nel periodo 1985-93, un declino del prodotto lordo pro capite superiore al 2% annuo.

Gli effetti combinati della lunga guerra civile e delle ricorrenti anomalie climatiche hanno minato l'agricoltura, attività che costituisce la tradizionale base dell'economia del paese e che occupa tuttora poco meno dei tre quarti della popolazione attiva somala. È stato calcolato che l'ammontare complessivo della produzione agricola nei primi anni del decennio Novanta raggiungeva non più del 5-10% di quella registrata nel 1987-88; negli anni successivi si è assistito a un netto recupero in termini di consistenza di capi di bestiame e di risultati produttivi delle colture sia di sussistenza sia commerciali. La produzione e la commercializzazione delle banane (530.000 q nel 1998) sono state oggetto di un'accanita contesa fra clan che si disputavano il loro controllo e i relativi profitti, utilizzati per finanziare l'acquisto di armi. La principale attività del settore primario rimane l'allevamento, specialmente di ovini (13,5 milioni di capi nel 1998) e di caprini (12,5 milioni), che dà un apporto determinante alla formazione del PIL (circa la metà alla fine degli anni Ottanta) e al valore totale delle esportazioni (38,4%), rappresentate queste ultime in larga misura dalla vendita di animali vivi e prodotti zootecnici, principalmente all'Arabia Saudita. Gli altri prodotti agricoli (essenzialmente cotone, canna da zucchero, sorgo, mais) stentano a far fronte al fabbisogno interno, per cui si deve ricorrere a massicce importazioni.

Le risorse del sottosuolo rimangono a tutt'oggi inutilizzate, a cominciare dai giacimenti di petrolio e di gas naturale dei quali è stata accertata l'esistenza, e per i quali i diritti di prospezione erano stati assegnati ad alcune compagnie multinazionali, che ancora esitano a effettuare i necessari investimenti, in attesa che sia raggiunta una pace duratura. Nel frattempo la S. è costretta a ricorrere a importazioni di petrolio e di prodotti derivati, che aggravano sensibilmente il passivo della sua bilancia commerciale.

Alla fine del 1997 il debito estero della S. ammontava a 2.561 milioni di dollari statunitensi il cui costo annuo equivaleva all'11,7% del valore complessivo delle esportazioni di merci e servizi.

bibliografia

Parlamento europeo, L'Europa e la Somalia, Modena 1994.

R. Marchal, Commerce et guerre en Somalie, Paris 1997.

R. Marchal, K. Menkhaus, Human development report on Somalia, Nairobi 1998.

Somalia: the warlords make peace at least, in The economist, 14 February 1998.

Storia

di Magali Steindler

All'inizio degli anni Novanta, la S. - ancora debilitata dalle conseguenze della tragica sconfitta subita nella guerra contro l'Etiopia (1978) e dalle carestie che nel decennio precedente avevano causato l'esodo di migliaia di persone - era dominata dal cruento conflitto tra fazioni rivali. Le principali erano schierate su due fronti, guidati rispettivamente dal generale Mohammed Farah Aidid - fondatore e leader dell'Alleanza nazionale somala (ANS) - e dal suo oppositore Ali Mahdi Mohammed.

L'intervento dell'ONU, a partire dal 1992, non solo non valse a pacificare il paese, ma portò con sé una serie di violenze che cessarono unicamente con il faticoso ritiro dei contingenti, terminato nel marzo 1995. L'operato delle forze di pace fu a più riprese sottoposto a gravi accuse: in Italia fu promossa un'inchiesta (1997) per portare alla luce le violenze commesse da alcuni membri della brigata Folgore durante il loro stanziamento in Somalia. A incrementare la tensione interna, nell'ottobre 1994 nuove ostilità esplosero tra gli Abgal (la fazione del clan Hawiya a cui apparteneva lo stesso Ali Mahdi) e i Murusade, un tempo loro alleati: la pace fu raggiunta solo nel gennaio 1995, dopo mesi di sanguinosi combattimenti. Ulteriori ragioni di tensione venivano, intanto, dalla spaccatura creatasi all'interno dell'ANS, una fazione della quale fu espulsa per aver insidiato la leadership di Aidid all'interno dell'Alleanza, tentando di sostituirla con quella del suo ex braccio destro Osman Hassan Ali 'Ato' (giugno 1995).

