Herschel, Sir Frederick William

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Astronomo tedesco naturalizzato britannico (Hannover 1738 - Slough 1822). Dal 1755 in Inghilterra, si occupò inizialmente di musica, ma coltivò sempre gli studi di astronomia: scoprì il pianeta Urano (1781) con il telescopio riflettore da lui realizzato; studiò le nebulose e gli ammassi stellari, mostrò l'esistenza di stelle doppie, scoprì la radiazione infrarossa, individuò alcune lune di Giove e Urano e giunse a un primo modello del sistema solare costituente la Via Lattea.

Vita e attività

Seguì il padre in Inghilterra nel 1755, dove poi visse per otto anni insegnando musica. Nel 1765 fu nominato organista a Halifax. Preso da passione per l'astronomia si accinse alla costruzione di un telescopio riflettore, con cui effettuò la sua prima osservazione della nebulosa di Orione (1774). Pochi anni dopo, la notte del 13 marzo 1781 scoprì il pianeta Urano; scoperta che gli diede fama improvvisa e un assegno del re Giorgio III per poter continuare le sue ricerche. Nel 1786 passò a Slough, dove restò fino alla morte. L'opera scientifica di H. si concretò in notevolissimi risultati: esplorando il cielo, con riflettori sempre più potenti da lui stesso costruiti, mostrò l'esistenza di sistemi di stelle doppie, la cui scoperta costituì una ulteriore conferma della generale validità della legge di gravitazione universale. La sua ricerca più importante è tuttavia quella con cui giunse a un primo approssimativo modello del sistema stellare costituente la Via Lattea: quello di un ellissoide molto schiacciato, quasi una sorta di disco con il Sole nel centro, disposto con la dimensione maggiore nel piano della Via Lattea e con uno spessore di circa un quinto di questa dimensione. Studiò le nebulose e gli ammassi stellari; sua è la teoria secondo cui le stelle derivano dalla condensazione di nebulose. Ricordiamo infine le ricerche sui pianeti, nel corso delle quali scoprì due satelliti di Saturno (Encelado e Mimas) e due satelliti di Urano (Titania e Oberon). A H. si deve inoltre la scoperta che la radiazione solare si estende alle due estremità dello spettro visibile ottenuto con un prisma, rispettivamente con quelle che saranno chiamate radiazione infrarossa e ultravioletta.

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