simbolismo Corrente artistica e letteraria sorta in
I caratteri del movimento simbolista, che si pone come un’inversione di tendenza rispetto al naturalismo e alle ricerche neoimpressioniste, sono individuati nel Manifesto di J. Moréas (1886), secondo cui compito dell’arte è rivestire l’Idea di una forma sensibile che attraverso una rete di analogie ne veicoli le potenzialità allusive. Di qui l’interesse per la dimensione del sogno, della visione interiore, dell’immaginazione, attraverso l’ambigua modalità del simbolo.
Oltre all’influsso delle idee di R. Wagner, diffuse dalla Revue wagnérienne a partire dal 1885 e fonte di ispirazione per H. Fantin-Latour e J. Delville, altri punti di riferimento del s. sono la scoperta di G.W.F. Hegel e della filosofia idealistica tedesca, la lettura di
L’affermarsi in questi anni di un nuovo e influente ruolo della critica d’arte, parallelo allo sviluppo del mercato e delle gallerie, contribuisce a stringere i rapporti tra campo artistico e letterario: importante l’azione di critici quali G.-A. Aurier (Le symbolisme en peinture, 1891), J.-K. Huysmans (Certains, 1889), G. Kahn, C. Morice (sostenitore di
In tutta Europa sorgono associazioni e manifestazioni dedicate alla nuova arte, come i
Nella formazione dei caratteri del s. in pittura determinanti furono le esperienze provenienti dall’Inghilterra, come quelle dei preraffaelliti D.G. Rossetti ed E. Burne-Jones; ricca di conseguenze si rivela soprattutto l’opera di J.A.M. Whistler, per il valore non referenziale attribuito a linea e colore armonicamente interconnessi. Tra i precorritori della sensibilità simbolista, ha una posizione di primo piano P. Puvis de Chavannes, con le sue vaste e semplificate composizioni allegoriche e simboliche (L’Età dell’Oro) cui guarderanno anche P. Gauguin e i
Su una linea di evocazione fantastica, propria anche del suo maestro
3. Diffusione in Europa
Tra il 1885 e i primi del Novecento il s. conosce una rapida diffusione in Europa, parallela ai fenomeni dello Jugendstil e dell’art nouveau in architettura, evidenziando una grande varietà di indirizzi stilistici. In
In
Il s., come tendenza o poetica letteraria, o come atteggiamento del gusto, è un aspetto del decadentismo, da cui si distingue, quale movimento a sé, per una più marcata aspirazione del linguaggio poetico alla condizione della musica pura, per una più intensa ricerca di corrispondenze e analogie intime tra stati d’animo e fenomeni naturali, e per il tentativo costante di dissociare i segni dal loro senso codificato per trasformarli in simboli e metterli in grado di esprimere significati allusivi, ambigui e inesauribili (le ‘foreste di simboli’ del noto sonetto Correspondances di C. Baudelaire).
La definizione di poeti simbolici (symboliques), in riferimento a P. Verlaine, S. Mallarmé e ai loro seguaci, fu introdotta da J. Moréas (1886), in un momento in cui il fenomeno del decadentismo era in corso già da anni e quei poeti erano stati riconosciuti come i suoi maggiori rappresentanti, con Baudelaire come loro precursore. Tale definizione fu introdotta per reazione al significato spregiativo che gli avversari della nuova tendenza davano al termine decadente. Nella polemica che seguì tra coloro che accettarono le determinazioni di s. e simbolista e coloro che rimanevano fedeli a quelle di decadentismo e decadente, questi ultimi accusarono i primi di essere ‘transfughi’ e ‘parassiti del decadentismo’, mentre i simbolisti si vantavano di rappresentare un suo stadio più avanzato, o addirittura il suo superamento. Si determinò una ‘secessione’ e la nuova generazione di poeti aderì quasi interamente al s.; prova ne sia l’ampia serie di riviste nate in un breve giro di anni, come Le symboliste (1886) e La vogue (1886), La plume (1889) e la La Pléiade (1889, divenuta dopo pochi numeri
Il termine s. ebbe fortuna anche al di fuori della cultura francese, e fu adottato da critici e da storici della letteratura per designare lo stesso decadentismo in tutta la sua latitudine. In Italia, invece, dove tendenze simbolistiche si possono riconoscere in