Perkin, Sir William Henry

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Chimico (Londra 1838 - Sudbury 1907). P. si può considerare il fondatore dell'industria delle sostanze coloranti artificiali. Nel 1856, ossidando l'anilina con bicromato potassico, ottenne una sostanza nera, dalla quale riuscì a estrarre la malveina. Resosi conto dell'importanza della scoperta, brevettò l'anno stesso il processo e continuando le ricerche ottenne molte altre sostanze coloranti per ossidazione di ammine aromatiche, fra cui il rosso di anilina, il magenta, l'amminoazonaftalina, ecc. Studiando la composizione di varie sostanze coloranti vegetali, dimostrò le relazioni di molte di esse col gruppo del pirone e derivati. Notevole è anche la sua sintesi della cumarina. Col nome di reazione di P. s'indica un importante processo, applicabile sia per composti aromatici sia per grassi.

Vita

Allievo di A. W. Hofmann, a diciassette anni ne divenne assistente presso il Royal college of chemistry di Londra. Nel suo periodo imprenditoriale P. si segnalò anche per la grande attenzione dedicata alla condizione sociale dei lavoratori. Membro della Royal Society dal 1866, P. ricoprì importanti incarichi in tutte le principali associazioni scientifiche inglesi di chimica pura e applicata. Nel 1889 ebbe la medaglia Davy, nel 1906, in occasione del suo giubileo, ebbe la medaglia Hofmann dalla Società chimica tedesca e la medaglia Lavoisier da quella francese. Nello stesso anno fu insignito del titolo di baronetto.

Opere

Nel 1856, mentre cercava di sintetizzare la chinina, ottenne un prodotto di composizione incerta ma di interessanti proprietà tintorie; intuendone le grandi potenzialità applicative, abbandonò le ricerche di base per dedicarsi alla produzione del nuovo colorante. Con l'aiuto finanziario del padre e con quello tecnico del fratello Thomas, riuscì a superare le gravi difficoltà insite nel mettere a punto, per la prima volta e su scala industriale, metodi di sintesi usati fino ad allora solo in laboratorio e trovò il modo di usare il prodotto, chiamato malveina, per la tintura e la stampa dei tessuti di cotone. Il successo commerciale di P. aprì la strada al fiorire di un nuovo comparto industriale, quello dei coloranti di sintesi. La competizione con l'industria chimica tedesca divenne subito molto dura, ma nel 1869, mediante la fusione alcalina di un derivato solfonico dell'antrachinone, P. trovò una sintesi semplice e industrialmente fattibile dell'alizarina. La sintesi di questo importante colorante naturale segnò il definitivo trionfo della nuova industria chimica organica. Anche durante il periodo in cui aveva svolto principalmente la funzione di imprenditore, P. non aveva trascurato i risultati di interesse generale che potevano scaturire dalle ricerche applicate, così nel 1868 indicò un metodo di sintesi degli acidi α, β-insaturi, ottenuti per azione dell'anidride acetica sulle aldeidi aromatiche (reazione di P.). Nel 1874, a 36 anni, P. vendette gli impianti, si ritirò da ogni attività commerciale e si impegnò nuovamente nella ricerca di base dove conseguì brillanti successi nello studio della polarizzazione rotatoria nelle molecole organiche indotta da forti campi magnetici. P. cercò di collegare i risultati fisici con la struttura delle molecole esaminate, ma la tecnica sperimentale era allora troppo complessa per poter entrare nell'uso corrente.

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