L'elezione di Aidid a presidente per un periodo di tre anni da parte di un'assemblea che raggruppava un vasto numero di fazioni (giugno 1995) non ebbe lo sperato effetto di pacificazione. In particolare le forze dissidenti, guidate da Ali Mahdi e da Ali 'Ato', si opposero al controllo esercitato dal governo sull'esportazione delle banane (risorsa primaria del paese), impedendo a loro volta la partenza dei carichi dal porto di Mogadiscio finché i proventi del traffico fossero serviti a sostentare il riarmo di Aidid. Nel corso del 1996 si susseguirono i combattimenti tra i fedeli ad Aidid e i seguaci di Ali 'Ato', in un crescendo di violenza. Dopo la morte, nell'agosto di quello stesso anno, di Aidid, in seguito alle ferite riportate in uno scontro a fuoco, la carica di presidente fu assunta ad interim dal figlio Hussein Mohammed Aidid, che si impegnò a continuare la linea politica del padre, ma con poteri sempre più limitati e fragili. Alla fine di quell'anno il processo di pace cominciò a prendere forma: gli accordi di Nairobi (ottobre 1996), in cui Hussein Aidid, Ali Mahdi e Ali 'Ato' si impegnavano alla cessazione delle ostilità, furono tuttavia immediatamente seguiti da una ripresa degli scontri; nel gennaio successivo, le trattative svolte a Sodere (Etiopia) tra i rappresentanti delle principali fazioni (esclusa però l'ANS) si conclusero con la creazione di un Consiglio nazionale di salvezza incaricato di operare come governo provvisorio, al fine di portare a termine il processo di pace (decisione naturalmente osteggiata da Hussein Aidid, che accusò l'Etiopia di interferire nelle questioni somale). Una svolta si ebbe nel marzo 1997 con l'inizio dei colloqui del Cairo: alcuni mesi dopo un accordo (22 dicembre) sancì la fine di ogni ostilità e la formazione di un governo di transizione con l'impegno di indire elezioni generali nel termine di tre anni. Questo non impedì l'esplosione di nuovi, accesi combattimenti per la conquista della città di Baidoa, non lontana da Mogadiscio, a opera di ribelli appartenenti al clan Rahanuin.

Il processo di pace proseguì comunque durante il 1998: nonostante le difficoltà che via via si opponevano all'organizzazione di incontri fra le parti avverse, nel corso dell'anno si raggiunse un accordo per le riaperture del porto e dell'aeroporto nella capitale (realizzate in agosto) e per la ridefinizione dell'assetto amministrativo del territorio. Controversa fu, in proposito, la concessione di un governo indipendente a tre territori nella zona nord-occidentale del paese, denominati complessivamente Puntland (luglio 1998). La legislatura della nuova regione autonoma fu a ogni modo inaugurata nel settembre successivo.

Nel corso del 1999 si ebbe una nuova, violenta esplosione di ostilità: i combattimenti si susseguirono con regolarità, causando la morte di centinaia di persone, tra civili ed esponenti delle fazioni in lotta. Ad aggravare la situazione si aggiunse l'epidemia di colera che colpì la S. meridionale, intorno alla città di Bardera, mietendo centinaia di vittime.

Durante gli anni Novanta si dibatté la spinosa questione del territorio dell'ex S. britannica (Somaliland), che dal 1991 si era autoproclamato indipendente. A metà del decennio esplose il contrasto tra il nuovo presidente del Somaliland, Mohammed Ibrahim Egal (eletto nel maggio 1993), che combatteva per ottenere il riconoscimento ufficiale di uno Stato autonomo, e l'ex leader del movimento secessionista Abd-ar-Rahman Ahmed Ali 'Tur', che si era proclamato favorevole al mantenimento del legame con la Somalia. Il conflitto tra Ali 'Tur' ed Egal si manifestò, tra la seconda metà del 1994 e la prima del 1995, in un susseguirsi di scontri armati, che portarono a un vero e proprio esodo di massa (a metà dicembre 1994 il capoluogo Hargeisa era stato abbandonato dai tre quarti della popolazione), diretto soprattutto in Etiopia. Trattative di pace si svolsero nel corso del 1995, finché non fu elaborata una Costituzione provvisoria (marzo 1996) entrata in vigore nel febbraio del 1997. In quella stessa occasione Egal - per quanto indebolito - fu confermato presidente per un periodo di cinque anni. Nel contempo, tra il dicembre 1995 e il maggio 1996, i gruppi armati secessionisti avevano dichiarato la loro resa.

bibliografia

M.D. Abdullahi, Fiasco in Somalia: US-UN intervention, Pretoria 1995.

P. Tripodi, The colonial legacy in Somalia. Rome and Mogadishu: from colonial administration to Operation Restore Hope, New York 1999.

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